Il gardening lungo scoraggia il cambio di casacca di Newey

Lawrence Stroll avrebbe fatto un'offerta succulenta ad Adrian Newey che, pur non escludendo l'addio alla Red Bull, è scoraggiato dal possibile lungo gardening che non gli permetterebbe di progettare la prima vettura di nuovissima generazione

Come nascente redazione non vogliamo peccare di irriverenza nei riguardi di testate ben più blasonate e storicamente posizionate. Ma a noi il presunto accordo tra la Ferrari e Adrian Newey non aveva mai convinto troppo e lo avevamo espresso un un pezzo abbastanza dissacrante che a qualcuno un po’ di fastidio ha dato. Sì, anche noi abbiamo i nostri uccellini che cinguettano raccontando reazioni che si pensano segrete. Anche i muri hanno le orecchie, d’altro canto.

Passiamo oltre. Oggi arriva una notizia che potenzialmente può mandare alla malora un cumulo di presunte indiscrezioni e assortite “insiderate”. È Roberto Chinchero, lui sì autorevolissima fonte, a renderci edotti sugli ultimi sviluppi della questione che investe Mr. Newey, il tecnico più vulcanico, vincente e antipatico (per chi non  può godere dei suoi servigi) della Formula Uno.

Lawrence Sheldon Strulovitch - proprietario della Aston Martin
Lawrence Sheldon Strulovitch – proprietario della Aston Martin

Aston Martin all’assalto di Adrian Newey?

Secondo l’esperto giornalista la proposta all’ingegnere di Stratford-upon-Avon è giunta a Jeddah, in occasione del Gran Premio dell’Arabia Saudita dominato dalla Red Bull. Lawrence Stroll è il diavolo tentatore che avrebbe messo sul piatto, oltre alla solita indipendenza tecnica e la possibilità di lanciarsi in altri progetti oltre a quello F1, anche un gran bel pacco di soldi. Roba che di questi tempi non guasta.

Qualcuno potrebbe dire che Lawrence Sheldon Strulovitch sia un gran cinico, uno squalo che approfitta delle problematiche altrui. Forse sì, ma gli imprenditori d’assalto sono fatti così. E vincono perché si comportano in questa maniera. Non c’è buonismo nel cuore di chi si pone obiettivi ambiziosi. Le regole non le abbiamo fatte noi.

E poi c’è un’altra verità: Lawrence il canadese si è rotto le scatole di partecipare. E soprattutto di spendere soldi a vuoto. Per questo ha impresso un cambio di passo al suo team costruendo una sede nuova e all’avanguardia, arrivando alla prossima inaugurazione di una galleria del vento fresca di pacca e siglando un accordo in esclusiva con Honda che ha fissato  il benchmark motoristico della F1 scalzando addirittura la Mercedes, i vecchi (e superati) maestri del turbo-ibrido.

Fermo restando che la permanenza in Red Bull se le acque, come pare, si calmeranno definitivamente, è la prospettiva più concreta, le sirene che risuonano a Silverstone sono piuttosto ammalianti. Adrian un pensierino ce lo sta facendo e di certo sarebbe meglio disposto a fare un salto di trenta chilometri, senza dover quindi cambiare abitudini e forse residenza, piuttosto che mutare radicalmente la sua esistenza trasferendosi in Emilia Romagna.  

È proprio la presenza di Honda che può far vacillare Newey. Il costruttore nipponico ha lavorato alla grande in sinergia col professionista inglese che potrebbe sbizzarrirsi in vista del 2026, quando ci sarà l’ennesima rivoluzione tecnica che imporrà la ripartenza dal proverbiale foglio bianco.

Red Bull – Honda: un matrimonio di grande successo (crediti foto: motorsport)

Il gardening scoraggia Newey

Anche se si dovesse concretizzare il divorzio dalla Red Bull, è possibile immaginare un lungo periodo di gardening che non permetterebbe, almeno in prima battuta, di metter mano alla progettazione della prima vettura di nuovissima generazione.  

Disagio che, tra le altre cose, toccherebbe scontare anche in Ferrari. Fatto che lascia immaginare che Newey possa declinare le offerte e restare dov’è per provare a vincere la sfida più grande della sua straordinaria carriera: primeggiare cavalcando l’ennesimo stravolgimento legislativo e farlo con motori prodotti in casa. La leggenda che diverrebbe divinità.


Crediti foto: Oracle Red Bull Racing, Aston Martin

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