È stato finalmente apposto un punto definitivo sulla controversia legata al “mini DRS”, esplosa durante il Gran Premio dell’Azerbaijan e protrattasi fino all’ultima gara del Mondiale 2024. Secondo alcuni, il dispositivo utilizzato dalla McLaren era irregolare e avrebbe influenzato l’esito della stagione. Questa opinione era sostenuta, tra gli altri, da Pierre Waché, direttore tecnico della Red Bull, che aveva cavalcato una certa indignazione mediatica mai del tutto supportata da prove concrete.
I controlli statici – gli unici previsti dal regolamento tecnico – erano stati ampiamente superati dalla McLaren MCL38. Dichiarare irregolare un dispositivo che fletteva solo in condizioni dinamiche sarebbe stato un errore giuridico, non giustificato dal tanto discusso “spirito del regolamento“. Questa locuzione, vaga e spesso abusata, non ha alcun peso in un testo normativo codificato.
Dopo le polemiche di Baku ci furono confronti tra la Federazione Internazionale dell’Automobile e la scuderia di Woking. Nonostante accuse non tramutabili in sanzioni, la McLaren – fresca campionessa del mondo – decise di rimuovere il componente contestato, certa che ciò non avrebbe compromesso le sue prestazioni nelle gare successive. I fatti le hanno dato ragione: Norris e Piastri hanno portato a casa il titolo costruttori davanti a Ferrari e Red Bull, dimostrando la superiorità del team anche senza l’elemento contestato.

FIA: il giro di vite sul DRS McLaren non ha valore retroattivo
Per eliminare ogni dubbio e prevenire nuove polemiche, la FIA ha stabilito che, a partire dal 2025, ogni ala posteriore dovrà superare un ulteriore test di carico. Inoltre, il profilo mobile del DRS potrà avere esclusivamente due posizioni, eliminando qualsiasi configurazione intermedia come quella vista a Baku.
Come prevedibile, l’annuncio ha scatenato il consueto dibattito sui social, spesso alimentato da commenti imprecisi o fuorvianti. Parte del problema risiede nel fatto che, in alcuni casi, le questioni tecniche della Formula 1 vengono spiegate in modo inadeguato da chi non non dà del tu al diritto. È importante ricordare che le disposizioni federali seguono un principio giuridico fondamentale: l’effetto ex nunc. In altre parole, le nuove norme producono conseguenza solo dal momento in cui vengono deliberate, senza retroattività (ex tunc).
Chi si occupa di informazione sportiva non può prescindere dalla conoscenza delle basi del diritto, poiché un regolamento tecnico è, di fatto, un testo normativo. Sebbene non sia necessario creare una frattura tra ingegneri e giuristi, sarebbe utile colmare eventuali lacune per migliorare la comprensione delle dinamiche tecniche e regolamentari della Formula 1. E spiegarle meglio ai lettori.
In conclusione, è essenziale ribadire con fermezza che il titolo costruttori conquistato dalla McLaren è assolutamente legittimo. Insinuare dubbi su questo traguardo non solo danneggia lo sport, ma compromette la verità. Chi informa ha il dovere di rispettare e diffondere queste basilari regole.