La quinta pole della stagione, dopo Giappone, Arabia Saudita, Miami e Silverstone, non è semplicemente un numero da aggiungere alla collezione di Max Verstappen. Quella di Monza è una dichiarazione di forza, un atto di guida brutale ma delicato al contempo. Ma è soprattutto arte pura al volante. Perché quando il distacco tra i primi si misura in millesimi, riuscire a costruire un margine vicino al decimo diventa un colpo di genio. E quel colpo l’ha dato lui, domando una Red Bull RB21 che in configurazione scarica è tutto fuorché rassicurante.
“Con così poco carico è sempre difficile mettere insieme il giro“, ha ammesso l’olandese appena dismesso casco e guanti. Eppure l’ha fatto, con una freddezza glaciale e una precisione chirurgica. Non ha solo guidato: ha scolpito la pista come uno scultore che plasma il marmo, togliendo instabilità e nervosismo a un mezzo che sembrava pronto a tradirlo. I cambiamenti di assetto introdotti in FP3, quando i meccanici hanno letteralmente limato l’ala posteriore, hanno dato respiro alla monoposto, permettendogli di spingersi ancora più in là. Il risultato è stato un giro da antologia, una dichiarazione di forza nel Tempio della Velocità.

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Il quadro strategico, però, non è così rassicurante. Verstappen domani sarà solo contro tutti. Yuki Tsunoda scatterà soltanto dalla nona casella (dopo la penalità inflitta a Hamilton), troppo lontano per fare da scudo. E allora ecco la variabile McLaren, con i due piloti pronti a sfidarsi in un duello interno che potrebbe finire per giocare a favore del campione olandese. Ma la certezza è che Verstappen non avrà margini di protezione, dovrà difendersi con le proprie mani e con l’istinto. Cosa che è abituato a fare.
Il giro di oggi resterà, comunque vada. È il segno che anche quando la Red Bull non ha il bilanciamento perfetto, Max riesce a trovare l’armonia. È il pilota che vince dove la logica suggerirebbe prudenza, che osa quando il rischio è più alto. A Monza, con una macchina instabile e scarica, ha regalato al pubblico una dimostrazione di dominio psicologico e tecnico.
Domani sarà battaglia, forse anche sofferenza. Ma la pole position di Verstappen è già scritta nella memoria di chi ama la Formula 1. E questa evidenza va urlata.
Crediti foto: Oracle Red Bull Racing
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