Gp Arabia Saudita, strategie gara – Il circuito cittadino di Jeddah è una delle prove più estreme per piloti e ingegneri. Max Verstappen ha conquistato nuovamente la pole position in, rifilando appena un centesimo di secondo a un eccellente Oscar Piastri: leggi l’analisi di Luca Baldisserri. Ma a far discutere è stato sicuramente l’errore di Lando Norris, fino a quel momento impeccabile nelle libere e nelle prime fasi della qualifica. Una traiettoria imperfetta in curva 5 lo ha spedito contro le barriere, condannandolo a una partenza dalla quinta fila.
Gara in salita per il leader della classifica che potrebbe temporaneamente abdicare in favore del compagno di squadra meglio posizionato. Lando potrebbe puntare su una strategia alternativa, cosa che potrebbe rappresentare l’unica chiave per valorizzare il potenziale della sua McLaren MCL39, apparsa la vettura più competitiva del weekend.
Prima di addentrarci in quelle che potrebbero essere le scelte per i 50 giri odierni (start alle 19:00 e diretta con il nostro servizio Live Timing) diamo un rapido sguardo a cosa è successo l’anno scorso. Un intervento precoce della Safety Car – causato dal ritiro di Lance Stroll, al sesto giro – ha congelato le altre opzioni strategiche. La quasi totalità della griglia ha approfittato della neutralizzazione per effettuare la sosta obbligatoria, passando dalla mescola media (C3) alla dura (C2), configurando una classica gara ad una sola sosta. Anche chi era partito con la C4 soft, ha replicato la mossa, neutralizzando ogni variabile tattica.
Il risultato è stato un trenino strategico statico, con le prime sei vetture – capitanate dal vincitore Max Verstappen – tutte impostate su media>dura e un’unica sosta intorno al settimo giro. In controtendenza, Oliver Bearman, al debutto in Ferrari per sostituire il convalescente Carlos Sainz, portò a termine una gara su soft>hard, chiudendo in P7 davanti a tre piloti che avevano scelto approcci alternativi.
GP Arabia Saudita 2025: quali strategie utilizzare?
Pirelli ha introdotto per quest’anno un cambiamento importante, alzando di uno step l’intera gamma portata a Jeddah: saranno disponibili le mescole C3, C4 e C5. L’intento dichiarato è incentivare le strategie a due soste, ma la realtà in pista racconterà probabilmente un’altra storia. Tutte le mescole mostrano un degrado contenuto, al punto che anche con le più morbide è possibile completare la gara con una sola sosta.
“Il degrado è sotto controllo, e con una buona gestione del ritmo la gara a fermata singola resta assolutamente percorribile”, spiega Mario Isola, responsabile motorsport di Pirelli. La finestra teorica per il pit-stop ideale resta compresa tra il 16° e il 22° giro, ma l’efficacia dell’undercut è limitata, il che riduce la pressione sulla scelta del momento perfetto.
Tutti gli occhi saranno puntati su Lando Norris che scatta dalla decima casella. Il britannico sarà chiamato a ottimizzare ogni variabile. Nonostante l’ottima velocità della sua MCL39, le difficoltà strutturali nel sorpasso determinate dalla problematica nel guidare in aria sporca potrebbero suggerire una strategia fuori schema per garantirgli aria pulita nelle prime fasi.
Due gli scenari principali: partire su soft e passare presto alle hard (gara soft>hard, con sosta tra i giri 10 e 16), oppure invertire la logica, utilizzando inizialmente la gomma dura e concludere su media (hard>medium, sosta tra i giri 28 e 34). La scelta dipenderà dal traffico, dalla delibera di una Safety Car e dalla lettura in tempo reale dell’andamento dei primi giri.
GP Arabia Saudita 2025: possibile strategia a doppia sosta?
Per chi occupa la seconda metà dello schieramento, una tattica a due pit stop rappresenta un’opportunità concreta. Molti team hanno conservato due set di pneumatici hard, configurando le opzioni media>dura>dura (soste previste tra i giri 10-16 e 28-34) o soft>hard>hard (pit window anticipata tra giri 6-12 e 27-33). Il tempo perso ai box a Jeddah è tra i più bassi dell’intero calendario, ma il vero ostacolo resta la necessità di compiere numerosi sorpassi in pista, con vetture che spesso non dispongono di un passo competitivo sufficiente.
Gp Arabia Saudita – L’incognita Safety Car e la logica delle scelte gomme
In condizioni normali, la seconda sosta non sarebbe necessaria. Ma a Jeddah, “normale” è un concetto aleatorio. Tra curve cieche, muretti ravvicinati e velocità medie elevatissime, le interruzioni – Safety Car o bandiere rosse – sono quasi sistematiche. Ecco perché sette squadre, oltre a Nico Hulkenberg, hanno scelto di mantenere intatti entrambi i set di gomme dure per la gara odierna, come potete osservare dalla prima tabella.
“Non dovrebbero essere utilizzate in condizioni standard – spiega ancora Isola al sito F1.com- ma qui la probabilità di una Safety Car è molto alta. Se la gara si complica, la gomma dura diventa la scelta più efficace per affrontare un secondo stint” In caso di neutralizzazione nelle fasi finali, anche con 15 giri rimanenti, la hard offre margini di stabilità superiori rispetto alla soft, rendendola una scelta più conservativa ma strutturalmente valida.
Crediti foto: Pirelli Motorsport, Scuderia Ferrari