Il venerdì di Yas Marina si è rivelato ancora una volta amaro per la Ferrari. Un team che, alla vigilia dell’ultima qualifica stagionale, sperava di trovare stabilità e conferme, si è invece trovato immerso in un quadro tecnico più fragile del previsto. E già le previsioni non erano rosee… Charles Leclerc e Lewis Hamilton, entrambi protagonisti di dichiarazioni sincere e poco filtrate, hanno delineato una SF-25 in crisi di identità e con limiti che si trascinano ormai da troppe gare.
La giornata di Charles era iniziata con l’unica nota positiva rappresentata dalla presenza del fratello Arthur (che ha provato un nuovo volante in chiave 2026, ndr) in FP1. Una soddisfazione emotiva, presto spazzata via dal giudizio severo del monegasco: “Purtroppo è stata l’unica cosa positiva della giornata, perché il resto è stata una lotta”, ha confessato con amarezza. Leclerc descrive un venerdì in cui la Ferrari non ha avuto punti di appoggio, né nella simulazione qualifica né nei long run.
Il quadro è ulteriormente aggravato da una perdita di performance che il team non riesce più a quantificare. “Non ho molta speranza, o quantomeno non ancora. Stiamo provando di tutto, ma purtroppo c’è qualcosa che ci manca da 2-3 gare e non capisco bene dove sia finito. Stiamo facendo di tutto per cercare di capirlo e spero che riusciremo a trovare una soluzione prima delle qualifiche”.

Ferrari: ancora problemi di correlazione simulatore – pista?
Il linguaggio del pilota è rivelatore: non si tratta di un problema localizzato ma di una perdita di correlazione tra dati, comportamento in pista e feeling generale. Cosa di cui Hamilton aveva già parlato in Qatar: leggi qui. Una vettura che risponde in modo incoerente a ogni variazione di assetto. La SF-25, nel corso delle ultime gare, è uscita dalla finestra ottimale di funzionamento e non riesce più a rientrarvi, come se un parametro chiave fosse sfuggito al controllo. Leclerc ha espresso in modo diretto questa frustrazione: “Sono piuttosto felice che sia l’ultimo venerdì dell’anno, soprattutto considerando come stiamo andando in questo momento. Ma vorrei finire alla grande e non sembra che finiremo alla grande se dovessimo continuare così. Farò comunque del mio meglio”.
Hamilton, al termine del suo primo anno in rosso, ha saltato la FP1 cedendo la vettura ad Arthur Leclerc e ha dovuto concentrare tutto il lavoro nella FP2, ritrovandosi immediatamente immerso nelle ataviche difficoltà strutturali che hanno messo in crisi anche il compagno di squadra. Il sette volte campione ha esordito con una nota positiva: “Penso che Arthur abbia fatto un buon lavoro stamattina, è sempre bello veder emergere giovani piloti. Chiunque si perde la prima sessione si trova un po’ indietro”. Ma la fase di distensione è durata poco.
Hamilton ha descritto una Ferrari nervosa, difficile da bilanciare e affetta da problemi che limitano sia la performance sul giro secco sia la consistenza sul passo. “Ho fatto del mio meglio per recuperare il tempo perduto e ho affrontato un bilanciamento difficile nella sessione, per cui abbiamo del lavoro da fare. Ho ancora speranza, questa macchina ha del potenziale, solo che ho chiesto ai ragazzi un aiuto per risolvere alcuni problemi: ‘Cosa possiamo fare per migliorare la guida e il bouncing? E il sottosterzo?’”.
Le sue parole delineano uno scenario poco edificante: una SF-25 instabile nei cambi di direzione, troppo sensibile alle variazioni di altezza da terra e incapace di mantenere un fronte vettura coerente nelle curve più lente. Il problema più evidente, secondo Lewis, si concentra nell’ultimo settore, il più tortuoso e tecnico, quello in cui le gomme arrivano sovente “fuori finestra”. “Nel primo e nel secondo settore ero lì e come passo non era così male, solo che al terzo settore perdo circa 7 decimi. Quindi se riusciremo a risolvere questo problema domani, potremo fare meglio”.

Questo dato è chiave per comprendere la crisi Ferrari. Se la vettura perde quasi un secondo nel tratto più guidato, significa che c’è una difficoltà strutturale nella combinazione tra trazione, inserimento e stabilità dell’asse posteriore. Yas Marina richiede precisione nella gestione della piattaforma aerodinamica, ma la SF-25 appare troppo fragile nella transizione da frenata a inserimento e troppo instabile nella fase di rotazione. La perdita di aderenza meccanica si amplifica con temperature elevate degli pneumatici posteriori, causando una spirale negativa difficile da interrompere.
A differenza del passato recente, il problema non sembra legato a un singolo pacchetto aerodinamico o a una scelta di assetto. È qualcosa di più profondo. Leclerc e Hamilton, pur con sfumature diverse, parlano della stessa cosa: una monoposto che non entra più nella propria finestra operativa. La Ferrari, nelle ultime tre gare, non è riuscita a ricreare le condizioni che avevano permesso di valorizzare (parzialmente) il telaio nelle fasi centrali della stagione. È come se la correlazione tra galleria del vento, CFD e pista avesse iniziato a slittare, lasciando il team senza punti di riferimento chiari.
In vista delle qualifiche, la Ferrari dovrà scegliere tra due opzioni: perseguire una direzione tecnica aggressiva nel tentativo di trovare un equilibrio improvvisato, oppure mettere una pezza limitando i danni per puntare soprattutto sulla gara, dove la gestione gomme sarà forse ancora più complicata del giro secco. In ogni caso, la FP3 sarà una sessione decisiva per correggere una SF-25 che oggi non dà fiducia né ai piloti né agli ingegneri.
Se da un lato Leclerc esprime rassegnazione, dall’altro Hamilton mantiene una punta di speranza, sostenendo che il potenziale c’è e può essere liberato con un intervento mirato sulle criticità più evidenti. Ma il tempo stringe, e l’impressione è che il sabato Ferrari dipenderà più dalla capacità di limitare i problemi che da un vero recupero tecnico.
A Yas Marina, il venerdì ha lanciato un messaggio che desta più di una preoccupazione: la Ferrari arriva all’ultima qualifica dell’anno con più incognite che certezze. E per Leclerc e Hamilton sarà stata una notte lunga, trascorsa più sui data logger che sul cronometro. Un calvario a cui finalmente si sta per porre fine.
Crediti foto: Scuderia Ferrari HP
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