Il contesto storico: il mondiale è stato vinto dal ferrarista Niki Lauda con due gare d’anticipo. In contrasto con la scuderia e con il “Drake” Enzo Ferrari, che non mandò mai giù la decisione di Lauda di ritirarsi nell’ultima gara al Gran Premio del Giappone del 1976, al Fuji, che di fatto consegnò il titolo piloti all’inglese James Hunt su McLaren che riuscì a sopravanzare di un punto l’austriaco e a laurearsi per la prima ed unica volta campione del mondo, Niki decise di non prendere parte alle ultime due gare stagionali, in Canada ed in Giappone.
A fine agosto, la Ferrari aveva deciso di ingaggiare un giovane promettente, un canadese che aveva debuttato in F1 il mese prima al Gran Premio di Gran Bretagna con la McLaren e che sarà, suo malgrado, il protagonista di questa triste vicenda: Gilles Villeneuve.
Villeneuve fece il suo debutto in Ferrari nel Gran Premio di casa, in Canada, al Mosport Park, in Ontario, dove fu costretto al ritiro a causa di un testacoda. Fu comunque classificato 12° per aver percorso almeno il 90% della gara.
Fuji 1977: la tragedia
È il 23 ottobre del 1977, si corre l’ultima gara del campionato mondiale di F1, in Giappone, sul circuito che sorge ai piedi del Monte Fuji.
Alle sessioni di qualifiche del venerdì e del sabato, il pilota italo-americano Mario Andretti, con la Lotus-Ford Cosworth, conquista la pole position, davanti a James Hunt con la McLaren.
Le Ferrari 312T2B dell’argentino Carlos Reutemann e di Gilles Villeneuve si classificarono, rispettivamente, in settima e in ventesima posizione.
Andretti, partì malissimo e fu superato da ben 8 piloti. Nel tentativo di rimonta, al secondo giro, urtò l’auto di Hans-Joachim Stuck e fu costretto al ritiro.
Al sesto giro il disastro: il ferrarista Gilles Villeneuve provò a sorpassare, per la 14° posizione, la Tyrrell P34, la monoposto a 6 ruote del pilota svedese Ronnie Peterson, alla fine del rettilineo del traguardo che porta alla prima curva, la “Daichi”. Lo svedese, nel difendersi, scattò verso il centro della pista.

La ruota anteriore della Ferrari di Villeneuve venne a contatto con la posteriore della Tyrrell. La Rossa decollò, carambolando in aria ed oltrepassando il guard-rail, fino a piombare sul pubblico lì assiepatosi.
Il destino, beffardo, volle che la zona dove atterrò la Ferrari del canadese era un’area interdetta al pubblico, ma le misure di sicurezza non furono rispettate e diversi spettatori gremivano la zona.
Persero la vita due persone: il fotografo Kazuhiro Oashi ed il commissario di gara Kengo Yuasa che si trovava lì per mandare via gli spettatori. Vennero ferite una decina di astanti.
Villeneuve, sotto shock per l’accaduto, uscì indenne dall’abitacolo, ma completamente distrutto nell’umore. La gara non fu sospesa: un’ambulanza entrò in pista, incurante delle monoposto che sfrecciavano sul tracciato.
Il gran premio proseguì con la vittoria di James Hunt su McLaren, sua ultima perla in F1. Alle sue spalle la Ferrari di Carlos Reutemann, secondo, e la Tyrrell del francese Patrick Depailler, terzo sotto la bandiera a scacchi.
Sul podio si presentò solo quest’ultimo, mentre Hunt e Reutemann, decisero di disertare per non perdere l’aereo.
Fuji 1977: le conseguenze
Le polemiche sulla tragedia furono incessanti. Gilles Villeneuve ricevette numerose accuse di essere il colpevole di quell’incidente e di essere un pilota pericoloso per sé e per gli altri.
Stampa e addetti ai lavori invocarono a gran voce il licenziamento del ferrarista. Enzo Ferrari, per tutta risposta, decise di metterlo sotto la propria ala protettrice e di confermarlo per la stagione 1978, con il compagno di squadra Carlos Reutemann.
Fu l’ultimo Gran Premio di F1 tenutosi in Giappone fino al 1987, quando l’evento spostato nell’avveniristico circuito di Suzuka.
All’epoca, viaggiare in Giappone era diventato insostenibile, per i problemi finanziari e per le questioni politiche visto che, per recarsi verso la terra del Sol Levante, dall’Europa, bisognava passare per l’Alaska o per Hong Kong considerando che alle compagnie aeree europee era stato vietato di sorvolare l’Unione Sovietica e la Cina.
Si aggiunse, poi, anche la scarsa sicurezza dell’impianto del Fuji come causa del ban. Dal 1987 al 2006 il Gran Premio del Giappone ė tenuto ininterrottamente a Suzuka.

Il ritorno del Fuji in F1 e il successivo abbandono
La F1 tornò al Fuji rinnovato solo nel 2007, 30 anni dopo la tragedia. La gara si corse sotto una pioggia battente. Ne uscì vincitore l’inglese Lewis Hamilton, su McLaren. L’anno successivo lo spagnolo Fernando Alonso, su Renault, ebbe la meglio conquistando il trionfo nell’ultima gara tenutasi al Fuji.
Fu annunciato che dal 2009 in poi, per il Gran Premio del Giappone, gli impianti di Fuji e di Suzuka si sarebbero alternati, ma a causa della scarsità dei biglietti venduti e della recessione economica globale, la Toyota, proprietaria del Fuji, passò la mano. Pertanto, dal 2009 fino al 2019 si corse solo a Suzuka. le gare del 2020 e 2021 furono cancellate a causa della pandemia di COVID-19 e la Formula 1 fece ritorno sul tracciato di proprietà della Honda nel 2022.
Il 2 febbraio di quest’anno è stato annunciato il rinnovo del contratto con la pista di Suzuka che ospiterà il Gran Premio del Giappone fino al 2029. Fuji, con le sue storie, il suo fascino ma anche le sue ombre resterà una pagina non replicabile della Formula Uno.
Crediti foto: F1