Questa mattina il nostro direttore ha pubblicato una lettera d’amore per Imola, vista l’ipotesi ormai sempre più concreta di un addio definitivo alla Formula 1. Un editoriale che condivido in pieno ma che, secondo me, non affronta tutti gli aspetti della vicenda.
L’ombra lunga di Liberty Media
Liberty Media, attuale detentrice dei diritti commerciali della F1, non gode certo di grande popolarità tra i tifosi e gli appassionati, a causa dell’espansione del calendario a scapito dell’anima europea del campionato, da sempre cuore pulsante della passione per la Formula 1.
Il Gran Premio d’Olanda saluterà il Circus già dal prossimo anno, mentre Spa-Francorchamps – uno dei tracciati più amati in assoluto – avrà un futuro incerto, fatto di rotazioni con un altro impianto al momento non ancora definito.
Per Imola, però, non si tratterebbe del primo addio, bensì del secondo.
Liberty Media sulle orme di Ecclestone
Nel 2006 si disputò l’ultimo Gran Premio di San Marino. All’epoca, a tirare le fila della Formula 1 non era Liberty Media, bensì Bernie Ecclestone, figura iconica quanto controversa. Oggi Ecclestone ogni tanto riappare sui social, celebrato da alcuni fan nostalgici. Tuttavia, anche la sua gestione non era esente da criticità.
Già allora, il mondo si stava espandendo e Bernie decise che l’Italia non potesse ospitare due GP. Una decisione identica a quella presa oggi da Liberty Media, a 19 anni di distanza.
Il ritorno di Imola: una fortuna figlia della pandemia
Il ritorno di Imola in F1 nel 2020 fu dovuto all’emergenza sanitaria legata al COVID-19. In quel contesto straordinario, Liberty Media riuscì a organizzare un campionato con 17 gare, in tempi record, salvando anche i piccoli team e migliaia di posti di lavoro. Imola, approfittando della situazione, riuscì a ottenere un accordo fino al 2025, grazie anche al sostegno del Governo Draghi, che stanziò circa 12 milioni di euro di fondi pubblici.
Ne vale davvero la pena?
Ho scritto decine di articoli sulla situazione di Imola, sulla trattativa per rimanere in calendario, sui costosi lavori di adeguamento richiesti dal circus. Pochi conoscono la questione come me. E se è vero che Liberty Media può apparire come la “cattiva” della situazione, è altrettanto vero che dietro gli eventi sportivi italiani ruotano spesso interessi opachi. Lo abbiamo visto con Italia ’90, con i Mondiali di nuoto a Roma, e chissà cosa ci riserveranno le Olimpiadi Invernali del 2026 o gli Europei del 2032.
Siamo davvero certi di voler continuare a destinare fondi pubblici a eventi che spesso arricchiscono pochi e non sempre garantiscono ritorni reali?
L’unica ancora di salvezza: San Marino
A mio modesto parere, l’unica ancora di salvezza è rappresentata dalla Repubblica di San Marino, che potrebbe rilanciare lo storico Gran Premio con una nuova identità. Ne abbiamo parlato in modo approfondito in questo articolo: GP Imola-San Marino, un ritorno possibile?.
Concentriamoci sul WEC
Continuare a spendere per restare in calendario, magari a rotazione, sarebbe solo uno spreco. Oggi Imola dovrebbe piuttosto concentrarsi sul WEC, che grazie ai recenti trionfi della Ferrari è in grande crescita anche in Italia. Se la Ferrari dovesse continuare a dominare nei prossimi anni, Imola avrebbe comunque un palcoscenico internazionale di prestigio.
La Formula 1 a Imola, oggi, non è una priorità. Ma se un giorno Liberty Media dovesse rivedere le proprie posizioni e proporre condizioni eque, il ritorno all’Autodromo Enzo e Dino Ferrari sarà accolto con entusiasmo.
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Sì, ma Ecclestone aveva proposto di tornare all’alternanza con Monza del G.P. d’Italia.