Da quando è stato annunciato che il giovane Gabriel Bortoleto avrebbe debuttato in Formula 1 è stato inevitabile l’entusiasmo creatosi in Brasile, anche perché da tanto tempo manca un pilota di quel paese in griglia. Ancora, risale al 2008 l’ultima vittoria di un brasiliano in F1, con Felipe Massa, mentre dobbiamo andare ancora più indietro nel tempo per trovare un campione del mondo verdeoro.
Stavolta Bortoleto sembra proprio il pilota giusto per ritornare a trionfare. Si tratta del protagonista di una rapida scalata verso il mondo della F1, vincendo consecutivamente – e da rookie – sia la F3 che la F2, come fatto da altri piloti che da un po’ di anni battagliano per le posizioni di vertice, tra cui Charles Leclerc, George Russell e Oscar Piastri.
In un’intervista rilasciata ai canali ufficiali della Formula 1, il classe 2004 ha dichiarato che essere collegato a questi piloti di alto calibro è un privilegio, poiché per i conducenti di nuova generazione, questi ultimi sono diventati un modello da ammirare e da seguire. Tuttavia, non tutti riescono a vincere F3 e F2 al primo anno. Ciò ha reso l’impresa dei piloti citati prima, e di Bortoleto, speciale.
Il punto di forza di Gabriel Bortoleto: la costanza
Non era di certo semplice per il brasiliano trionfare nella categoria della Formula 2, soprattutto contro un avversario agguerrito come Isack Hadjar, al suo secondo anno nella serie e voglioso di dimostrare al mondo Red Bull di essere performante. Nonostante ciò, Bortoleto, grazie alla costanza dimostrata già in F3, ha saputo accumulare più punti dell’avversario e alla fine si è imposto.

Sono noti a tutti i problemi di concentrazione di Hadjar, perciò, il brasiliano è stato furbo nel riuscire a sfruttare la sua straordinaria costanza e a mantenerla soprattutto quando ha accettato la proposta di Sauber. In F3 va fuori la zona punti soltanto 3 volte su 14 gare, mentre in F2 va solo una volta fuori ai top 10, dopo 3 ritiri nella prima parte di stagione.
“Non è stato mica facile”, comincia così Bortoleto. “È stato un duro lavoro con la squadra, con me stesso e con i miei compagni. Con Trident in F3 e Invicta in F2 non so quante ore al simulatore ho passato. Non è stata una coincidenza, penso che dove sono arrivato ora è solo il risultato del duro lavoro svolto da me e dai due team per cui ho corso”.
Come la vittoria di Monza ha cambiato la vita di Bortoleto
A Monza è arrivata la consacrazione. Proprio in quel periodo, l’entourage del classe 2004 stava parlando con Mattia Binotto, ancora indeciso sulla scelta del pilota da affiancare a Nico Hulkenberg. La famosa gara italiana ha permesso a Bortoleto di impressionare l’ex Ferrari e di aggiudicarsi, quindi, un contratto che gli avrebbe permesso di correre per un team ufficiale quale è Audi.
Sebbene l’appuntamento italiano non sia partito nel migliore dei modi, a seguito di un errore commesso in qualifica, nella gara di domenica, partendo dall’ultimo posto, il nativo di San Paolo è arrivato in prima posizione. “Mi sono sentito così forte dopo quel risultato, tutto stava andando per il verso giusto. Ho pensato che quello fosse il momento. Abbiamo cominciato questa stagione in una posizione difficile in cui non avevamo fatto così tanti punti. Dopo aver vinto a Monza, siamo andati poi a Baku e lì ho preso il comando del Campionato”, dichiara il pilota Kick Sauber.

“A Monza e a Baku stavamo ancora discutendo con Sauber. Dunqu quelle performance sono state importanti per convincere Mattia”. In effetti, l’ex Team Principal Ferrari aveva molte carte sul tavolo, ma, alla fine, ha deciso di trovare un accordo con McLaren, che deteneva il cartellino del pilota, per portarlo in una squadra ambiziosa come Audi, sperando di trovare in Bortoleto il pilota del futuro.
Cogliere l’eredità di leggendari piloti brasiliani. “Voglio rappresentare la mia terra”
Essendo brasiliano, è inevitabile fare paragoni con leggende del motorsport del calibro di Ayrton Senna o Nelson Piquet, piloti che hanno portato il Brasile sul gradino più alto del podio. Bortoleto ha già avuto un assaggio della passione verdeoro, della torcida, quando si trovava negli spalti di Interlagos.
Chiaramente, vincere le due categorie propedeutiche da rookie alza le aspettative di un intero popolo. Come da lui dichiarato, Bortoleto merita quel posto in F1. Se è arrivato lì è perché ha vinto e convinto.
“Voglio rappresentare il mio paese e fare bene, ma voglio vincere gare in futuro, combattere per degli obiettivi importanti. Ma prima ho bisogno di migliorare come pilota e progredire in F1. Questa è la cosa più importante per me adesso. Ma il mio obiettivo è più grande di questo. Non sono solo felice perché sono diventato un pilota di F1”.

“Voglio essere in grado – aggiunge il pilota paulista- di lottare per i campionati e di rendere fiero il mio popolo. Impareremo cose nuove. Migliorerò perché adesso ci troviamo in una situazione diversa. Sono stato concentrato sulla F2 fino a domenica sera, poi sono salito su una Sauber lunedì e ho fatto dei briefing col team. Lì il focus è cambiato”, conclude Gabriel Bortoleto.
Sono chiare, quindi, le intenzioni del pilota verdeoro. Il 2025 sarà un anno di transizione e di adattamento. Sarà importante per lui riuscire a non sfigurare contro un pilota esperto come Hulkenberg. Resta da scoprire se entrambi i driver avranno a disposizione un mezzo simile a quello di quest’anno, non all’altezza per lottare con gli altri, o se gli verrà data una monoposto competitiva per arrivare almeno noni nei Costruttori.
Crediti foto: Invicta Racing, profilo Instagram Gabriel Bortoleto