Le qualifiche del Gp d’Italia non hanno regalato alla Ferrari la pole position che il pubblico di casa sognava, ma hanno consegnato un quadro che invita a un cauto ottimismo. Senza strafare perché là davanti ci sono ossi durissimi che in gara potrebbero alzare la voce. Charles Leclerc scatterà dalla quarta posizione. Lewis Hamilton, autore finalmente di un giro paragonabile a quello del compagno di squadra, (quinta prestazione assoluta, ndr), sarà al decimo posto per la penalità accumulata a Zandvoort. Una situazione che sulla carta potrebbe sembrare meno brillante del previsto ma che, alla luce delle parole di Frédéric Vasseur, racconta una Ferrari consapevole dei propri mezzi e pronta a giocare la partita della domenica sul terreno più favorevole: il passo gara.

I numeri e il contesto: una qualifica compressa
Il team principal francese, parlando ai microfoni di Sky Sport F1, ha voluto innanzitutto ridimensionare le tensioni legate al tema delle scie, che a Monza ogni anno si trasformano in un argomento di discussione senza fine. Vasseur ha spostato il focus su un elemento meno spettacolare ma decisivo: la gestione del giro di preparazione.
“Il passo era buono, eravamo vicini alla pole dopo il primo giro. Ci sono piccoli gap, 16 auto in due decimi. Tutti potevano fare meglio”, ha ricordato il manager. Una fotografia chiara di quanto la qualifica sia stata serrata: frazioni di secondo in grado di ribaltare una griglia intera, con margini sottilissimi che non perdonano la minima sbavatura.
Scie e strategie: la scelta di non sacrificare Hamilton
A differenza di altre squadre, la Ferrari ha deciso di non giocare la carta delle scie, che a Monza possono spostare anche tre o quattro decimi. Una scelta che poteva sembrare rischiosa agli occhi del pubblico, ma che Vasseur ha difeso con decisione: “Dare la scia a Charles era un’idea, ma era meglio preparare il giro: è questo il fattore che causa grosse oscillazioni di prestazione. È stato bene così, anche Charles ha capito la situazione”.
La logica, dunque, non è stata quella di forzare un artificio tattico che avrebbe potuto penalizzare uno dei due piloti, Hamilton nella fattispecie, ma di costruire la prestazione sulla pulizia dell’approccio. E in effetti Leclerc, dopo un primo giro eccellente, ha pagato caro un piccolo errore alla prima variante nel tentativo successivo. In un contesto con tante vetture in una manciata di decimi, come sottolineato da Vasseur, basta un’inezia per uscire dalla prima fila.

Monza e il compromesso eterno
L’analisi del team principal ha poi messo a fuoco la natura tecnica di Monza, una pista che da decenni costringe gli ingegneri a un equilibrio impossibile: essere veloci sul dritto senza perdere troppo nelle curve.
“Abbiamo il passo, in lotta con la McLaren a pochi millesimi. La nostra auto è veloce sul dritto, siamo stati aggressivi ma soffriamo nelle curve. La gestione gomme sarà più dura, ma è il compromesso di Monza, dove vuoi essere veloce ovunque ma non puoi”, ha spiegato il transalpino.
Il pacchetto aerodinamico scelto dalla Ferrari ha dunque privilegiato la spinta massima nelle lunghe rette, una scelta che trova giustificazione nei dati: la SF-25 ha dimostrato di essere competitiva nei settori più rapidi. Il prezzo da pagare è stato un po’ di sofferenza nelle curve di Lesmo e alla Ascari, dove McLaren e Red Bull hanno mostrato maggiore stabilità.
L’arma del passo gara
Ma se sul giro secco la Rossa non ha trovato il colpo vincente, è nella simulazione del long run che Vasseur intravede il punto di forza. “Abbiamo sempre avuto un bel passo. L’anno scorso abbiamo vinto partendo dal quarto posto”, ha ricordato, riportando alla mente l’impresa di Charles Leclerc dell’anno passato (che scattava proprio quarto, come accadrà domani) e la capacità del team di capitalizzare strategicamente anche senza una partenza al palo.
Il tema centrale diventa allora la gestione delle gomme. Con un assetto più scarico, la Ferrari rischia di mettere a dura prova la tenuta delle coperture posteriori, soprattutto nelle fasi centrali dello stint. È qui che la differenza potrà farla la sensibilità di Leclerc che ha imparato a modulare le fasi di attacco e difesa senza eccedere nel consumo delle coperture. Hamilton, dal canto suo, sarà chiamato a una gara in rimonta: partire decimo a Monza significa non poter sbagliare nulla, ma il suo passo mostrato al venerdì lascia margini per un ritorno nella lotta per il podio.

Oltre la polemica: un segnale di maturità
Interessante è stato anche l’atteggiamento comunicativo di Vasseur. Lungi dall’alimentare polemiche o dall’alzare polveroni, il francese ha offerto un’analisi lucida, senza cercare alibi nelle circostanze esterne. In un momento storico in cui il tifo Ferrari vive ogni qualifica con un carico emotivo enorme, la sua freddezza ha rappresentato una bussola necessaria.
La scelta di non sacrificare una monoposto per la scia, infatti, non è solo tecnica, ma culturale: significa privilegiare un lavoro di squadra più equilibrato e ridurre i rischi di incomprensioni interne. Anche perché, come ha ammesso Vasseur, “alla fine i piloti scelgono”. A Monza, nel weekend di casa, l’obiettivo è permettere a entrambi di giocarsi le proprie carte, con un approccio aggressivo ma non disperato. Ecco perché si è preferito non sacrificare ulteriormente la posizione di Lewis per aiutare il collega di garage.
GP Italia, Ferrari: uno scenario aperto
Alla luce di quanto emerso, la Ferrari si presenta alla gara di Monza con prospettive tutt’altro che cupe. Leclerc avrà davanti a sé la possibilità concreta di inserirsi nella lotta per il podio già nelle prime curve, sfruttando la scia dei rivali e la velocità di punta della SF-25. Hamilton, invece, sarà chiamato a una rimonta che, se ben gestita, potrà portare punti pesanti per il Mondiale Costruttori in cui l’obiettivo del Cavallino Rampante è conservare la piazza d’onore dietro una McLaren inarrivabile.
La vera incognita resta la McLaren, apparsa la più solida nel bilanciamento complessivo. Ma in un contesto di distacchi così ridotti, basterà un colpo d’ala, un pit stop perfetto o una safety car per ribaltare gli equilibri.
La Ferrari non parte in pole a Monza, ma non è questo il punto. Vasseur lo sa, e lo ha ribadito con forza: la chiave sarà la gara, non il sabato. Il team ha scelto la via del compromesso tecnico e della lucidità strategica, preferendo preparare il terreno per la domenica piuttosto che inseguire il colpo di teatro. Partire quarti non è un dramma, anzi: può essere il preludio a una domenica tutta da vivere, all’attacco, con il coraggio di giocarsela fino in fondo. Come fu dodici mesi fa…
Crediti foto: Scuderia Ferrari HP, McLaren F1
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