Gp Bahrain 2025 – Bocciare una soluzione tecnica, il nuovo fondo della Ferrari SF-25 nella fattispecie, dopo due ore di lavoro – per giunta con la prima parte quasi del tutto sacrificata a causa di una pista non in perfette condizioni e dalla presenza di Dino Beganovic, che ha sostituito Charles Leclerc nel programma giovani imposto dalla FIA – sarebbe un peccato mortale; un errore concettuale che non ci sentiamo di commettere in maniera lucida. Il che sarebbe ancora più grave.
Fatto sta che quello che si è visto in pista, specie nel secondo turno di Libere, quello disputato sì con il calare della sera, quindi nelle stesse condizioni che troveremo in qualifica e in gara, non ha incoraggiato più di tanto. Anzi. Per Lewis Hamilton le due sessioni di test sono state una specie di supplizio: il sette volte campione del mondo non si è mai trovato a proprio agio con la SF-25, lamentandosi di un problema di bilanciamento che si riscontra sulla parte destra della vettura. Ne è uscita una settima posizione finale, condita da troppe difficoltà di guida che fanno suonare qualche piccolo campanello d’allarme.
Con Charles Leclerc le cose sono andate leggermente meglio, visto che il monegasco ha chiuso la seduta di lavoro a sandwich tra le due Mercedes, accusando però un distacco di mezzo secondo dalla prima posizione occupata da Oscar Piastri. Parliamo ovviamente di gap maturati con gomma soft, quel compound che aiuta a superare qualche problematica grazie all’extra grip che concede nel giro push. È sul lungo che sono emersi i segnali meno incoraggianti.
Nelle simulazioni di passo gara, la SF-25 è sembrata nuovamente essere leggermente più alta della concorrenza. A un certo punto la MCL39 e la Rossa si sono viste affiancate e si notava chiaramente come la monoposto inglese sfregasse più intensamente con l’asfalto rispetto alla macchina italiana, che quasi non produceva scintille.
Il nuovo fondo – lo ha spiegato direttamente Jerome d’Ambrosio – non nasce come correttivo ai difetti emersi nelle prime tre gare, ma si tratta di uno sviluppo programmato già in partenza. Cosa alla quale fatichiamo a credere, anche se non vogliamo mettere in dubbio la parola di un rappresentante così importante del mondo rosso. Se fosse vera questa dinamica, significherebbe che questi update sono progettati per estrarre altre performance su una piattaforma aero-meccanica che non sta funzionando a dovere. Insomma, è come se si mettessero al piede di una persona con gambe fratturate scarpe da running.

GP Bahrain 2025, cosa dicono i passi gara
L’analisi dei passi gara non mente: la Ferrari ha mostrato una linea poco incoraggiante. Tra i quattro top team è forse quella posizionata peggio. È chiaro che bisogna pesare il lavoro effettuato con i carichi di carburante e soprattutto con le mappature motore. Maranello è solitamente conservativa, ma forse non nella misura in cui lo è Red Bull, che è usualmente il team che il venerdì va più “basso” di power unit.
Proprio la RB21, come si evince dal nostro grafico in alto, è la vettura che se la gioca con la SF-25. Mercedes è leggermente più veloce nel complesso. Queste tre auto non riescono a pareggiare i passi delle MCL39, che hanno differenziato il lavoro andando su poli opposti: gomma soft per Lando Norris e hard per Oscar Piastri, come si vede in basso. La vettura inglese, almeno per ora, sembra non avere rivali: veloce sul push lap, rapida sul passo. E soprattutto capace di gestire meglio di ogni altra il degrado su una pista molto esigente, specie con l’asse arretrato.
Fp3, per la Ferrari, assumerà un carattere decisivo nell’economia del weekend del Bahrain, e forse per la stagione in generale. Al momento non si prospettano passi indietro come avvenne l’anno scorso dopo l’introduzione del pacchetto spagnolo, ma un po’ di paura sorge se le risultanze odierne dovessero essere confermate in qualifica e in gara.
“Il fondo ci dà quello che ci aspettavamo in termini di carico aerodinamico. È un piccolo passo avanti in termini di deportanza, ma in queste condizioni le gomme si surriscaldano e si perde la deportanza guadagnata“. Così si è espresso Fred Vasseur al termine delle seconde libere. Dichiarazioni non proprio rasserenanti quelle del manager transalpino.
Se qualcuno cercava risposte immediate è chiaro che non le avrà. Ora sarà importante incrociare i dati con quelli emersi dai sistemi simulativi di Maranello per capire come definire un giusto setup che, appare piuttosto evidente, non è ancora stato centrato. È soprattutto Hamilton che continua a soffrire e lui deve trovare qualcosa in collaborazione con il suo ingegnere di pista. Si lavorerà alacremente al simulatore e il ponte Sakhir – Maranello sarà più caldo che mai nelle prossime ore.
Grafici: Formulacritica
Illustrazione copertina: Chiara Avanzo per Formulacritica
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