GP Imola 1985, contesto storico – Durante il weekend del Gran Premio del Belgio 1984, il presidente della FISA, Jean-Marie Balestre, propose di ridurre la capacità dei serbatoi a 195 litri per il 1985 (dai 220 litri), oppure, in alternativa, di limitare i motori turbo a 1.300 cm³. Le case costruttrici si opposero fermamente: la Renault minacciò di abbandonare il campionato, mentre la Tyrrell, con motori atmosferici, rifiutò l’idea di aumentare i serbatoi a 230 litri, come richiesto dai team con propulsori turbo. Dopo le proteste, la FISA mantenne il limite a 220 litri. Il 3 ottobre 1984, la commissione della FISA riuscì a introdurre il divieto di raffreddamento del carburante.
Imola ’85
Era il 5 maggio 1985, giorno del Gran Premio di San Marino a Imola, terzo appuntamento del Campionato Mondiale di Formula1. Le qualifiche furono dominate dal pilota brasiliano della Lotus, Ayrton Senna, fresco vincitore del suo primo Gran Premio in Portogallo, che conquistò la pole position con un tempo di 1:27.327, davanti al finlandese della Williams Keke Rosberg e al ferrarista Michele Alboreto.
La griglia di partenza vide una forte competizione tra i team motorizzati Renault e Honda. Ayrton Senna mantenne la leadership, seguito dal compagno di squadra Elio De Angelis. Keke Rosberg, invece, partì male, perdendo posizioni a favore del ferrarista Michele Alboreto e della McLaren di Alain Prost.
Al 5° giro, Nigel Mansell della Williams, in sesta posizione, venne superato dall’altra McLaren di Niki Lauda e dalla Brabham di Nelson Piquet, quest’ultimo avvantaggiato dalle gomme morbide Pirelli. Nel giro successivo, Lauda e Piquet scavalcarono anche Rosberg.
Senna era in testa con meno di un secondo su Alboreto, seguito a un secondo da Prost. Lauda era quarto, staccato di oltre sei secondi, poi De Angelis, Johansson, Rosberg e Mansell. Al 21° giro, Prost attaccò con successo Alboreto, conquistando il secondo posto. Poco dopo, Alboreto fu costretto a una sosta ai box per un problema elettrico, rientrando fuori dalla zona punti.
Prost cercò di avvicinarsi a Senna, ma perse tempo nel doppiaggio della Renault di Patrick Tambay. Per risparmiare carburante, rallentò su indicazione del computer della sua McLaren. Senna era davanti a tutti con 3,1 secondi su Prost, seguito da De Angelis, Johansson, Lauda e Piquet, quest’ultimo a oltre un minuto.
De Angelis e il ferrarista Stefan Johansson, in lotta per il terzo posto, si avvicinarono a Piquet e alla Arrows di Thierry Boutsen, doppiati, che erano in lotta per la sesta posizione. Al 50° giro, Piquet superò Boutsen alla Villeneuve. Johansson, sfruttando una traiettoria favorevole, scavalcò De Angelis alla Tosa. Il pilota svedese superò anche Prost, che non oppose resistenza per risparmiare carburante.
Ma a quattro giri dal termine avvenne l’incredibile. All’improvviso, ben quattro monoposto si ammutolirono per mancanza di benzina: il primo a farne le spese fu Derek Warwick con la sua Renault, seguito dalla Tyrrell di Martin Brundle e dalla Brabham di Nelson Piquet. Anche Senna, dominatore fino a quel momento, fu costretto al ritiro nello stesso giro.
Appena un giro dopo, anche Johansson si fermò per lo stesso motivo, lasciando Prost in testa. Prost arrivò per primo al traguardo, seguito da De Angelis e Boutsen. Tambay superò Lauda, conquistando la quarta posizione.

L’incredibile post-gara
Prost tagliò il traguardo per primo, ma non riuscì a completare il giro d’onore: la sua McLaren si fermò in pista. La monoposto venne portata alla pesa: pesava 536 kg, ben 4 kg in meno dei 540 previsti dal regolamento, e questo portò a una squalifica senza appello.
La vittoria andò così a Elio De Angelis, che non aveva mai condotto la gara. Fu la sua seconda e ultima vittoria in F1, nonché la prima di un italiano a casa sua dal 1966, quando Ludovico Scarfiotti vinse a Monza.
Thierry Boutsen della Arrows, anche lui rimasto senza benzina, spinse la sua monoposto oltre la linea d’arrivo. La pesa fu clemente con lui, a differenza di quanto accaduto a Prost, e salì così al secondo posto, conquistando il primo podio della sua carriera e il primo per Arrows dal 1981. Patrick Tambay della Renault chiuse terzo, ottenendo il suo ultimo podio iridato. Solo sei vetture terminarono la gara, con Stefan Bellof (Tyrrell-Renault), Niki Lauda (McLaren) e Nigel Mansell (Williams) a completare la zona punti.
Gp Imola 1985 – Prost e gli altri vincitori “squalificati” per auto sottopeso
Oltre a Prost, altri due piloti vinsero un Gran Premio di F1 per poi essere subito dopo squalificati perché la loro monoposto risultò sottopeso: Nelson Piquet e George Russell.
Al Gran Premio del Brasile 1982 a Rio de Janeiro, l’eroe di casa Nelson Piquet, pilota della Brabham, vinse inizialmente una gara estremamente impegnativa a causa delle alte temperature. Tuttavia, fu poi squalificato: la sua vettura risultò sottopeso. La causa fu un serbatoio d’acqua di zavorra, usato per raffreddare i freni, che si svuotava durante la gara e veniva riempito prima dei controlli tecnici. Scoperta l’irregolarità, la vittoria fu assegnata a Prost (all’epoca alla Renault), e i serbatoi d’acqua di zavorra vennero vietati sette mesi dopo. Piquet, svenuto sul podio, vide vanificato il suo sforzo.
Allo scorso Gran Premio del Belgio, a Spa, 39 anni dopo la squalifica di Prost, toccò al pilota britannico della Mercedes George Russell subire la medesima sorte. Il pilota di King’s Lynn fu squalificato dopo aver vinto il Gran Premio del Belgio, perdendo la sua terza vittoria in F1, perché la sua Mercedes risultò sottopeso di 1,5 kg rispetto al limite minimo di 798 kg, come previsto dal regolamento tecnico FIA. Partito sesto, Russell aveva conquistato una vittoria spettacolare con una strategia a una sosta, battendo il connazionale e compagno di squadra Lewis Hamilton e l’australiano della McLaren Oscar Piastri. La squalifica fu ufficializzata un’ora e 10 minuti dopo la gara. La vittoria andò a Hamilton, la sua 105ª in F1.
Secondo molti, la mancanza di peso fu dovuta al mancato giro d’onore che, a Spa, non si compie vista la lunghezza del tracciato. Se Russell l’avesse effettuato, avrebbe raccolto lo sporco necessario lungo il circuito e la sua monoposto sarebbe risultata regolare alla pesa.
Crediti foto: F1, Mercedes
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