Il “Muro dei Campioni”, è la barriera in cemento che costeggia l’ultima curva (all’epoca era la 13, oggi è la 14), del circuito di Montreal. Si tratta del muro che si trova dopo l’ultima chicane e che si affronta dopo il lunghissimo rettilineo da 1,1 km che parte dopo il tornante. È uno dei punti di sorpasso più importanti del tracciato canadese.
Contesto storico
Il campionato mondiale di F1 del 1999, dopo 5 Gran Premi, si appresta ad essere uno dei mondiali più avvincenti di sempre. Il ferrarista Michael Schumacher è in fuga. Inseguono la McLaren del finlandese e campione del mondo in carica, Mika Hakkinen, e l’altro pilota in rosso, il nordirlandese Eddie Irvine.
Nelle qualifiche Schumacher conquista la pole position davanti al suo avversario più temibile, Mika Hakkinen, per appena 29 millesimi. In seconda fila i compagni di squadra dei due campioni: Eddie Irvine e l’altro pilota della McLaren, lo scozzese David Coulthard.
Gp Canada 1999, la gara: la sfida al muro
Allo spegnimento dei semafori i primi tre classificati mantengono le loro posizioni ma un incidente in curva 1 tra il pilota italiano Jarno Trulli, il francese Jean Alesi ed il brasiliano Rubens Barrichello, costringe il giudice di gara a far entrare la Safety Car in pista.
Appena dopo la fine del regime di Safety Car, al terzo giro, il brasiliano della BAR, Ricardo Zonta, va in testacoda all’ultima curva toccando il muro. Sarà il primo dei 4 piloti a collidere con esso, ma non da campione del mondo. La Safety Car viene richiamata in pista.
Al 15° giro, il “muro” miete la sua seconda vittima, la prima dei tre campioni del mondo. La Jordan dell’inglese Damon Hill, titolato nel 1996, tocca il muro danneggiando irrimediabilmente la sua vettura. Il britannico riesce comunque a metterla in sicurezza, permettendo il normale proseguimento della gara.
Al 30° giro il momento che cambia drasticamente la storia del Gran Premio. L’allora bi-campione del mondo, Michael Schumacher, in testa in quel la fase, compie un errore madornale all’ultima chicane e va dritto contro il muro dell’ultima curva: il ritiro è inevitabile. Regala la testa della classifica al suo avversario per il titolo, Mika Hakkinen.
Al 35° giro l’eroe di casa Jacques Villeneuve, imita il compagno di squadra della BAR andando a impattare col manufatto. Si ritira e per la terza volta la Safety Car fa presenza sul tracciato.
Ricapitolando, nella prima metà di gara il muro punì ben 4 piloti, di cui 3 campioni del Mondo: Damon Hill, Michael Schumacher e Jacques Villeneuve. Il Gran Premio, poi, finì in regime di Safety Car. Fu la prima volta nella storia della Formula 1. L’ennesimo ingresso della vettura di sicurezza dipese da un guasto ai freni della Jordan del tedesco Heinz-Harald Frentzen che in quel momento era in seconda posizione.
Vinse la McLaren con Mika Hakkinen che così sorpassò Schumacher nella classifica piloti. Secondo si piazzò l’italiano Giancarlo Fisichella sulla Benetton e sul gradino più basso del podio Eddie Irvine, che conquistò anche il suo primo ed unico giro veloce in gara.
Menzioni d’onore
Altri due campioni del mondo sono stati vittime del muro. Nel 2005, il futuro iridato 2009, Jenson Button con la BAR, partito dalla pole, al giro 49, messo sotto pressione dal ferrarista Michael Schumacher, compie un errore all’ultima chicane e si schianta al “Muro dei Campioni”. Quell’incidente, se vogliamo, gli fu di buon auspicio in vista del 2009.
Durante le prove libere del mattino del venerdì per il Gran Premio del Canada del 2011, il fresco campione del mondo, il tedesco Sebastian Vettel, impatta con la sua Red Bull in maniera violenta danneggiando pesantemente la sua monoposto. Ne scaturì la bandiera rossa e la sospensione della sessione.
Il Muro dei Campioni oggi
Il “Muro dei Campioni” ha subito, anche se non in maniera così drastica, il destino della curva “Tamburello” di Imola. Alcune modifiche che ne hanno tolto il fascino della sfida. Negli anni è stato spostato di alcuni metri rispetto alla posizione originaria, permettendo ai piloti di avere un margine di errore molto più ampio rispetto a quello precedente.
Era una delle poche sfide rimaste in Formula 1, ma in nome della sicurezza, queste hanno sempre meno spazio.
Crediti foto: F1