Gp Belgio 2025 – Spa-Francorchamps non perdona. Mai. In un fine settimana in cui le attese si erano accese attorno agli aggiornamenti tecnici portati dalla Ferrari (il riferimento è alla nuova sospensione posteriore di cui si è parlato tanto, forse pure troppo) e in cui Lewis Hamilton avrebbe dovuto finalmente trovare continuità dopo settimane di prestazioni opache, il verdetto – parziale, va detto – delle Qualifiche Sprint è stato invece un pugno allo stomaco per chi sperava in un ribaltamento dei valori in campo.
Tutti i documenti migliorativi redatti dal sette volte iridato nelle settimane scorse sono volati via dalla finestra. Ora non resta che provare a raccoglierli e capire se questo vademecum serva a qualcosa o se la sua composizione sia stata una grande perdita di tempo e di risorse che forse era meglio destinare al progetto 2026.
Oscar Piastri s’è preso la scena con una prestazione monstre alla quale solo Max Verstappen – sempre lui, solo lui – ha provato a mettere una toppa. Senza esito positivo. Un giro perfetto, da altro pianeta, come ha ammesso Fred Vasseur. La Rossa n°16, questa la verità scottante, le ha prese ovunque, come dimostrato nell’analisi telemetrica: leggi qui.

Ma, nonostante ciò, il team principal della Ferrari ha provato a vedere il bicchiere mezzo pieno: “Charles ha fatto un buon giro, abbiamo margini di miglioramento, e i dati della nuova sospensione corrispondono alle aspettative”. Ma la realtà è che la Ferrari resta ancora troppo lontana dal vertice per poter parlare di svolta. Anzi, quando Leclerc chiude a oltre sette decimi dal riferimento, nonostante una vettura apparentemente “più guidabile” (parole del monegasco) e con sensazioni migliorate, è chiaro che il lavoro da fare è ancora immenso. Ma ad essere ristretto è il tempo che resta.
Charles, come spesso succede, non cerca alibi: la SF-25 gli ha dato segnali incoraggianti, ma il distacco resta inaccettabile. Non c’è stato un errore evidente, nessuna svista strategica o sbavatura tecnica: semplicemente, manca quel grip che invece straborda dalla McLaren MCL39, un fioretto affilato che sa far male. E se l’evoluzione tecnica c’è stata, l’effetto sulla classifica non si è visto. O, come ha sottolineato Vasseur, si è notato solo in parte, perché quando tutti progrediscono contemporaneamente, ogni passo in avanti rischia di restare invisibile al cronometro.
La Ferrari, oggi, sembra incastrata in una specie di limbo: ha smesso di arrancare come a inizio stagione, ma non ha ancora trovato il modo per spingere fino in cima. I miglioramenti sono tangibili ma non decisivi. È un processo di crescita lento, faticoso, forse frustrante. Ma, nel contesto di un campionato che sta premiando la continuità evolutiva di McLaren e l’aggressività tecnica di una Red Bull a una punta (Tsunoda continua a collezionare prestazioni modeste), la cautela ferrarista si sta rivelando insufficiente. 13 gare per introdurre quella che è stata descritta da certa stampa estatica e spesso acritica come la panacea di tutti i mali. Ma questi restano là, forse ammorbiditi, ma di certo non sconfitti.

Gp Belgio, Ferrari: la crisi di Lewis Hamilton
E poi c’è Hamilton. L’ombra di se stesso. La sua Qualifica Sprint è racchiusa tutta in quella chicane finale dove il posteriore lo tradisce come mai prima, a detta sua, in carriera. Il testacoda, certo. Ma la vera frattura arriva prima, in quel primo tentativo abortito anche a causa della nuvola di ghiaia alzata da Tsunoda, che ha distratto il sette volte campione del mondo. Vasseur, pur parlando dall’esterno dell’abitacolo, ne offre una lettura comprensiva.
Ma il punto non è il singolo errore. È lo sguardo di Hamilton che racconta più di mille parole. “Non mi sembra che stia andando alla grande”, dice a proposito degli aggiornamenti. E non è solo frustrazione, è disincanto. È la constatazione che l’orizzonte promesso continua a spostarsi più in là, chilometro dopo chilometro, gran premio dopo gran premio.
A Spa, dunque, si è corso un Gran Premio ancora prima del via. Una gara tra visioni e riscontri. La McLaren è l’unica a poter sorridere davvero: veloce, stabile, concreta. La Ferrari prende appunti, cercando di capire quanto valgano davvero queste nuove sospensioni e quanto sia sostenibile il percorso intrapreso. Lewis, invece, pare fermo al palo. Il pilota è sempre più insofferente a un pacchetto tecnico che non risponde.
Nella foresta delle Ardenne la verità è tornata a imporsi con brutalità. Le ambizioni contano, ma senza riscontri servono a poco. Oggi c’è la possibilità di invertire la rotta. Sempre che il sabato di Spa-Francorchamps non si trasformi nell’ennesima promessa disattesa.
Crediti foto: Scuderia Ferrari HP
Seguici sul nostro canale YouTube: clicca qui