Antonio Giovinazzi, vincitore con la Ferrari alla 6 Ore di Spa del Mondiale Endurance 2024, ha celebrato la sua impresa con un gesto ormai ricorrente, le dita della mano quasi chiuse a cerchio tra pollice e indice. Un gesto che abbiamo già visto anche su altri palcoscenici: quello del tennis, con Jannik Sinner, e nel ciclismo con Giulio Ciccone. Un segnale, un codice, un marchio? Forse tutto questo insieme in un gioco tra amici. Ma soprattutto, è diventato un tratto distintivo, una firma visiva che porta con sé significato e connessione.
Il gesto
Nel mondo dello sport, ci sono immagini e gesti che parlano più delle parole, simboli che attraversano discipline diverse, unendo atleti che non condividono solo talento e spirito di sacrificio, ma anche una forma espressiva personale e riconoscibile oltre a giornate spensierate lontano dai riflettori. Quello di Giovinazzi fa pensare a qualcosa di più personale. Non si tratta di un’esultanza estemporanea, ma di un modo per ribadire una certa appartenenza e nella semplicità, anche lasciare un segno.
Nel paddock di Spa, subito dopo aver tagliato il traguardo in prima posizione con la Ferrari 499P, Antonio si è lasciato andare a un’esultanza contenuta, consapevole. Ha sorriso, ha abbracciato i compagni di squadra e, tra i flash dei fotografi, è tornato a quel gesto noto anche a Jannik Sinner e Giulio Ciccone. Il numero 1 del tennis lo aveva condiviso proprio al rientro dalla squalifica dopo la vittoria su Navone a Roma.
Un linguaggio condiviso
Quello che colpisce è che tre atleti di tre sport diversi, trovino nella stessa espressione un punto di contatto indissolubile. Un linguaggio condiviso, al di là delle parole. In un’epoca in cui l’immagine è comunicazione, questi gesti valgono quasi quanto un’intervista o una dichiarazione.
L’adozione di un gesto simile in discipline così diverse suggerisce anche quanto oggi gli sportivi influenzino la cultura pop. Non è raro trovare versioni già stilizzate di quel gesto su meme e profili social. Il messaggio condiviso sui social è già diventato un modo per i fan di identificarsi, un ponte tra atleti e pubblico.
C’è anche chi ipotizza che il gesto possa diventare un “saluto” tra sportivi italiani, un po’ come accade tra i rapper con segni di mano condivisi. E in un mondo dominato dall’immagine, il gesto ricorrente dei 3 campioni rappresenta molto più di una semplice posa. Può diventare una sorta di simbolo trasversale, un modo di comunicare forza, visione e appartenenza. Un filo invisibile che lega tre atleti amici nel tempo libero, ciascuno a modo proprio, volto contemporaneo dello sport italiano. E chissà che quel gesto fatto con le dita non diventi, in futuro, un vero e proprio simbolo generazionale. Nel frattempo non resta che attendere che uno di loro sveli l’arcano.
Foto Ferrari Media Centre