Nel cuore delle Ardenne, dove la pioggia e il sole danzano in una perpetua lotta per la supremazia, la McLaren ha scritto probabilmente il capitolo conclusivo nella saga del Mondiale 2025. Il GP del Belgio, con la sua aria rarefatta di leggenda, ha visto trionfare non solo due piloti – Oscar Piastri che precede Lando Norris e solidifica il primato iridato – ma un’intera filosofia tecnica e sportiva che ha trovato la sua espressione più alta nella MCL39, una creatura che sembra aver domato definitivamente le ambizioni dei rivali.
La corsa di Spa-Francorchamps non è stata semplicemente vinta. È stata dominata. Una volta ancora. Con autorità, con grazia, con una ferocia lucida e composta che ha lasciato i rivali attoniti, mentre i due alfieri di Woking scavavano un solco invalicabile tra sé e il resto del gruppo. Su un asfalto bagnato, umido, poi progressivamente asciutto ma mai completamente affidabile, le MCL39 hanno danzato con eleganza là dove gli altri inciampavano, rivelando un livello di aderenza, di bilanciamento e di trazione che nessun altro ha saputo replicare. È il refrain del 2025 che si è ripalesato. Ma stavolta con effetti ancor più annichilenti visto che la concorrenza non era stata ferma.

Gp Belgio 2025: McLaren respinge ogni attacco
Non sono bastati gli sforzi ingegneristici della Ferrari, che ha gettato nella mischia una sospensione posteriore profondamente rivista per una SF-25 in ripresa ma ancora lontana dalla cima, nella speranza di trovare finalmente la quadra in termini di trazione meccanica e stabilità in uscita di curva. Non è bastato nemmeno il corposo pacchetto di aggiornamenti della Red Bull, un intervento che ha investito fondo, inlet, profili alari, cofano motore, carenatura delle sospensioni anteriori con l’ambizione di riportare Max Verstappen alla lotta per il titolo. Tutto vano. Tutto sterile. Le McLaren sono state semplicemente imprendibili.
Oscar Piastri, freddo come la pioggia delle prime tornate, ha guidato con la compostezza di un veterano e la velocità di uno che sa il fatto suo. Ha preso la testa al via e non l’ha mollata più avvisando il compagno di squadra che quest’anno c’è poca trippa da mangiare. Lando Norris, secondo, ha completato una doppietta che sa di monito per chiunque ambisca alla corona iridata: nonostante i desiderata e gli sforzi tecnici il gap resta. E con un quadro normativo al canto del cigno risulta difficile immaginare che qualcuno possa sparigliare le carte.

Il dato che più impressiona, al di là dei distacchi importanti, è la versatilità della MCL39. Una vettura capace di esprimersi al massimo in condizioni di pista mutevole, dove il compromesso aerodinamico e la capacità di lettura delle transizioni diventano fondamentali. Dove le altre si dibattevano tra sovrasterzo e sottosterzo, tra difficoltà di warm-up e strategie di pit stop caotiche, la McLaren sembrava conoscere in anticipo il finale del film. E recitava il copione con la disinvoltura di chi sa che il palcoscenico gli appartiene.
Per Ferrari e Red Bull, questa domenica belga rappresenta uno schiaffo potente. Nonostante gli aggiornamenti, il passo gara è rimasto incompleto, parziale. Charles Leclerc e Lewis Hamilton, pur generosi, si sono trovati a giocare il ruolo di seconda forza. Non male in assoluto, ma nulla che sia capace di impensierire le McLaren, troppo veloci per essere risucchiate dal gruppo. Verstappen, dal canto suo, ha combattuto come può fare un campione del mondo che annusa il sangue, ma anche lui si è dovuto arrendere all’evidenza: la sua RB21, seppur ritoccata e aggiornata, non ha il morso tramortente. La vittoria nella Sprint Race sembra già uno sbiadito ricordo. Un lampo senza replica.
E così, tra le foreste di Spa, è risuonato un inno nuovo, un’armonia arancione (che non è quello dell’Olanda di Max) che ha oscurato ogni altro colore. La McLaren, con la sua doppietta, non ha solo vinto una gara: ha lanciato un messaggio al campionato. Il dominio di Spa non è un punto di arrivo, ma un punto di partenza. La geometria delle vittorie future potrebbe rispecchiare proprio questa superiorità mostrata nelle Ardenne.
Crediti foto: Scuderia Ferrari HP, McLaren F1
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