George Russell sta vivendo una delle stagioni più convincenti della sua carriera in Formula 1, ma il suo futuro rimane avvolto in un velo di incertezza che sta alimentando speculazioni infinite nel paddock. Con il contratto attuale in scadenza a fine 2025, il britannico è al quarto posto nel mondiale piloti dopo 17 gare, con 212 punti, a 43 lunghezze dal terzo posto di Max Verstappen, grazie a una vittoria in Canada e 7 podi, incluso il recente secondo posto a Baku, ottenuto nonostante un’influenza che lo ha costretto a lottare contro il malessere per tutto il weekend. Nonostante ciò, non c’è ancora un annuncio ufficiale per il 2026 e le negoziazioni con la Mercedes sembrano bloccate su dettagli cruciali, come la durata del contratto e le clausole di uscita.
La situazione contrattuale di George Russell e l’ombra di Verstappen
La saga è iniziata a giugno, quando Russell ha rivelato pubblicamente che Toto Wolff, team principal della Mercedes, stava intrattenendo colloqui con Max Verstappen per un possibile approdo dell’olandese a Brackley nel 2026.
Questo ha creato un limbo emotivo per George, che ha definito la situazione “conflittuale” e ha ammesso di sentirsi in una posizione di attesa frustrante, nonostante la sua lealtà assoluta al team che lo ha accolto nel programma junior nel 2017. “Non sto parlando con altre squadre, la probabilità di non essere in Mercedes nel 2026 è eccezionalmente bassa“, ha ribadito a luglio, ma ha anche sottolineato che vuole “garanzie per lottare per il titolo, non solo essere un pilota affidabile“.
Wolff, dal canto suo, ha inizialmente alimentato il fuoco con commenti ambigui, ma a fine luglio ha dovuto fare marcia indietro: Verstappen ha attivato una clausola di performance nel suo contratto Red Bull (fino al 2028), confermando di restare almeno per il 2026, lasciando così la porta spalancata per Russell.

Negoziazioni in stallo: salario e durata
Tuttavia, con sette Gran Premi ancora da disputare, le trattative sono ferme. Secondo report recenti, il nodo principale è la lunghezza del contratto: Russell spinge per un impegno pluriennale, almeno fino al 2027 con opzione per il 2028, con sicurezza e un aumento salariale sostanzioso, intorno ai 30-35 milioni di euro annui, inclusi bonus.
La Mercedes, invece, offre flessibilità: probabilmente un accordo di un anno per il 2026 con opzione per il 2027, o un biennale con clausola di uscita per il 2027, proprio per tenere aperta la possibilità di un colpo di mercato con Verstappen se la Red Bull deludesse. “Stiamo ottimizzando alcuni aspetti, come i giorni di marketing e i viaggi, per massimizzare le performance“, ha spiegato Wolff dopo il Gran Premio d’Olanda, insistendo che “è una formalità, non c’è fretta”.
Ma fonti dal paddock, come l’ex campione Nico Rosberg, ritengono che il ritardo sia legato a dispute su stipendio e obblighi per gli sponsor, con Rosberg che ha ironizzato: “Negoziare con Toto è terribile, sparisce quando spingi per clausole migliori, l’ho sofferto io nel 2016“.
Il ruolo di leader e il confronto con Antonelli
Il compagno di squadra, il rookie 19enne Andrea Kimi Antonelli, è anch’egli senza contratto per il 2026 e ha vissuto una stagione altalenante: partito con grandi aspettative come erede di Lewis Hamilton, ha faticato ad adattarsi, commettendo errori costosi e finendo spesso fuori dai punti.
Questo rende Russell ancora più indispensabile come leader del team, con Wolff che ha lodato la sua costanza: “George ha riempito il vuoto lasciato da Lewis in modo eccellente, è il nostro pilota di riferimento“. Eppure, voci insistenti suggeriscono che la Mercedes stia preparando un accordo con la “clausola Verstappen” incorporata, per facilitare un eventuale cambio nel 2027 se l’olandese diventasse disponibile. Helmut Marko, consulente Red Bull, ha persino speculato su un “atto di vendetta” da parte di Russell per l’attesa prolungata, aggiungendo: “Non stanno aspettando Max, e non c’è nessun altro adatto come leader, è una questione di salario“.

Il 2026 e il futuro di George Russell in F1
Guardando al panorama più ampio, il 2026 segnerà un’era rivoluzionaria per la F1: nuovi regolamenti aerodinamici, motori ibridi più efficienti, con enfasi su sostenibilità e potenza elettrica, e un tetto di spesa rivisto. La Mercedes, con la sua eredità vincente, con un dominio tecnico durato dal 2014 al 2021, punta a un motore competitivo.
Russell ha però stemperato gli entusiasmi: “Un buon motore non basterà a dominare, serve un pacchetto completo“. Se l’accordo arriverà presto, magari prima del prossimo Gran Premio di Singapore o quello degli Stati Uniti, ad Austin, Russell potrebbe firmare come contendente serio al titolo, con Antonelli come spalla in crescita. Altrimenti, il rischio è che squadre come la McLaren, o persino la Ferrari lo corteggino, anche se Russell insiste: “La performance è la mia moneta, e se performi, tutto si risolve“.
In fondo, il futuro di Russell in Formula 1 appare luminoso e intrinsecamente legato alla Mercedes: ha dimostrato di poter massimizzare una monoposto non sempre al top, e con i nuovi regolamenti potrebbe entrare nella schiera dei top driver. Ma questo tira e molla sta testando la sua pazienza, rivelando le dinamiche spietate del Circus, dove anche i talenti più fedeli devono negoziare per il loro posto al sole. Se Wolff non accelererà, Russell potrebbe dover dimostrare ancora di più in pista per imporre i suoi termini.
Così come il paradosso del gatto di Schrödinger che, chiuso in una scatola, può essere sia vivo e sia morto: se non si apre la scatola anche George Russell può essere il pilota della Mercedes, ma anche non esserlo, se l’annuncio da parte di Toto Wolff non arriva…
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Crediti Foto: Getty Images, Michael Potts/Shutterstock, Reuters/Jakub Porzycki