GP Belgio 2025 – Analisi Telemetrica Qualifiche – A Spa-Francorchamps, uno dei circuiti più impegnativi del calendario, la lotta per la pole position ha visto primeggiare Lando Norris che ha registrato il tempo di 1:40.562, davanti a Oscar Piastri e a un solido Charles Leclerc che si accasa in terza posizione sfruttando anche l’errore fatale di Verstappen alla Source nel suo ultimo assalto.
Il confronto telemetrico tra il pilota McLaren e quello Ferrari, separati da 0.338 secondi, evidenzia due approcci differenti nella gestione del giro secco, frutto di filosofie tecniche distinte e di strategie di guida calibrate sulla natura ondulata e variegata del tracciato belga.
Analizziamo in profondità cinque parametri chiave: velocità, apertura del gas (throttle), regime di giri motore (RPM), marce utilizzate e delta tempo per evidenziare le differenze tra le due tornate push.
1. Velocità: Norris più stabile e progressivo, Leclerc più aggressivo nei picchi
Il grafico della velocità racconta di un Norris capace di costruire la sua prestazione su una gestione fluida, in particolare nei tratti ad alta velocità come Eau Rouge-Raidillon, Kemmel Straight e il tratto che porta a Blanchimont. Pur avendo una velocità di punta molto simile a Leclerc, è la maggior costanza nei tratti intermedi ad aver permesso al pilota McLaren di guadagnare decimi preziosi.
Un esempio emblematico si trova tra i 2000 e i 5000 metri, quindi nel T2, parte in cui la McLaren riesce a mantenere un profilo di velocità più lineare e alto nei segmenti misti e semi-veloci (curve 8-9 e 10-11, la “Double-Gauche” e Pouhon), a dimostrazione di un bilanciamento aerodinamico efficace nel trattenere velocità in percorrenza. Leclerc, al contrario, accusa cali di velocità più marcati in inserimento e percorrenza, suggerendo un posteriore meno “piantato” o una maggiore prudenza nell’affrontare le curve in appoggio.
2. Throttle: l’efficienza della trazione McLaren nei tratti lenti
Nel pannello dedicato all’apertura del gas, la McLaren di Norris si distingue per una gestione più precoce e aggressiva del pedale dell’acceleratore, soprattutto in uscita dalle curve lente, come La Source (curva 1), la chicane Bus Stop (curva 18-19) e l’uscita della Rivage. Questa caratteristica lascia intuire due aspetti fondamentali:
- Un’eccellente trazione meccanica, supportata probabilmente da una gestione ottimale del differenziale e del torque mapping.
- Un posteriore che Norris sente sicuro sotto carico, in grado di assorbire la coppia senza indurre instabilità.
Leclerc, pur mantenendo una buona progressione, appare più cauto nel tornare al 100% del gas, in particolare nei tratti in salita o in uscita da curve dove la trazione è messa alla prova. Questo compromette leggermente la velocità di uscita e, di conseguenza, la performance in rettilineo.
3. RPM: Norris più alto nei regimi medi, Leclerc più alto in staccata
Nel confronto dei regimi di rotazione del motore, emergono due filosofie opposte. Norris tende a mantenere regimi più alti nei tratti medi, sfruttando probabilmente un mapping motore più “alto” e rapporti più lunghi per evitare cambiate superflue. Questo approccio aiuta nella continuità della trazione e nella fluidità del giro, riducendo la quantità di cambi di marcia e ottimizzando l’erogazione.
Leclerc, invece, mostra picchi più marcati in alcune fasi di rilascio e frenata, in particolare tra i 3000 e i 5000 metri dell’impianto belga. Questo comportamento suggerisce un uso più dinamico del cambio, ma anche una risposta meno progressiva del motore nel range medio. In una pista come Spa, dove l’elasticità del motore nella zona 8000–11000 giri è cruciale, questa differenza può incidere pesantemente sull’uscita dalle curve medio-lente.
4. nGear: gestione delle marce e differenze di setup
Il confronto dell’utilizzo del cambio tra i due piloti evidenzia un pattern importante: Leclerc usa più spesso marce inferiori in ingresso di curva, specialmente tra Rivage e Pouhon (curve 8–10) e nella chicane finale. Questo può essere un indicatore di un setup “più corto” per privilegiare l’uscita dalle pieghe strette, ma che penalizza la progressione in rettilineo.
Norris adotta uno schema di cambiata più progressivo, evitando scalate aggressive e prediligendo la stabilità in appoggio, segno di una vettura che permette di sfruttare la percorrenza con marce alte, riducendo così il tempo perso in transizione.
Inoltre, la gestione del cambio da parte di Norris appare più coerente con le caratteristiche della McLaren MCL39: un telaio neutro e ben bilanciato che consente l’utilizzo di marce alte anche nei tratti più tecnici.
5. Delta Time: il sorpasso netto tra i 2500 e i 5000 metri
Il grafico del Delta Time è impietoso nel mostrare dove Norris ha costruito il suo vantaggio. Dopo un primo settore piuttosto equilibrato (0–2000 m), il gap si amplia in maniera significativa tra la fine del secondo settore e l’inizio del terzo, dove il pilota McLaren scava un solco che arriva a oltre 6 decimi di vantaggio momentaneo, per poi assestarsi sul definitivo +0.338s al traguardo.
Le aree chiave:
- Curva 9 – Pouhon: qui Norris mantiene più velocità in percorrenza, sfruttando il grip laterale della sua monoposto in maniera ottimale.
- Curva 14-15 (Campus e Stavelot): altro tratto dove Norris riesce a costruire ritmo con meno correzioni e una linea più pulita.
- Chicane finale: qui entrambi sono al limite, ma Leclerc sembra leggermente più conservativo in inserimento, forse per proteggersi da possibili instabilità.
McLaren MCL39 e Ferrari SF-25: due pacchetti diversi, due stili in antitesi
Questo confronto telemetrico va letto anche alla luce delle caratteristiche tecniche delle due vetture:
- La McLaren MCL39 si conferma forte in trazione, precisa nei cambi di direzione e dotata di un eccellente bilanciamento aerodinamico. Il lavoro sulla piattaforma sospensiva, unito a una mappatura motore molto efficace, consente a Norris di sfruttare marce alte e una linea più tesa.
- La Ferrari SF-25, invece, mostra ancora qualche limite nella gestione della fase centrale della curva e nella risposta del retrotreno in condizioni di carico variabile. Leclerc ha dovuto compensare con il talento e una guida aggressiva, specie in frenata, ma paga dazio nel ritmo medio.
Uno scenario che si riflette anche in gara?
La prestazione di Norris a Spa-Francorchamps non è figlia del caso: è il risultato di un connubio perfetto tra una monoposto completa e un pilota che ha superato le difficoltà di inizio anno e sembra oggi in piena maturità tecnica. Se la McLaren riuscirà a confermare questa supremazia anche sul passo gara, allora è ipotizzabile un 1-2 con Red Bull e Ferrari a contendersi il terzo posto. Ma molto dipenderà anche da un meteo che si preannuncia instabile e piovoso.
Leclerc, da parte sua, ha massimizzato il potenziale di una SF-25 ancora sensibile alle variazioni di assetto pista per pista. Il gap è contenuto, ma significativo. Serve un salto qualitativo – specie nei tratti misti – se la Ferrari vuole tornare a lottare per le prime posizioni. Se la Rossa è quella vista nella Sprint Race c’è poco margine per fare il solletico alle vetture papaya.
Gp Belgio 2025 – Norris vs Leclerc: il comportamento nei tre settori
Crediti foto: Formulacritica
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Bella analisi complimenti 👏. A mio modesto parere vi leggo un Norris che fa il “compito” nel modo in cui gli è stato indicato dalla squadra, al contrario Leclerc ci mette del suo e cerca di tirare fuori qualcosa in più da una SF-25 con evidenti limiti, andando forse più veloce (ma rimane il dubbio) che facendo il normale compito.