Gp Belgio 2025, strategia gara – Le qualifiche del sabato a Spa-Francorchamps hanno confermato un divario tra la McLaren e il resto del gruppo, anche se rispetto alla qualifica sprint troviamo una Ferrari più vicina: leggi l’analisi telemetrica. Ma, si sa, ogni previsione si dissolve di fronte alla complessità tipica del tracciato belga. La gara, infatti, non si deciderà sulla base di un singolo giro a serbatoio scarico. Saranno altri i fattori determinanti: il comportamento delle gomme, il degrado, la velocità sul dritto e, naturalmente, l’imprevedibilità metereologica (mentre questo articolo va on line la gara di F3 è stata fermata per un acquazzone che ha reso la pista impraticabile).
Un contesto che, se da un lato potrebbe togliere certezze a Lando Norris – autore della pole e fresco vincitore a Silverstone – dall’altro apre interessanti prospettive al leader del mondiale Oscar Piastri, che scatterà al suo fianco in prima fila, e a Max Verstappen, quarto in griglia dopo aver dominato la Sprint del sabato.
GP Belgio – Cosa ha insegnato il caos strategico del 2024?
La scorsa edizione del GP ha regalato due storie distinte: quella celebrata sul podio e quella emersa a posteriori, quando la FIA ha sancito la squalifica di George Russell per irregolarità nel peso della W15.
Sul piano sportivo, la gara ha seguito uno schema a due soste piuttosto lineare. Hamilton, Piastri e Leclerc hanno optato per una sequenza media-dura-dura. Norris e Ocon, rispettivamente in quinta e nona posizione finale, hanno replicato lo stesso approccio, con pit stop distribuiti tra l’11° e il 30° giro. Altri hanno variato: Verstappen ha chiuso quarto con una strategia media-dura-media; Sainz ha scelto dura-media-dura; Perez è andato su media-media-dura, con l’aggiunta di due giri conclusivi su soft per strappare il giro più veloce, ora abolito.
Il caso più atipico è stato Fernando Alonso, ottavo con una singola sosta media-dura, effettuata già al 13° giro. Un piano che, per lunghi tratti, sembrava potesse premiare George Russell: partito dalla sesta posizione, ha guadagnato terreno con un primo pit anticipato al decimo giro. Rimanendo in pista quando gli altri si fermavano per la seconda volta, è salito al comando, resistendo al ritorno di Hamilton fino al traguardo. Tuttavia, la bilancia ha poi rivelato un’irregolarità di 1,5 kg sotto il peso minimo, vanificando la sua vittoria.
GP Belgio – Nuove mescole e scenari inediti per il 2025
Per questa edizione, Pirelli ha deciso di modificare l’offerta delle mescole. Rispetto al 2024 (C2, C3 e C4), quest’anno il costruttore ha portato C1, C3 e C4, cercando di stimolare un dilemma tattico tra l’aggressività delle due soste e la prudenza di una sola fermata ben gestita.
Le condizioni ambientali, però, hanno spostato l’ago della bilancia, rendendo teoricamente percorribili entrambe le opzioni. Molto dipenderà dalla temperatura dell’asfalto, dalla possibilità di correre in aria pulita e dalle scelte di setup. In sostanza, sarà una partita di scacchi in tempo reale.
Le simulazioni Pirelli: due soste con soft e medie è la via più veloce
Secondo i modelli Pirelli, lo scenario più competitivo prevede una gara su tre stint con combinazione soft>medium>medium. Le finestre per i pit stop sono particolarmente ampie: il primo previsto tra il 12° e il 18° giro, il secondo tra il 25° e il 31°. Un ventaglio di possibilità che evidenzia quanto sarà importante la lettura dell’evoluzione della corsa. L’anno scorso le soft erano state quasi ignorate, ma nel 2025 i compound sono più “robusti” e potrebbero avere un ruolo centrale.
Tattiche alternative per chi parte nei primi dieci
Una sola sosta? Non è da escludere. Le strategie più conservative, come la combinazione soft>medium, restano valide. Il delta con la doppia sosta è contenuto. Lo stesso Mario Isola, direttore motorsport Pirelli, conferma: “Secondo i nostri dati, la soft>medium>medium è leggermente più veloce della soft>medium singola. Tuttavia, con temperature più basse e un degrado più gestibile, la one-stop potrebbe diventare concretamente percorribile. Richiederà grande attenzione nella gestione del ritmo, ma è praticabile”, ha spiegato il dirigente a F1.com.
La griglia spezzata e l’opportunità dei big in difficoltà
Non c’è bisogno di penalità per avere una griglia mista a Spa. Quest’anno lo schieramento presenta distacchi anomali: 13 posizioni tra Leclerc e Hamilton, 10 tra Albon e Sainz, 12 tra Russell e il debuttante Antonelli.
Una condizione che potrebbe premiare i team capaci di impostare una strategia efficace partendo dal traffico. Nella Sprint del sabato i sorpassi sono stati limitati – complice l’uniformità delle gomme – ma nella gara principale, quando entreranno in gioco degrado e differenziali prestazionali tra le mescole, la dinamica potrà cambiare radicalmente. A Spa, una vettura competitiva può rimontare senza affidarsi al caso o a un undercut rischioso: basta il passo gara per scalare posizioni.
Per i team costretti a partire dal fondo o fuori posizione, c’è un’altra opzione: la strategia media>dura a sosta singola, con pit stop da pianificare tra il 17° e il 23° giro. Su carta non è la più veloce, soprattutto se le soft si riveleranno affidabili, ma può diventare una soluzione efficace in caso di degrado contenuto o se le condizioni cambieranno improvvisamente. Tutto, come sempre, dipende da che volto offrirà Spa alle 15:00, orario della partenza.

Meteo variabile: la carta sparigliante
Inutile girarci attorno: il tempo resta il fattore più imprevedibile del weekend. In due giorni si è visto di tutto: sole pieno, pioggia leggera, acquazzoni intensi e perfino nebbia tanto fitta da costringere a rimandare una sessione di F3 per l’impossibilità di far decollare l’elicottero medico.
Le previsioni per oggi parlano di pioggia al mattino con un graduale miglioramento nel primo pomeriggio. Tra le 15 e le 17, la finestra temporale della gara, le probabilità di precipitazioni scendono al 40%, ma potrebbero tornare a salire in serata.
Anche in assenza di pioggia durante la corsa, l’eventuale bagnato precedente avrà conseguenze tangibili sull’efficacia delle mescole più dure, che tendono a soffrire su asfalti freddi e poco gommati, come già accaduto a Barcellona.
Crediti foto: F1.com, Scuderia Ferrari HP
Seguici sul nostro canale YouTube: clicca qui