GP Azerbaijan 2025, analisi Ferrari SF-25 – Il venerdì di Baku non è mai banale. Il cittadino azero, con il suo mix di lunghi rettilinei e sezioni anguste tra i muretti della città vecchia, è un banco di prova privilegiato per verificare le scelte aerodinamiche e gli equilibri meccanici delle monoposto. Nel venerdì la Ferrari è stata al centro dell’attenzione: non soltanto per la consistenza del programma portato avanti con Charles Leclerc e Lewis Hamilton, ma soprattutto per le prime evidenze su piccoli ma efficaci aggiornamenti tecnici introdotti e sulle differenti filosofie di assetto adottate dai due piloti.
FP1: una sessione dimezzata
La prima sessione di libere è stata condizionata da una lunga interruzione. Un problema strutturale al cordolo di curva 16 ha imposto l’esposizione della bandiera gialla (che nei fatti aveva la funziona di una rossa visto che nessuno era in pista) per oltre 25 minuti, riducendo drasticamente il tempo utile a disposizione delle squadre. In questo contesto, Ferrari ha impostato un lavoro minimale, concentrato più sulla presa di confidenza dei piloti con le condizioni del tracciato che su raccolta dati esaustiva.
Leclerc ha condotto una seduta pulita, sfruttando due set della stessa mescola senza particolari intoppi. Hamilton, invece, ha vissuto un momento di apprensione toccando il muretto con l’anteriore sinistro della sua SF-25. L’impatto non ha comportato danni significativi, consentendo al sette volte iridato di rientrare ai box e riprendere regolarmente l’attività. Nonostante il tempo perso, l’inglese ha potuto comunque completare la sua preparazione di base.
FP2: il vero banco di prova
È stata la seconda sessione a restituire indicazioni concrete sul livello della Ferrari e sulle sue scelte tecniche. Qui i due piloti hanno potuto sviluppare il programma senza ostacoli: Leclerc ha insistito con la mescola più morbida, mentre Hamilton ha alternato Soft e Medium, andando così a comporre un quadro più completo sul comportamento delle gomme.
Le performance emerse hanno confermato quanto atteso: la differenza tra Soft e Medium sul giro secco è risultata contenuta, con uno scarto poco significativo sul cronometro. Mario Isola di Pirelli ha quantificato il gap in un paio di decimi. Questo aspetto apre scenari interessanti in ottica qualifica, sessione in cui la scelta della mescola potrebbe dipendere più dal bilanciamento generale della vettura che dal vantaggio immediato sul giro singolo.
Nel finale, entrambi hanno simulato la configurazione gara con carichi di carburante differenti: Hamilton continuando sulle Medium, Leclerc sulle Soft. Anche in questo caso è stato possibile osservare un trend di prestazioni divergente, che rimanda a scelte di assetto studiate in maniera opposta dai due piloti. Capiremo durante Fp3 se i due convergeranno.

Hamilton – Leclerc, la divergenza di assetto: due filosofie a confronto
Il dato più rilevante emerso da questo venerdì riguarda le differenze sostanziali nelle configurazioni aerodinamiche tra Hamilton e Leclerc. Lewis ha scelto un pacchetto con un livello di carico superiore, particolarmente concentrato sul retrotreno. Una scelta che ha inevitabilmente penalizzato la velocità di punta sul lungo rettilineo principale, ma che ha garantito all’inglese una maggiore stabilità in inserimento e un livello superiore di trazione in uscita di curva. È proprio questa caratteristica a fare la differenza su una pista come Baku, dove i tratti stop-and-go e le curve a 90 gradi esaltano la capacità della monoposto di trasferire potenza a terra senza pattinamenti.
Leclerc, invece, ha percorso la strada opposta: assetto più scarico, velocità in rettilineo più elevate ma con un peggior sfruttamento nei tratti lenti e tortuosi della cittadella. Il monegasco ha dato spettacolo nel settore centrale, spremendo la meccanica della SF-25, ma ha pagato dazio nei tratti dove la trazione e il carico aerodinamico fanno la differenza. Le curve 3-7 hanno rappresentato il punto più critico, così come la 15, dove Hamilton ha potuto affrontare la discesa con una velocità minima superiore di circa 8 km/h rispetto al compagno di squadra.
Questa divergenza mette in luce il dilemma classico di Baku: privilegiare la velocità pura sul rettilineo o garantirsi stabilità e trazione nelle curve? La risposta non è mai scontata e dipende spesso dalle condizioni di pista e dal rischio di safety car, fattori che a Baku hanno sempre un ruolo determinante.

Il dettaglio tecnico: aggiornamenti ai corner ruota anteriori
Al di là delle differenze di setup, Ferrari ha introdotto a Baku un aggiornamento che non è parso di rilievo ma che potrebbe aver fatto la differenza, specie nella fiducia di Hamilton in frenata, il vero problema che l’inglese ha incontrato nella sua esperienza rossa. Si tratta di un intervento sui corner ruota anteriori, con particolare attenzione ai condotti di raffreddamento dei freni. Non è ancora chiaro se la modifica sia limitata ai soli condotti o se includa una revisione interna più ampia, ma i primi indizi suggeriscono un miglioramento della confidenza in frenata.
Hamilton, che fin qui nella stagione aveva spesso lamentato difficoltà nel portare la frenata dentro la curva mantenendo precisione sull’anteriore, ha mostrato un netto passo avanti. La possibilità di un raffreddamento più stabile e di una gestione più prevedibile del sistema frenante potrebbe avergli restituito quella sicurezza mancata nelle gare precedenti. Non è un caso che proprio a Baku, circuito che esalta le capacità di staccata, il britannico sia riuscito a tradurre questo feeling in prestazione pura, chiudendo davanti a Leclerc in una pista storicamente favorevole al #16.
Le parole dei due ferraristi confermano la percezione di una giornata positiva, ma con margini di crescita. Hamilton ha parlato di “giornata produttiva” sottolineando i progressi ottenuti grazie ai cambiamenti tra FP1 e FP2. L’inglese ha descritto quella di Baku come probabilmente la sua miglior seconda sessione della stagione, evidenziando come la SF-25 stia andando nella giusta direzione. Qui le dichiarazioni complete del britannico.
Leclerc, dal canto suo, ha riconosciuto il potenziale della Ferrari ma ha invitato alla cautela: gli avversari appaiono molto competitivi e il monegasco si attende sorprese in qualifica. La sua fiducia rimane comunque intatta, consapevole che in terra azera le variabili strategiche e la natura stessa del tracciato possano ribaltare facilmente le gerarchie. Leggi le parole di Leclerc.
Prospettive verso qualifica e gara
Il venerdì di Baku lascia la Ferrari con un interrogativo tecnico: puntare su un assetto a maggior carico, come quello di Hamilton, o mantenere un compromesso più sbilanciato sulla velocità di punta, come fatto da Leclerc. La scelta potrebbe essere influenzata anche dalle condizioni meteorologiche. Le previsioni annunciano pioggia nelle ore fuori dalle sessioni, con conseguente lavaggio della pista e riduzione del grip. In uno scenario del genere, avere maggiore carico aerodinamico può diventare un vantaggio determinante, soprattutto in qualifica.
Il bilancio del venerdì, però, è chiaro: la SF-25 ha mostrato qualità solide sia sul giro secco che sul passo gara, con un Hamilton particolarmente a suo agio e un Leclerc capace di massimizzare i punti di forza del proprio assetto. La decisione finale spetterà agli ingegneri di Maranello, chiamati a trovare l’equilibrio giusto per affrontare una delle piste più insidiose e imprevedibili dell’intero campionato.

Hamilton vs Leclerc – Focus sulla frenata
Il confronto diretto tra i giri veloci di Hamilton (1:41.293) e Leclerc (1:41.259) mette in evidenza la frenata come punto discriminante. Lewis è stato più incisivo e modulato nello scarico del pedale, riuscendo a portare la staccata più dentro la curva senza compromettere la stabilità dell’anteriore. Il grafico delle velocità (comparazione in alto) mostra come il britannico mantenga velocità minime superiori in diversi punti del tracciato, con un guadagno netto soprattutto alla curva 15, dove sfrutta il carico aerodinamico extra per affrontare la discesa con 8 km/h in più del compagno.
Charles, pur più veloce sul dritto grazie all’assetto scarico, ha adottato staccate più aggressive e anticipate, che lo hanno penalizzato nella fase centrale della curva e nella trazione in uscita. Ne è derivata una progressiva perdita di tempo nei tratti stop-and-go, che Hamilton ha saputo trasformare in vantaggio sul cronometro. È la conferma che l’aggiornamento ai condotti freno e la scelta di assetto più carico hanno restituito al sette volte iridato una fiducia in frenata che potrebbe rivelarsi decisiva nel proseguo del weekend.
Crediti foto: Formulacritica, Scuderia Ferrari HP
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