Alla vigilia del Gran Premio d’Azerbaijan 2025, il performance engineer della Scuderia Ferrari, Olivier Helvig, ha illustrato le caratteristiche peculiari del Baku City Circuit e le complessità strategiche che attendono il Cavallino Rampante in un weekend tradizionalmente imprevedibile.
Sul fronte tecnico, Helvig ha spiegato il delicato equilibrio richiesto a livello aerodinamico: “Il circuito presenta uno dei rettilinei più lunghi della stagione per cui serve la minima resistenza all’avanzamento possibile, ma allo stesso tempo è necessaria una buona deportanza per avere confidenza in frenata e un buon grip nelle curve a bassa velocità, dato che per gran parte il circuito è formato proprio da curve lente”.

Oltre alle sfide legate al setup, Baku porta con sé un’incognita costante: l’alta probabilità di ingressi della Safety Car. “In termini di messa a punto della vettura, l’impatto è ovviamente piuttosto limitato e si possono effettuare solo alcune piccole regolazioni dell’assetto. Per il gruppo di Strategia, invece, rappresenta un vero grattacapo perché ha molte più conseguenze: come in altre gare, occorre fare una attenta valutazione dei rischi e degli scenari possibili, al fine di individuare la strategia statisticamente migliore ma essere pronti anche a piani alternativi, a seconda dei possibili ingressi della Safety Car in diverse fasi della gara”, ha chiarito l’ingegnere francese.
Infine, uno sguardo personale. Helvig ha raccontato il percorso che lo ha portato a indossare i colori Ferrari, una passione coltivata fin dall’infanzia. “Fin da bambino ero uno di quelli che sceglieva sempre la macchina rossa per giocare, come diceva Enzo Ferrari. Quando altri bambini pensavano al calcio o alla musica, io già pensavo alla Formula 1, alla Ferrari e a progettare le sue macchine per il massimo campionato. Far parte della Scuderia per me è un insieme di emozioni: da una parte realizza il mio sogno (anche se il vero sogno resta quello di vincere il Mondiale con questo team), dall’altra mi affida la responsabilità di far felici tanti appassionati come me che amano il Cavallino Rampante”.

Il suo legame con Maranello non si limita all’aspetto tecnico, ma abbraccia anche la dimensione culturale e umana: “Ogni giorno rappresenta anche un’occasione per imparare qualcosa di nuovo, sia dal punto di vista tecnico sia umano, grazie al privilegio di vivere immerso nella cultura e nello stile di vita italiano e di condividere questa passione con migliaia di colleghi che lavorano in Formula 1, nelle Hypercar o nelle vetture stradali. Perché per me la Ferrari è una sola”.
Crediti foto: Scuderia Ferrari HP, F1
Seguici e commenta sul nostro canale YouTube: clicca qui