Gp Imola: tutto cambia affinché nulla cambi

Parole, analisi, congetture su ritorni e rientri. La verità è che alla fine vince sempre lui: Max Verstappen

Mai come oggi, il titolo di questa rubrica (Dalla Parte del Torto) mi sembra appropriato perché ciò che ho letto e ascoltato da ieri ha dell’incredibile. Eppure sembra condiviso da quasi tutti sul web e la carta stampata.

Abbiamo assistito ad un gran premio scontato e senza sorpassi nelle prime posizioni con emozioni create ad arte da un commento che inventa situazioni e fa godere di lotte e sorpassi che in pista non si verificano. La grande rimonta di Norris ha emozionato un po’ tutti e ha entusiasmato vedere finalmente una McLaren ed una Ferrari vicine a Red Bull. Ma alla fine cosa è successo? 

Abbiamo assistito alla quinta vittoria su sette gran premi, l’urlatore ha poi sentenziato che è iniziata una nuova Formula 1. Ma in che senso nuova? Ha visto chi occupava la parte più alta del podio? La stessa persona che la monopolizza stabilmente da tre anni. Stiamo assistendo al più grande dominio della storia della categoria e riusciamo pure a gioire per i recuperi a fine gran premio in stile gatto con il topo!

Gente che nel tentativo di consegnare a Verstappen il titolo di più grande pilota di tutti tempi delira su una superiorità tecnica della McLaren snocciolando una serie di dati e motivazioni al limite del grottesco non rendendosi conto che questa vettura “così inferiore” ha firmato sette pole position su altrettanti gran premi e non ha vinto solo due gare per problemi tecnici e per gli effetti della safety car!

GP Imola: una narrazione lunare

Rimango basito nel constatare il fatto che nessuno guardi più le gare usando un minimo di raziocinio. Si ascolta solo la ridicola narrazione di una Formula 1 entusiasmante dove vince sempre lo stesso che anche ad Imola ha fatto pole e primo posto in scioltezza! 

Sì, avete letto bene: in scioltezza. Perché la vittoria non è stata mai in discussione. L’olandese ha gestito comodamente la gara ben sapendo che Norris non aveva la minima possibilità di sorpasso. Avevano degrado delle gomme ed hanno alzato i tempi sfruttando l’ampio margine sugli avversari (vedasi le prime fasi della gara dove in pochi giri i distacchi erano nell’ordine dei secondi).

C’è pure chi ha diviso il gap  finale per il numero di giri a certificare una situazione tecnica di perfetto equilibrio con almeno tre piloti e scuderie a giocarsi le vittorie e un mondiale ormai riaperto grazie ai vari aggiornamenti. 

Mancano solo gli integrali multiparametrici per dimostrare che in realtà il primo è in effetti arrivato terzo ed il secondo ha poi vinto, ma queste sono proiezioni che gli ingegneri del web svilupperanno con calma in settimana. 

Per non parlare poi della prova definitiva, ovvero le scarse prestazioni di Perez che certificherebbero un mezzo non più superiore che vince solo grazie al talento del caposquadra ignorando che la compagine e soprattutto la vettura sono plasmate addosso a Max che quindi è l’unico capace di estrarne tutto l’enorme potenziale. Un po’ come succedeva con Schumacher ai tempi Ferrari: film visti e rivisti che in quest’epoca sembrano sempre inediti.

Charles Leclerc transita davanti al muro rosso dei tifosi Ferrari – Gp Imola 2024

Comunque è inutile andare contro l’opinione comune, non resta altro che sedersi e gustarsi questa nuova F1, magari a fine anno dopo che il mondiale verrà assegnato con 5 o 6 gare di anticipo, qualcuno si renderà conto che le battaglie sono solo nella testa di chi le ha narrate e di ci ha creduto.

Per chiudere una considerazione personale da innamorato di Ayrton Senna. Per fortuna il week end è passato e ci siamo liberati di tutte queste inutili commemorazioni in pompa magna. Da oggi non c’è più bisogno di camminate, bandiere, magliette, cappellini e foto con la statua. Da oggi Ayrton torna nel cuore di chi lo ama come accade da 30 anni.


Crediti foto: Scuderia Ferrari, Oracle Red Bull Racing

Exit mobile version