Ferrari, la sagra dell’ottimismo: è “solo” questione di due decimi

Fred Vasseur e il mantra dei due decimi da recuperare. Un refrain che ha stancato mentre gli altri intonano la marcia trionfale

La prima cosa da scrivere in grassetto e a caratteri cubitali è che nessuno si aspettava che Charles Leclerc vincesse il Gran Premio del Belgio. La pole position era un atto illusorio, giunto per un problema di Max Verstappen, che aveva cambiato la parte endotermica della Power Unit. Un conseguimento figlio di una serie di circostanze che avevano favorito una Ferrari molto abile a leggere le mutevoli condizioni della pista.

Uno dei pochi a parlare di possibilità di trionfo è stato proprio Fred Vasseur, che ancora prima della partenza della gara, sulla griglia, affermava che chi è davanti a tutti ha l’obbligo di credere di poter vincere. Forse lo stesso dirigente non dava credito alle sue parole, che venivano proferite in una sorta di slancio motivazionale per i suoi uomini che probabilmente in quel momento nemmeno lo ascoltavano perché impegnati nella preparazione delle monoposto.

Detto questo, e per come si erano messe le cose subito dopo la partenza, si pensava che il podio potesse essere un obiettivo facilmente raggiungibile. La cosa è avvenuta solo per la squalifica di George Russell la cui monoposto è risultata di 1,5 kg in meno al peso minimo consentito.

Quando Hamilton ha passato Charles e ha aperto un leggero margine di sicurezza, era chiaro che la Ferrari avesse difficoltà a chiudere quel gap per andare a puntare al bottino grosso. La mossa di Russell, ossia fare un solo pit stop contro le previsioni della stessa Pirelli, ha spiazzato la Ferrari e lo stesso Lewis Hamilton che alla fine della gara, era piuttosto incredulo per quanto era accaduto. Poi si sarebbero ribaltati i ruoli dopo le verifiche tecniche di Jo Bauer

Ferrari Gp Belgio 2024
Charles Leclerc, terzo nel Gp del Belgio dopo la squalifica di George Russell

Gp Belgio 2024, Ferrari: l’ottimismo incomprensibile di Fred Vasseur

A pochi giri dal termine, la SF24 numero 16 ha dovuto cedere il passo anche a Oscar Piastri. Nello sprint finale, a parità di gomma, la MCL38 è sembrata nettamente più veloce e performante della creatura di Maranello che è riuscita comunque a chiudere davanti a Max Verstappen.

Proprio questo elemento è stato sottolineato, con forse una nota di trionfalismo fuori luogo, da Vasseur subito dopo la bandiera a scacchi. Forse Fred dimenticava che il campione del mondo in carica partiva in undicesima posizione e aveva per giunta un treno di hard in meno, gomma che per la circostanza si è rivelata vincente. È positivo aver messo il muso davanti alle due Red Bull, ma di certo non c’è da stappare bottiglie di champagne.

Ancora una volta la Mercedes ha dato una lezione alla Ferrari e, nelle ultime gare, il team della Stella a Tre Punte inizia ha preso a farsi sotto nella classifica Costruttori. Ma non è questo ciò che interessa. Quello su cui focalizzarsi è una vettura, la W15, che pur avendo smontato gli aggiornamenti portati per la circostanza, è stata in grado di ottenere un’altra vittoria convincente che per un’oretta è stata addirittura una doppietta. Parliamo della macchina che, dopo la Red Bull, ha vinto più gare in questo mondiale: tre (due con Hamilton, una con Russell, ndr).

Lewis Hamilton, Mercedes W15

Una monoposto che, tra l’altro, partiva con un deficit cronometrico e tecnico molto ampio, che gli ingegneri di Brackley hanno saputo correggere grazie a un nuovo cinematismo sospensivo all’avantreno e a un’ala anteriore che ha ridato senso a un progetto tecnico che sembrava agonizzante e tendente al morente.

L’esatto opposto di quanto è successo in Ferrari dove gli aggiornamenti introdotti nel corso della stagione anziché migliorare le prestazioni della macchina le hanno peggiorate. Il fondo presentato in Ungheria, che doveva correggere i difetti del pacchetto Barcellona, non sembra aver sortito degli effetti clamorosi. E la gara di oggi, soprattutto nello stint finale, a serbatoi vuoti, lo dimostra.


Gp Belgio: Ferrari ha “solo” due decimi di ritardo dalla vetta

Non è nostra intenzione ridimensionare una prestazione comunque non negativa, ma va sottolineato che la Ferrari SF24 è stata la vettura più altalenante in pista in base agli stint e alle gomme calzate. E questo è un aspetto molto importante sul quale lavorare nel prosieguo del Campionato 2024.

Vasseur, ai microfoni di Sky, ha sottolineato che Leclerc è stato per lungo tempo sugli stessi crono, o giù di lì, delle Mercedes, delle McLaren e delle Red Bull. Fred ha parlato di soli due decimi di disavanzo da recuperare e della necessità di mettere insieme i pezzi per riuscirci.

Peccato che questa litania la ascoltiamo ormai da tempo. In una Formula 1 che ha finalmente realizzato la convergenza prestazionale di cui Liberty Media ci ha parlato sin dal 2021, due decimi al giro, anche su una pista lunga come Spa-Francorchamps, sono tanti. Perché con questo distacco rischi di trovarti davanti tre team e sei vetture, nella peggiore delle ipotesi.

Continuando a esprimersi in maniera ottimistica e a nascondere queste oggettive problematiche, Ferrari non farà mai lo scatto in avanti decisivo. Ora la Formula 1 va incontro a quattro settimane di stop, molte delle quali non potranno essere usate per lavorare.

A Zandvoort, quindi, si arriverà probabilmente con gli stessi valori visti negli ultimi tempi. E a Monza il team di Maranello potrebbe introdurre un nuovo pacchetto, ma in quella circostanza mancheranno nove Gran Premi.

La Ferrari SF-24 di Carlos Sainz scende in pista, Gp Belgio 2024

Gp Belgio: la Ferrari sarà in grado di reagire dopo la sosta?

La svolta deve arrivare immediatamente, altrimenti si rischia di sacrificare questo campionato al solito principio del “ci vediamo l’anno prossimo“. Con un Leclerc nella forma smagliante vista oggi e un Hamilton che è tornato su livelli grandissimi, è necessario impostare un progetto 2025 su basi molto consistenti e non paludose come la versione che calca le piste del mondiale 2024.

Per fare questo, Ferrari ha due strade: lavorare sul 2024 definendolo come base della futura monoposto o mollare la SF24 e iniziare a concentrarsi seriamente sul modello che le succederà. Non sarebbe uno scandalo, basterebbe ammetterlo chiaramente senza lanciarsi nei soliti stucchevoli e noiosi commenti votati a un ottimismo sfiancante.

Ormai la Ferrari non riesce nemmeno più a raggiungere un podio in circostanze normali, quindi non si vede cosa ci sia di entusiasmante da tirare fuori dal periodo che succede alla straordinaria vittoria di Montecarlo. Da quel momento, è bene ricordarlo, sono arrivati due podi: uno nella gara in cui Max Verstappen e Lando Norris si sono fatti fuori. L’altro oggi dopo la topica Mercedes. Poco, pochissimo, quasi nulla.


Crediti foto: Scuderia Ferrari HP

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