La Formula 1 torna nel cuore dell’Europa, in Stiria per la precisione, per il GP d’Austria. Un tracciato anomalo: corto ma non privo di insidie come abbiamo spiegato nella nostra anteprima tecnica: leggi qui. Tra curve cieche, saliscendi da brivido e vie di fuga che non perdonano, il Red Bull Ring impone un’attenzione straordinaria non solo ai piloti ma anche ai direttori sportivi. Ne ha parlato Diego Ioverno, Sporting Director della Scuderia Ferrari, alla vigilia del fine settimana austriaco. A seguire le sue osservazioni.
Gp Austria, Ferrari – Track limits, tra ghiaia e regole intransigenti
Lo Spielberg è noto per il numero record di penalità per infrazioni ai limiti della pista. Il layout favorisce il sorpasso e incentiva i piloti a spingere al massimo, sfruttando ogni centimetro disponibile. Ma l’ampiezza delle vie di fuga ha storicamente generato problemi di interpretazione regolamentare. La FIA ha deciso di applicare con rigore l’articolo del Codice Sportivo Internazionale che impone il mantenimento del “contact patch” della gomma all’interno dei limiti del tracciato. Tre infrazioni in gara equivalgono a una penalità di cinque secondi e ogni infrazione in qualifica porta all’annullamento del giro.
La soluzione più efficace è l’uso di dissuasori fisici. I cordoli alti – spesso impiegati in passato – si sono rivelati pericolosi, danneggiando le vetture o provocandone il decollo. Oggi si preferisce l’impiego delle gravel trap, zone in ghiaia che penalizzano in modo naturale l’uscita di pista rallentando bruscamente le vetture. Anche se la loro introduzione ha ridotto drasticamente gli episodi, il Red Bull Ring resta un tracciato ad alta incidenza di sanzioni per track limits.

Il ritorno in Europa e la sfida della logistica moderna
Con il calendario che rientra stabilmente in Europa fino alla pausa estiva, la logistica del team cambia radicalmente volto. Niente più voli intercontinentali o spedizioni navali: i trasferimenti avvengono su gomma, spesso con il supporto della fabbrica tra una tappa e l’altra. Tuttavia, questa modalità non è necessariamente sinonimo di semplificazione. Il traffico estivo può compromettere le tempistiche e la gestione del materiale richiede una pianificazione minuziosa, spesso frammentata.
Dal punto di vista umano, però, la permanenza nel continente europeo migliora sensibilmente la qualità della vita del personale. Il ritorno a Maranello tra un Gran Premio e l’altro consente un equilibrio più sostenibile tra lavoro e vita privata. Inoltre, la presenza fissa dell’hospitality in formato motorhome – già vista a Monte Carlo e Barcellona – garantisce standard elevati di comfort e operatività, seppur con uno sforzo logistico importante per trasporto, montaggio e smontaggio.

Pit stop da manuale: efficienza, costanza e strategia
Nelle prime dieci gare del 2025, la Ferrari ha fatto segnare il pit stop più rapido in otto occasioni. Un risultato che non nasce dal caso, ma da un lavoro sistemico a più livelli. La priorità non è stata la ricerca del giro di vite assoluto, quanto la costruzione di una costanza operativa sotto la soglia dei tre secondi. Questo parametro consente ai responsabili strategici di prevedere con precisione il rientro in pista, ottimizzando le scelte tattiche.
La formazione continua del personale addetto ai pit stop è solo una parte del quadro. Il team ha introdotto un approccio modulare che coinvolge anche la gestione tecnica delle attrezzature: la loro manutenzione, preparazione e diagnostica seguono lo stesso flusso di controllo riservato ai componenti della vettura.
Un aspetto che rende particolarmente solido il lavoro del team è l’elevato grado di rotazione tra gli operatori. Con un calendario sempre più fitto, Ferrari ha scelto di alternare gli addetti in pista per preservare le performance lungo tutta la stagione e salvaguardare il benessere delle persone. Il fatto che, nonostante questa rotazione, si sia mantenuto un livello di eccellenza così elevato rappresenta una delle conferme più importanti del lavoro svolto dietro le quinte.
Crediti foto: Scuderia Ferrari HP
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