L’analisi telemetrica comparativa tra Max Verstappen e i due alfieri della Ferrari, Lewis Hamilton e Charles Leclerc, sul tracciato di Silverstone evidenzia, attraverso quattro variabili fondamentali – velocità, apertura dell’acceleratore, regime del motore e marcia inserita – le dinamiche chiave che hanno determinato le gerarchie al termine delle qualifiche del GP di Gran Bretagna 2025.
Le curve sovrapposte dei tre piloti (Verstappen in blu, Hamilton in giallo, Leclerc in rosso) restituiscono una mappa completa delle differenze di approccio e delle performance delle rispettive monoposto: Red Bull RB21 e Ferrari SF-25.

Verstappen vs Ferrari – Settore 1 (curve 1-5): stabilità, gas e fiducia
Nel primo settore, ad alta velocità e bassa possibilità d’intervento, Verstappen impone subito un ritmo superiore. In curva 1 e curva 2, l’olandese mantiene una velocità media più elevata rispetto agli avversari, grazie a un inserimento preciso e stabile. La RB21 si conferma come un riferimento per bilanciamento aerodinamico: carico efficace in percorrenza, senza penalizzare la velocità di punta nei tratti rettilinei.
Al contrario, la SF-25 di Leclerc appare più esitante nella gestione del gas, in particolare in uscita da curva 2 e 3. Il grafico dell’apertura dell’acceleratore evidenzia una modulazione più lunga, segnale di un posteriore poco comunicativo o di un avantreno sottosterzante. Hamilton, in questo tratto, si colloca a metà tra i due, con un approccio più pulito ma non particolarmente incisivo.
Sul fronte della curva RPM, Leclerc mostra valori meno marcati in uscita da curva 5, possibile indizio di una configurazione conservativa della power unit Ferrari o di un passaggio di marcia meno efficiente dalla quarta alla sesta.

Verstappen vs Ferrari – Settore 2 (curve 6-14): il cuore tecnico del tracciato
Il secondo settore di Silverstone è da sempre il banco di prova più severo per telaio, trazione e equilibrio meccanico. Qui Verstappen inizia davvero a costruire il vantaggio che lo porterà alla pole.
Curva 6-7 (Brooklands-Luffield): staccate profonde e trazione pulita
In frenata per curva 6, Verstappen ritarda leggermente la staccata rispetto ai rivali, conservando più velocità residua e mostrando grande fiducia nella stabilità della RB21. Ma è in uscita da curva 7 che emerge con forza il gap: Max torna a pieno gas circa 10-15 metri prima, con un regime motore in rapida ascesa. Red Bull consente una trazione più aggressiva e prevedibile, mentre Leclerc è costretto a modulare, sintomo di pattinamento o degrado termico degli pneumatici posteriori.
Curva 9 (Copse): massima espressione della fiducia
La Copse si affronta quasi in pieno, ma solo Verstappen riesce a mantenerla con il 100% di apertura dell’acceleratore per l’intera percorrenza. Hamilton e Leclerc devono sollevare leggermente il piede. La RB21 dimostra un equilibrio dinamico impeccabile, soprattutto all’anteriore: l’inserimento è netto, il corpo vettura stabile, e la trazione in uscita pulita. Il risultato? Minore perdita di tempo e migliore posizionamento in vista delle curve successive.

Verstappen vs Ferrari – Settore 3 (curve 15-18): il crollo Ferrari e l’arte della gestione
È nel tratto conclusivo del giro che la prestazione di Charles Leclerc crolla visibilmente.
Un decadimento termico prevedibile
Le curve 15 (Stowe) e 17 (Club) mostrano il distacco nella sua forma più chiara: il grafico Throttle segnala come Leclerc indugi molto più a lungo prima di tornare a pieno gas. Le gomme posteriori, le Pirelli C4, sembrano essere uscite dalla finestra ottimale, perdendo grip e costringendo il monegasco a un approccio più conservativo.
Il secondo settore, tirato al limite, potrebbe aver surriscaldato il posteriore, con un picco termico difficile da smaltire nei brevi rettilinei del terzo settore. Il risultato è un decadimento della trazione, velocità minima più bassa in curva e ripresa motore più debole (RPM meno vivaci e cambi marcia ritardati).
Verstappen, precisione chirurgica
L’approccio dell’olandese è completamente differente: Verstappen riesce a gestire la termica degli pneumatici in modo estremamente efficace. Mai uno scarto brusco, mai una modulazione del gas eccessiva. Ogni transizione, ogni frenata e ogni inserimento sono gestiti per evitare stress termico inutile, mantenendo la gomma viva fino alla fine del giro. La Red Bull, evidentemente, lavora in perfetta sintonia tra telaio e mappature.

Gp Gran Bretagna – Verstappen vs Ferrari: come si costruisce il gap
La telemetria del regime motore (grafico in basso) mostra chiaramente come la Red Bull disponga di un’erogazione più aggressiva nei punti chiave del giro: uscita da Brooklands, da Copse e da Stowe. Si tratta con ogni probabilità di un deploy ERS calibrato per massimizzare la spinta nei tratti decisivi. Ferrari, al contrario, sembra più conservativa, forse per preservare l’efficienza energetica nel finale o limitare il carico sulla batteria.

Leclerc paga anche in termini di bilanciamento: l’avantreno della SF-25 n°16 appare più instabile in curva 11-12, costringendo a correzioni e a un inserimento meno deciso. La Red Bull, invece, resta neutra e precisa. Questo conferma l’eccellente lavoro di distribuzione del carico tra asse anteriore e posteriore, fondamentale per le sequenze medio-veloci di Silverstone.
Sebbene non esplicitamente rappresentati nella telemetria, è plausibile ipotizzare che Ferrari abbia scelto un approccio al giro push più aggressivo nel tentativo di entrare rapidamente nella finestra termica. Una strategia che, però, potrebbe aver penalizzato Leclerc nel finale, con un decadimento improvviso e marcato dell’efficienza degli pneumatici.
La pole position di Max Verstappen non è frutto del fato, né da una sola curva perfetta. È l’esito di una costruzione meticolosa, metro dopo metro, settore dopo settore:
- Gestione impeccabile delle C4, mai fuori dalla finestra termica.
- Bilanciamento aerodinamico e meccanico che consente inserimenti fluidi e trazione piena.
- Strategia ibrida aggressiva, ma dosata, che rilascia potenza nei punti più produttivi.
- Controllo del ritmo, che evita picchi termici eccessivi.
Lewis Hamilton ha disputato un giro tutto sommato efficace, ma con un approccio leggermente più conservativo, soprattutto nel tratto conclusivo. Charles Leclerc, invece, ha visto svanire il potenziale nei metri finali, complice una SF-25 incapace di mantenere la prestazione gomme costante lungo l’intero giro. La sensazione è che entrambi i piloti non siano riusciti a sfruttare appieno il potenziale di una monoposto che ha compiuto evidente progressi ma che, sul più bello, non è riuscita a dare la zampate decisiva
Ancora una volta, la Formula 1 moderna dimostra che non basta essere veloci in un tratto: serve armonia tra ogni componente, visione strategica e capacità di gestire – e prevedere – l’evoluzione della monoposto curva dopo curva. Fattori, questi, che saranno ancora più determinanti in una gara che potrete seguire, come al solito, col il nostro servizio F1 Live Timing.
Crediti foto: Formulacritica.it
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