Il catastrofico GP del Bahrain della Alpine visto da Luca De Meo

Il Gp del Bahrain ha mostrato una Alpine debole e in totale confusione. Il team transalpino paga per scelte sbagliate fatte anni fa. Tra queste quella di mollare Fernando Alonso

Montezemolo raccontò che quando Alonso perse il mondiale ad Abu Dhabi ruppe il televisore. Chissà se nel weekend del Gp del Bahrain quello di Luca De Meo ha rischiato di fare la stessa fine…

La parabola discendente di Alpine sembra non arrestarsi, eppure questo progetto era partito sotto i migliori auspici. Le dichiarazioni del nostro De Meo erano ambiziose e pragmatiche nel presentarsi come un manager con un’idea chiara di cosa significasse investire in F1 e decisamente meno “sborone” rispetto al Marchionne fresco dell’investitura presidenziale di fine 2014.

La mentalità sembrava essere quella di una squadra consapevole dei propri limiti (uno su tutti, la power unit) ma con tanta voglia di colmare il gap sugli avversari e affrontare il cambio regolamentare del 2022 giocando all’attacco, cercando soluzioni tecniche originali che provarono a proporre anche nel 2021.

Con queste premesse l’ingaggio di Fernando Alonso costituiva la ciliegina sulla torta, colui che nella sua vita ha sempre messo il cuore (e il talento) oltre l’ostacolo, anche con mezzi inferiori. Dal punto di vista commerciale, il capitolo che Nando e Renault (ora Alpine) hanno scritto nella storia della Formula Uno ha portato i più a sperare che la questa si ripetesse; una suggestione simile a quella di McLaren-Honda nel 2015.

E infatti… “No power !”, solo con una PU Renault un po’ più affidabile, potente e meno “elettrizzante” (ma penso che di quest’ultima cosa il buon Fernando ne sia stato sollevato). Da “El Plan” a “La Pesadilla” (l’incubo, come direbbero a Oviedo) il passo è stato breve; l’epilogo lo conosciamo tutti: Fernando che se ne va, Piastri che viene annunciato come nuovo pilota a sua insaputa, De Meo che azzera i vertici di Alpine durante il weekend di Monza 2023.

Alpine
La Alpine di Esteban Ocon avvolta dal fumo: la sintesi dell’esperienza Renault con le power unit.

Alpine: cosa non sta funzionando della cura De Meo?

Che cosa non ha funzionato e non sta funzionando ? De Meo commentò l’azzeramento così: “Mi avevano promesso delle cose che non sono state mantenute. Quando al tuo capo dici una cosa, poi la devi fare: sta nelle dinamiche di un’azienda”. Mi verrebbe da dire che il team principal, tale Otmar Szafnauer, abbia fatto anche troppo. Piloti come Alonso, che sono patrimonio immateriale del motorsport (senza di loro lo spettacolo non ci sarebbe), andrebbero trattati con rispetto: non si tergiversa per mesi per discutere un rinnovo che non vuoi, facendo intendere invece ai media che la firma fosse questione di poco.

I commenti sprezzanti sull’età di Fernando e la decisione singolare di preferirgli Ocon (“Esteban può essere il leader di Alpine”, cit.) solo perché più giovane dicono molto sull’ex TP e poco sul vecchio pilota, visto e considerato che le buone prestazioni di Fernando sono sotto gli occhi di tutti, a meno che non si voglia rimanere ciechi o guardare le gare da dietro il televisore.

Ad eccezione delle prime gare del 2021, Fernando ha mostrato prestazioni di alto livello, come ci ha abituato da più di vent’anni, e il ritorno sul podio in Qatar è stata una dolce conferma. Quelle gare che Ocon può tentare di fare solo al simulatore, salvo poi svegliarsi d’improvviso tutto sudato. La questione Piastri, invece, è talmente ridicola che qualsiasi commento sarebbe come sparare sulla Croce Rossa. Con un TP del genere viene quasi da rivalutare Arrivabene, E ho detto tutto.

Fernando Alonso patrimonio della F1 e colonna della Aston Martin

Alpine ha perso la bussola

Tuttavia non può essere solo una persona la causa di tutti i problemi, ma solo il sintomo del fatto che la squadra non funziona. Renault è l’unico costruttore ad avere significativi problemi di affidabilità e gestione della Power Unit, insieme a un progetto tecnico che evidentemente non sono stati in grado di sviluppare o di migliorare. Subito dopo la gara del Bahrain è uscita un’indiscrezione secondo la quale il direttore tecnico Matt Harman e il capo dell’aerodinamica Dirk de Beer si sarebbero dimessi dai rispettivi ruoli, effettivamente qualificarsi ultimi persino dietro alla Haas è un po’ troppo.

Si è persa la bussola, ed è qui che vedremo come De Meo sarà capace nel gestire la situazione. L’azzeramento dei vertici ha sicuramente dato un segnale forte alla squadra; lo sviluppo della macchina 2024 era già iniziato da mesi per cui il risultato di ieri è una diretta conseguenza del caos che governava allora.

In questa decisione il nostro De Meo ricorda il compianto Marchionne. Con la speranza però che, a differenza di quest’ultimo, il CEO di Alpine non sia così presuntuoso da favorire un’emorragia di tecnici, ma che sappia circondarsi di ingegneri senior di valore con i quali far rifiorire la “Ferrari francese”. Il cambio regolamentare del 2026 può essere la grande occasione di svolta: Alpine non può farsi trovare impreparata e ogni appassionato di Formula Uno non può che augurarsi un team finalmente competitivo. Ma senza Ocon.


Crediti foto: Alpine, Aston Martin

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