Gp Las Vegas 2025, strategia gara – Lando Norris partirà dalla pole position nel Gran Premio di Las Vegas, precedendo Max Verstappen e Carlos Sainz al termine di una qualifica segnata da condizioni meteo instabili (leggi il report). In vista della gara, la lettura strategica resta complessa soprattutto per l’assenza di dati rappresentativi sul passo con alto carico di carburante.
L’analisi storica della scorsa edizione mostra come la simulazione pre-gara indicasse la sosta unica su medium–hard come soluzione teoricamente più veloce. Tuttavia, la gestione richiesta sullo pneumatico medio non era compatibile con un ritmo molto elevato nella prima parte di gara e con un livello di combattività tale da impedire ogni forma di conservazione.
Ne risultò una diffusione della doppia sosta, anche in assenza di Safety Car o Virtual Safety Car. I primi nove al traguardo adottarono una strategia medium–hard–hard, con la finestra delle prime soste tra il nono e il quattordicesimo giro, mentre la seconda serie di pit stop arrivò tra il 25° e il 33° passaggio. George Russell vinse impostando le soste al 12° e al 32° giro.
Sergio Perez fu l’unico tra i primi dieci a optare per hard–medium–hard, con il primo pit al 17° giro e un secondo passaggio alle gomme medie al 32°. Alonso fu l’unico pilota a prendere il via con gomme soft, utilizzate per un breve stint di quattro giri prima di passare su due lunghe sequenze di pneumatici hard. Ocon tentò l’unica vera strategia a una sosta con medium–hard, che tuttavia si chiuse al giro 45.

Gp Las Vegas 2025: si va verso una sosta
Nel 2025 lo scenario è più incerto. L’assenza quasi totale di long run asciutti produce margini d’errore più ampi del normale. I modelli strategici indicano come soluzione più rapida la gara a una sosta con sequenza medium–hard. La finestra ideale per il pit è prevista tra il 20° e il 26° giro. L’alternativa più solida per chi parte nella top 10 è la doppia sosta medium–hard–hard, quasi equivalente in termini di tempo totale e più vantaggiosa in caso di neutralizzazioni. Questo schema prevede uno stint iniziale ridotto a 12–18 giri e una seconda sosta prevista tra i giri 27 e 33.
Tutti i primi dieci – a eccezione di Sauber – dispongono di due set di pneumatici hard nuovi, un elemento che aumenta la probabilità di vedere una parte del gruppo orientarsi sulla doppia sosta. Tuttavia, la sensibilità al graining osservata sia sul medio sia sul morbido pone un limite alla durata dello stint di apertura. Evitare il degrado richiederebbe un approccio graduale per portare velocemente in temperatura la gomma, ma nelle prime fasi di gara sarà difficile evitare la pressione competitiva.
Pirelli conferma il quadro: secondo Mario Isola, la scelta della singola sosta resta la più favorevole al mantenimento della posizione, ma il comportamento delle gomme nelle giornate precedenti invita le squadre a lasciare aperte le opzioni che prevedono due stint con il compound duro.

Fernando Alonso rappresenta l’elemento tattico più flessibile. Oltre a due set di hard, lo spagnolo possiede due set di medium nuovi, condizione che apre la porta a una strategia medium–hard–medium. In uno scenario di gara più stabile, con livelli di carburante ridotti nell’ultima fase, il compound medio potrebbe rivelarsi competitivo nel finale. Le finestre previste per questa soluzione sono 14–20 per la prima sosta e 32–38 per la seconda.
Per chi parte nella seconda metà dello schieramento, la necessità di generare guadagni attraverso l’undercut spinge verso configurazioni più aggressive. La doppia sosta soft–medium–soft offre una prima fase veloce per uscire dal traffico, un’occasione di anticipo del pit nella parte centrale per ottenere pista libera e un ultimo stint breve con gomma morbida per massimizzare il ritmo nel finale. Le finestre ideali si collocano tra gli 8 e i 14 giri per il primo pit e tra i 34 e i 40 per il secondo. È una strategia ad alto rischio, che necessita di condizioni favorevoli e di una gestione accurata del degrado sulla soft, ma può produrre guadagni in caso di corsa caotica.
Gli occhi saranno inevitabilmente puntati su Lewis Hamilton che, dopo una qualifica disastrosa e condita da errori difficilmente comprensibili per un pilota di cotanta esperienza, è chiamato alla rimonta che confermerebbe le positive sensazioni di cui egli stesso ha parlato dopo i primi due turni di libere.
Le condizioni meteo previste per la gara escludono la pioggia. Le temperature attese – 15-16°C dell’aria e circa 20°C dell’asfalto – sono superiori a quanto visto nelle sessioni precedenti ma restano nella fascia bassa per il comportamento termico degli pneumatici. La lettura tecnica suggerisce quindi un quadro solo parzialmente prevedibile, nel quale la capacità di interpretare l’evoluzione dell’asfalto nel corso della gara diventerà l’elemento determinante per la scelta strategica.
Crediti foto: F1, Scuderia Ferrari HP
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