Analisi telemetria Qualifiche Gp Arabia Saudita 2025 – Sessione del sabato non senza sorprese quella emersa a Jeddah con Lando Norris che si autoelimina per un errore grave che lo costringerà a partire in P10. Con un’altra masterclass Max Verstappen prende la pole position col tempo di 1.27.294, per appena 10 millesimi sulla McLaren MCL39 n°81 di Oscar Piastri.
L’olandese ha ripetuto l’exploit di Suzuka su una pista probabilmente anche più complicata, con caratteristiche diverse ma con un asfalto più simile e temperature non troppo elevate come in Bahrain che hanno forse avvantaggiato il pacchetto di Red Bull e un pilota scaltro che si è esaltato e ha giocato la carta Yuki Tsunoda che lo ha avvantaggiato all’inizio del giro con una scia con la quale è riuscito a prendersi la pole.
Charles Leclerc, il secondo punto di riferimento dell’analisi è in quarta piazza, alle spalle della Mercedes di George Russell. Il monegasco ferma il cronometro sul tempo di 1.27,866 accumulando un gap totale di 376 millesimi di secondo.
Gp Arabia Saudita, qualifiche – L’analisi di Luca Baldisserri
Facendo una panoramica generale e prima di calarci nel confronto tra il poleman e la prima delle due Ferrari, ancora una volta quella di Charles Leclerc che sta prendendo il largo nei duelli interni al team (leggi qua), si è vista una buonissima Mercedes che si candida a giocare un ruolo da outsider nei 50 giri del GP che scatterà alle 19:00 italiane (qui per il Live Timing). Molto bene anche Carlos Sainz che chiude in P6 anche se dovrà scontare la penalità di tre posizioni in griglia per i danni causati nel precedente Gp del Bahrain.
Yuki Tsunoda, per la seconda volta consecutiva, mette la RB21 nella top ten in cui, a fatica, entra Lewis Hamilton che prosegue nella sua fase di sofferenza con un adattamento non ancora compiuto alla SF-25.

GP Arabia Saudita 2025: il confronto tra Verstappen e Leclerc
Passando al parallelo tra il poleman e il primo dei ferraristi, che anche stavolta è Charles Leclerc, va anticipato che quest’ultimo ha fatto ciò che per il momento può fare. Il gap dalle McLaren è leggermente migliorato rispetto alle ultime uscite visto che è sotto i 4 decimi su una pista abbastanza lunga (6174 metri, ndr).
Partiamo, come sempre, dal grafico che sovrappone le prestazioni dei due: in blu abbiamo Max Verstappen, in rosso Charles Leclerc. Grafico come al solito a cinque righe. Nella prima il dato velocistico, nella seconda l’apertura della farfalla dell’acceleratore. Nella terza i giri motore che sovrastano la riga delle cambiate. A chiudere, la composizione, metro per metro, del delta time tra i due.
Come si era già visto nelle prove libere (leggi qui), la Ferrari manca nella prima chicane. In questo caso lo svantaggio accumulato è nuovamente importante e, nel resto del giro, il distacco resta tutto sommato stabile. In alcuni punti è addirittura migliorato, in altri si perde. Ma il giro è abbastanza equivalente.
La Ferrari SF-25 non è riuscita ad interpretare al meglio quel breve ma tecnico tratto ed è successo in tutte le quattro sessioni che si sono succedute sin qua. Segno di una sofferenza atavica che non è stata corretta con diverse prove d’assetto e con configurazioni alari al posteriore da carico basso e medio-basso.

Verstappen vs Leclerc: settore 1
Il primo settore del tracciato di Jeddah parte dalla linea dello start e termina dopo curva 12, nel tratto che precede il “tornantone” che inverte la marcia di un layout davvero particolare. All’approccio di curva 1-2-3, la sezione in cui Leclerc perde molto tempo, Verstappen arriva con una velocità molto elevata grazie alla scia che si è saputo prendere da Yuki Tsunoda che, probabilmente, non era lì per caso. Red Bull è sempre molto attenta a certi dettagli strategici e anche stavolta avrà studiato a tavolino la situazione per capitalizzare ogni millesimo di secondo. Alla staccata della Curva 1 il vantaggio di Max è notevole, si parla di circa un decimo, che è tanto considerando che dopo le differenze saranno più esigue.
Il vero problema della Ferrari è rappresentato proprio da Curva 1-2. In questo tratto Leclerc tende a staccare più tardi ma in realtà non guadagna. Max ha una tecnica un po’ particolare che andiamo a descrivere: rilascia l’acceleratore portando in curva maggior velocità all’inizio per poi attaccare sul freno. Questa modalità operativa gli permette di guadagnare all’avvio della frenata prima di affondare ulteriormente sul pedale sinistro verso la fine della curva per inserire l’auto e farla ruotare adeguatamente.
Nella fase di velocità minima, come si può vedere dal grafico in basso, all’apex, l’olandese ha più velocità del monegasco che, staccando un po’ dopo, deve frenare la vettura maggiormente per rallentarla di più ed inserirsi. Questo fa sì che, in uscita, Max sia riuscito a far ruotare meglio la monoposto. Tra l’altro la Red Bull RB21 non va sull’acceleratore molto presto e attende che la macchina sia più dritta prima di dare gas per sfruttare meglio la trazione in uscita che probabilmente la vettura austriaca ha in quantità maggiore rispetto alla Ferrari che è leggermente deficitaria sul tema. In uscita dalla 2 e dalla 3 Max ha più trazione e accumula altro vantaggio.
Si arriva alla 4 dove le due monoposto usano marce diverse, come si può apprezzare dalla quarta riga del nostro grafico. Max rimane in sesta, Charles va in settima. La Curva 4, invece, la fanno entrambi in quinta. Leclerc, in ogni caso, deve fare una doppia scalata e deve rallentare la vettura di più per poter affrontare meglio l’uscita. Max ne fa una sola e quindi porta più velocità nella 4-5. Qua guadagna un altro po’ di tempo.
La parte più complicata della pista saudita è il “toboga” della 7-8-9-10 che i due piloti oggetto dell’analisi vanno ad interpretare nello stesso modo. Non c’è una grande differenza di tempo. Leclerc ci arriva in settima anche se deve mollare un pizzico l’acceleratore a differenza di Max che tiene giù. L’olandese molla di più nella 9 per fare in pieno l’uscita della 10. La differenza di tempo, in questa sezione e fino al termine del T1, è davvero esigua: i piloti stanno facendo praticamente le stesse cose in termini cronometrici come evidenzia la riga del delta time.

Verstappen vs Leclerc: settore 2
Il T2 parte dalla Curva 13, quella di ritorno di un layout anomalo, e termina alla 20, una delle tante “non curve” di Jeddah. La 13 offre un banking positivo abbastanza elevato. Anche in questo punto Leclerc e Verstappen lavorano col cambio in maniera differente, a confermare una tendenza emersa già nel primo settore. Charles guadagna facendola in quinta e accumulando più velocità minima; mentre Max deve frenare di più aspettando tanto per andare sul gas. In questo tratto non riesce a farla ruotare per bene e ha bisogno di una marcia inferiore per cercare il vantaggio in trazione che non si concretizza.
Alla chicane 16-17 Max ha un’interpretazione diversa: frena di più in inserimento. Anche se usa la stessa marcia del rivale, la quinta, riesce a dare gas leggermente prima permettendosi di essere più aggressivo alla 17 andando a guadagnare altri centesimi preziosi. Ciò che perde alla 13 lo recupera alla 17, in sintesi.

Verstappen vs Leclerc: settore 3
Siamo all’ultimo settore del cittadino saudita. Tratto che si apre a curva 20 e si chiude sul traguardo e che comprende il tornante destrorso a bassa velocità. La chicane superveloce della 22-23 che si fa a circa 200 km/h è affrontata in maniera molto simile dai due.
Focus sull’ultima curva, la 27 che inverte la direzione. Anche questa è interpretata leggermente diversamente. Max frena prima, Charles affonda di più e più tardi: guadagna in ingresso per perdere in uscita dove la RB21, ancora una volta, mostra una miglior trazione che potrebbe dipendere anche dall’aggiornamento introdotto che presenta una nuova distribuzione dei pesi.

Chiudendo l’analisi proiettiamoci sulla gara provando ad anticipare le tendenze. Verstappen potrebbe incontrare un po’ di fatica poiché, in termini di passo, potrebbe non essere ai livelli della McLaren. Ancora, a differenza di Suzuka, questa è una pista che agevola le manovre di sorpasso. Ci sono tre zone DRS, a differenza della singola che caratterizzava il teatro nipponico in cui il campione del mondo in carica è riuscito a resistere in testa per tutto il gran premio.
La safety car è un fattore da tenere in considerazione data la vicinanza dei muretti e la presenza di curve cieche che possono elevare il rischio di incidenti. A vantaggio di Max, invece, c’è da dire che questa generazione di vetture soffre molto in aria sporca. Chi è davanti, quindi, ha un beneficio superiore e dovrebbe essere anche così anche coi livelli di carico per Jeddah che sono sicuramente più bassi rispetto a quelli riscontrati a Suzuka.
Il degrado della gomma è molto molto limitato per via di un asfalto poco abrasivo se confrontato a quello di Sakhir che, da questo punto di vista, rappresenta l’estremo opposto. Pirelli ha portato uno step di compound più morbido rispetto all’anno scorso (C3 hard, C4 medium, C5 soft, ndr). Decisione che non dovrebbe condizionare troppo una strategia che probabilmente sarà a uno stop. A meno che non ci pensino le safety car a mescolare le cose.
Max Verstappen vs Charles Leclerc: la video-analisi completa di Luca Baldisserri
Crediti foto: Formulacritica
Co-autore: Diego Catalano
Nell’utilizzare questo scritto si ricordi di citare la fonte, l’autore e/o il titolare dei diritti sui materiali e l’indirizzo web da cui sono stati tratti. Grazie.