Mancano più di due settimane al Gran Premio di Las Vegas, che aprirà l’ultima tripletta del campionato del mondo di Formula 1. Sul circuito cittadino americano che si snoda tra i casinò, Max Verstappen potrebbe laurearsi campione del mondo: clicca qui per tutte le combinazioni possibili. Tuttavia, ciò che non si chiuderà di sicuro tra i muretti illuminati dalle luci artificiali è il Mondiale Costruttori, con tre team ancora in lizza per l’ambito trofeo: McLaren, Ferrari e Red Bull, citati in rigoroso ordine di classifica.
Il Gran Premio del Brasile sembra aver rimescolato le carte riguardo la scala dei valori della F1, ma non bisogna lasciarsi condizionare troppo dal singolo evento, considerando che le condizioni atmosferiche hanno stravolto tutti i punti di riferimento che sarebbero emersi in condizioni di asciutto.
La RB20 ha primeggiato con un grandioso Max Verstappen, che ha beneficiato di una macchina meglio si è adattata rispetto alle concorrenti. Ignorare questo semplice fatto porta alla retorica del “miracolo sportivo”, quando invece la vittoria è il risultato di un mix equilibrato tra la sagacia dell’olandese e una macchina esaltata da condizioni meteo “ibride”.
La McLaren è clamorosamente mancata all’appello e anche la Ferrari ha deluso dopo le buone prestazioni nel Gran Premio degli Stati Uniti e in quello del Messico. A Las Vegas si dovrebbe tornare a condizioni climatiche normali, anche se potrebbe fare freddo, visto che la gara si disputerà a fine novembre e con i favori delle tenebre. Tuttavia, la pioggia non dovrebbe essere un fattore, considerando i cicli climatici della zona.

Gp Las Vegas: il layout “amico” della Ferrari SF-24
Il layout del circuito non entusiasma particolarmente piloti e addetti ai lavori, considerando la struttura basata su molti rettilinei intervallati da curve a gomito, in linea con il modello che la Formula 1 ha sviluppato negli ultimi anni. Un disegno che vuole favorire i sorpassi e lo spettacolo, che nella prima edizione dello scorso anno non è mancato.
Il tracciato è lungo 6201 metri con 17 curve, alcune delle quali praticamente dei falsi rettilinei percorribili con l’acceleratore a tavoletta. I punti di sorpasso principali sono alla staccata di curva 1, a curva 5 e a curva 14, le pieghe più lente del cittadino del Nevada.
Questo è un circuito di compromesso: i lunghi rettilinei richiedono un basso carico aerodinamico, utile anche per mantenere le gomme nella giusta finestra operativa. Le curve a bassa velocità dipenderanno più dal setup meccanico che dalle incidenze alari. In generale, i punti di downforce necessari per affrontare questa pista saranno relativamente bassi, con livelli simili a quelli visti tra Monza e Baku, cioè tra i minimi del campionato.
Ricordiamo, per chi se lo fosse dimenticato, che la SF-24 ha brillato a Monza con Leclerc, vincendo grazie a una gestione ottimale delle gomme. A Baku, la Ferrari ha sfiorato la vittoria, andata alla McLaren, che ha sfruttato l’out-lap dopo la sosta, sorprendendo Leclerc.
Da questo punto di vista, il circuito di Las Vegas rappresenta quasi un territorio di conquista per la SF-24, che in stagione ha mostrato buone performance quando la componente meccanica era fondamentale. Charles Leclerc ha espresso fiducia in vista del round americano dopo il deludente Gran Premio del Brasile.
A Las Vegas (e ad Abu Dhabi) verranno utilizzate le mescole più morbide: sarà cruciale che la SF-24 riesca a mantenere le gomme in condizioni ottimali senza compromettere le prestazioni. Questo è un aspetto in cui Ferrari ha fatto progressi significativi quest’anno, anche se restano delle criticità in caso di temperature molto diverse dalla norma, tendenti al freddo. Si correrà sostanzialmente di notte, quindi il termometro potrebbe puntare al basso.

In sintesi, il circuito cittadino di Las Vegas, con lunghi rettilinei e curve lente (alcune a 90°), sembra adattarsi particolarmente alla velocità pura, alla capacità di frenare a fondo e alla tendenza a esaltarsi nelle pieghe a bassa percorrenza, elementi che rendono la Ferrari una delle possibile favorite. La trazione della SF-24 è un altro aspetto che fa ben sperare per Maranello.
Una pista che quindi potrebbe sorridere alla Ferrari, anche se bisogna fare attenzione alle safety car, frequenti sui circuiti con muretti ravvicinati. La SF-24 non avrà ulteriori aggiornamenti per il finale di stagione, quindi a Modena si lavorerà soprattutto sulla definizione dell’assetto, sperando che si dimostri subito efficace continuando a sfruttare la buona correlazione tra pista e simulatore.
Questa è una breve analisi predittiva del possibile scenario a meno di tre settimane dalla gara. Per approfondimenti più precisi, vi rimandiamo alla settimana del Gran Premio, quando pubblicheremo le consuete preview dell’evento.
Crediti foto: Scuderia Ferrari HP