Non è un semplice lunedì prenatalizio per la Formula 1. Normalmente, in questa fase, i team dovrebbero dividersi tra l’allestimento delle nuove auto e qualche giorno di vacanza in vista di un anno fitto di impegni. Invece, quella odierna, è una data che potrebbe essere destinata a diventare uno spartiacque. Oggi, infatti, si tiene la riunione straordinaria tra FIA e motoristi sul presunto meccanismo di variazione della compressione delle power unit 2026 di Mercedes e Red Bull. La F1, ancor prima che il futuro arrivi, entra nel suo primo vero giorno del giudizio del nuovo ciclo regolamentare.
Non è ancora fatta girare una monoposto in pista, non è stato disputato neppure un giro cronometrato, eppure il mondiale che verrà è già davanti a una potenziale resa dei conti. Una di quelle che non decide un campionato nell’immediato, ma che può orientarne i destini nel medio periodo, tracciando una linea netta tra vincitori e vinti, tra chi ha letto meglio il regolamento e chi rischia di restare col cerino in mano.

Power unit 2026: è battaglia tecnico-politica
Il tema è tanto tecnico quanto politico. Secondo quanto emerso nelle ultime settimane, ormai è cosa nota e ampiamente dibattuta, Mercedes e Red Bull avrebbero individuato una zona grigia nel regolamento delle power unit 2026, riuscendo a mantenere una compressione geometrica effettiva pari a 18:1, contro il valore di 16:1 indicato dalla normativa. Un dettaglio tutt’altro che marginale perché in gioco ci sarebbero fino a 15 cavalli di vantaggio e, tradotti in pista, alcuni decimi al giro su circuiti come Albert Park. Un margine che, in un panorama regolamentare nuovo e ancora instabile, può fare una differenza enorme.
La reazione degli altri costruttori non si è fatta attendere. Honda, Ferrari e Audi hanno sollevato il caso davanti alla Federazione Internazionale, dando il via a una dinamica che ricorda molto da vicino altri passaggi storici della Formula 1: non la ricerca di un colpevole, ma il tentativo di fissare fin da subito i confini del contesto regolamentare. Anche per questo, come filtra dalla stampa italiana, alcune cifre potrebbero essere state enfatizzate, non tanto per fotografare la realtà quanto per accelerare una presa di posizione della Federazione e alzare immediatamente il livello di pressione.
Il punto centrale è che la FIA, oggi, non può permettersi ambiguità. Secondo L’Équipe, i cinque motoristi del 2026 si siedono allo stesso tavolo con la Federazione per discutere della legittimità della soluzione adottata da Mercedes e Red Bull. Se dovesse emergere un accordo o una interpretazione favorevole, è già chiaro che la partita non si chiuderebbe qui: gli altri costruttori potrebbero continuare a protestare fino alla vigilia del GP d’Australia, trasformando l’inizio del campionato in un terreno minato sul piano regolamentare.
Ma esiste anche lo scenario opposto, quello più traumatico. Se la FIA dovesse giudicare illegale il meccanismo, Mercedes e Red Bull si troverebbero davanti a una scelta estremamente penalizzante. Come rivelato da un ingegnere interpellato dalla stampa francese, la soluzione potrebbe essere quella di ridurre l’escursione del pistone per rientrare nel rapporto di compressione di 16:1. Tecnicamente possibile, sì, ma a costo di una perdita di prestazioni probabilmente importante, perché l’unità di potenza è stata progettata e omologata per lavorare a valori superiori.

Ed è qui che il 22 dicembre 2025 assume un peso che va ben oltre la singola controversia. Le power unit sono già omologate, i margini di intervento sono ridottissimi e improvvisare soluzioni tampone non è un’opzione realistica. Su questo gli indiziati batteranno per non vedersi crollare il terreno sotto i piedi. Eventuali correttivi strutturali slitterebbero al 2027, lasciando chi ha “sbagliato” interpretazione a convivere per almeno una stagione con un handicap potenzialmente decisivo.
Quello odierno, dunque, non è semplicemente un lunedì prefestivo. È il primo banco di prova dell’autorità della FIA nel nuovo ciclo tecnico, la prima verifica della sua capacità di governare le zone grigie senza perdere il controllo del sistema. È il momento in cui la Formula 1 scopre se ha davvero imparato dalle lezioni del passato o se è destinata a riviverle, ancora una volta, sotto nuove forme. Il giudizio che emergerà da questo round potrebbe indirizzare il futuro della categoria.
Crediti foto: Oracle Red Bull Racing, Mercedes-AMG Petronas F1 Team
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