A un giorno dalll’ufficializzazione dell’addio del pilota messicano Sergio Pérez, dopo quattro stagioni alla Red Bull, la scuderia anglo-austriaca ha promosso in prima squadra Liam Lawson. Lawson succede così al thailandese Alexander Albon, ultimo pilota dell’academy guidata da Helmut Marko a salire nel team ufficiale della Red Bull.
L’ingaggio del driver proveniente dalla Nuova Zelanda era nell’aria fin dal suo debutto in F1 nella Visa CashApp Racing Bulls. Questo ha azzerato le possibilità di permanenza di Pérez in Red Bull, nonostante il rinnovo dello scorso maggio, e anche quelle del giapponese Yuki Tsunoda, attualmente nel team satellite di Faenza.
Per il pilota del Sol Levante, le porte della Red Bull si erano probabilmente già chiuse con l’avvio del progetto di costruzione interna dei motori Red Bull Powertrains in collaborazione con Ford, in vista del nuovo regolamento del 2026. Tsunoda, salvo imprevisti, resterà nel team faentino per il 2025 per poi passare all’Aston Martin, che dal 2026 sarà motorizzata Honda, suo principale sponsor.
Lawson affronterà la prova del nove. Nessun pilota Red Bull aveva corso così poco in F1 prima della promozione: appena 11 Gran Premi, battendo il record di Albon per un solo GP.

Le reazioni sui social riguardo alla mancata promozione di Tsunoda sono unanimi. Addetti ai lavori, fan e appassionati di F1 criticano la scelta della Red Bull di affidarsi a un pilota inesperto come Lawson rispetto al giapponese, che vanta quattro stagioni complete in F1 e ha sistematicamente battuto i suoi compagni di squadra dalla seconda stagione in poi, inclusi piloti considerati potenziali crack come Nyck de Vries e un esperto come Daniel Ricciardo.
Liam Lawson, come molti debuttanti che vedremo al via della prossima stagione, affronterà una pressione senza precedenti. Dovrà confrontarsi con Max Verstappen, fresco quattro volte campione del mondo, noto per non fare sconti ai compagni di squadra. Sotto l’occhio vigile di Helmut Marko, scottato dai fallimenti di Gasly e Albon, e con Tsunoda pronto a “requisirgli” il posto in caso di delusioni, la sfida è enorme.
Solo la pista potrà dire se Marko ha fatto la scelta giusta o se i detrattori di Lawson avranno avuto ragione. Per Liamè l’ora della verità: o dimostra subito di poter competere con Verstappen e rivaleggiare con McLaren e Ferrari, o rischia di cadere nell’oblio come altri prima di lui. Attendiamo il responso della pista, l’unico giudice supremo della F1. Ecco perché certe critiche preventive appaiono esagerate.
Crediti foto: Oracle Red Bull Racing, VCARB