Gp Austria 2024 – “Il problema è che se non affronti queste cose onestamente, torneranno. Sono tornate oggi perché non sono state affrontate adeguatamente in passato, quando ci sono stati scontri con Lewis che dovevano essere puniti in modo più duro”. Questo il parere di Andrea Stella, team principal della McLaren, dopo la manovra di cui si è reso protagonista Max Verstappen che, di fatto, ha rovinato la gara di Lando Norris ottenendo anche quei punti che gli permettono di allungare in classifica.
Oltre il danno la beffa per McLaren che probabilmente verrà penalizzata nel Gp di Gran Bretagna perché Norris non ha potuto scontare la pena pendente per un ritiro di cui è stato vittima e non mandante. Derive beffarde di un regolamento che non ammette deroghe.
In Formula Uno esiste un problema Verstappen? No, un campione del genere non può mai essere considerato un difetto da sanare, ma di certo ora certi nodi vengono al pettine. I commissari della FIA si sono spesso prodotti in decisioni ondivaghe, poco coerenti, anti giurisprudenziali. Max, specie nel 2021, ha potuto superare spesso i limiti ottenendo forse meno di quanto meritasse in termini di ammende.
Questo ha reso ancora più spigoloso lo stile di guida feroce di un pilota che nel frattempo è diventato un cannibale. I campionati 2022 e 2023 sono stati caratterizzati da un dominio netto della Red Bull che, nei fatti, ha evitato che l’olandese si trovasse sovente in duelli corpo a corpo. La pratica Verstappen è stata quindi congelata, bloccata dagli eventi.
Oggi la situazione è mutata. Red Bull non ha più un vantaggio siderale e, sotto pressione, può sbagliare. Esattamente ciò che è accaduto nel secondo pit stop del Gp d’Austria. Questo ha rimesso in gioco Norris che, dopo aver perso troppe tenzoni contro il pilota di Hasselt, ha deciso di essere aggressivo pur rimanendo nei limiti delle regole. Max, da par suo, ha fatto uscire l’animale da corsa che è in lui e ha replicato con una manovra fuori dagli schemi e dalle norme sportive.
La Formula Uno, in quel 2021 “incriminato”, ha lasciato germogliare certi semi che si sono trasformati in piante velenose che oggi urticano chi subisce le mosse dell’olandese. La classe regina del motorsport non deve postulare pene esemplari, deve riuscire finalmente a tracciare una linea coerente facendo capire a tutti i concorrenti, dal capofila Verstappen al fanalino di coda Zhou, che a certe azioni corrispondono sempre le medesime reazioni. Che si chiamano giudizi limpidi che non vengono stabiliti in base al nome e al peso del team.
A proposito di squadra, Max tende ad accrescere la sua rabbia sportiva anche in virtù di un ambiente che lo protegge sempre, pure quando andrebbe bacchettato come oggi. Nelle dichiarazioni post gara Max se l’è presa con la Red Bull per l’errore nel pit stop che di fatto ha avviato la catena di eventi. Ci sta che un fuoriclasse sia perfezionista, ma a volte un po’ di riconoscenza pubblica non guasterebbe.
Ancora, nel team radio in cui l’ingegner Lambiase comunicava la penalità, l’olandese si è lamentato ricevendo supporto e non biasimo. Forse un silenzio tattico sarebbe stato migliore in modo da non dare la percezione che al tre volte iridato è sempre concesso di superare l’asticella.
Insomma, anche in Red Bull dovrebbero tenere bassa l’ira sportiva del proprio fenomeno. Anche perché la FIA – e il Gp d’Austria lo dimostra – sembra aver invertito la rotta decisionale. E questa cosa, unita a prestazioni della RB20 non più clamorosamente soverchianti, potrebbero avere l’effetto di un boomerang. l’aggressività senza costrutto, alla lunga, rischia di generare più problemi che vantaggi.
Crediti foto: F1TV, Oracle Red Bull Racing