Il mondo della Formula 1 è costellato di decisioni che cambiano il corso delle carriere dei piloti e dei destini dei team. Un recente scambio di battute sui social tra Heinz-Harald Frentzen e Damon Hill ha riacceso la curiosità su una di queste sliding doors: e se Hill non avesse lasciato la Williams alla fine del 1996? In risposta a un post di Hill, che si chiedeva se il suo contributo alla Formula 1 fosse stato sottovalutato, Frentzen ha scritto:
“Damon, non avresti dovuto lasciare la Williams per la stagione 1997, e io non sarei dovuto andare alla Williams”.
Ha aggiunto che Hill, avendo sviluppato la vettura in precedenza, conosceva meglio tutti gli aspetti tecnici, mentre lui, arrivando nel 1997, si trovò in difficoltà a gestire una monoposto così complessa.
Leggi la nostra intervista esclusiva a Lea Frentzen: parte 1, parte 2.
Questa riflessione ci porta a immaginare uno scenario alternativo: cosa sarebbe successo se Damon Hill fosse rimasto alla Williams nel 1997, e se Frentzen avesse continuato il suo percorso altrove? Come sarebbero cambiate le carriere di questi piloti e, soprattutto, il campionato del mondo di Formula 1?
Le ragioni dell’addio di Damon Hill alla Williams
Per capire meglio l’impatto di questa ipotetica sliding door, è fondamentale rivedere le ragioni dietro la decisione della Williams di non rinnovare il contratto di Hill alla fine del 1996, nonostante la vittoria del titolo mondiale.
Damon Hill arrivò alla Williams nel 1993, affermandosi come pilota di punta del team nei due anni successivi, dopo gli addii dei campioni Mansell e Prost. Tuttavia, le sue prestazioni nel 1995 furono considerate deludenti: dopo un inizio promettente, Hill perse il titolo per il secondo anno consecutivo a favore di Michael Schumacher e della Benetton, lasciando l’impressione di non essere all’altezza di gestire la pressione nei momenti cruciali. Già a maggio del 1996, con Hill ancora sotto contratto per quella stagione, la Williams firmò un accordo con Heinz-Harald Frentzen per sostituirlo dal 1997. Frentzen, all’epoca, era considerato una delle promesse emergenti della Formula 1, e il team britannico, alla ricerca di una guida più giovane e meno costosa, decise di puntare su di lui.
Questa scelta, tuttavia, si rivelò controversa. Hill vinse il titolo mondiale nel 1996, ma la decisione era ormai presa e il pilota britannico dovette trovare un nuovo sedile, approdando alla Arrows, un team nettamente meno competitivo.
Cosa sarebbe successo se Damon Hill fosse rimasto alla Williams nel 1997?
La stagione 1997 vide la Williams dominare ancora una volta la griglia, grazie alla sua monoposto FW19, spinta dai potenti motori Renault, e a Jacques Villeneuve, che conquistò il titolo mondiale piloti all’ultima gara. Frentzen, arrivato al posto di Hill, faticò ad adattarsi alla vettura, come lui stesso ha dichiarato anni dopo. Nonostante la FW19 fosse un’auto dominante, la mancanza di esperienza con il team e una conoscenza limitata degli sviluppi tecnici della vettura portarono Frentzen a risultati inferiori alle aspettative, ottenendo una sola vittoria.
Se Damon Hill fosse rimasto alla Williams nel 1997, la stagione avrebbe potuto prendere una piega completamente diversa. Hill aveva un’ampia conoscenza del team e delle dinamiche di sviluppo della monoposto, avendo lavorato a stretto contatto con gli ingegneri della Williams e il direttore tecnico Adrian Newey per sviluppare la FW18, la vettura che gli permise di vincere il titolo nel 1996. La familiarità di Hill con la squadra e con l’auto avrebbe probabilmente portato a prestazioni più consistenti, e il britannico avrebbe potuto essere un contendente ancora più forte per il titolo, mettendo pressione sia su Villeneuve che su Michael Schumacher.
L’impatto dell’addio di Adrian Newey
Uno degli effetti collaterali più significativi della controversa decisione della Williams di non rinnovare il contratto di Hill fu la partenza di Adrian Newey, il geniale progettista dietro molte delle vetture vincenti della Williams negli anni ’90. Newey, insoddisfatto delle scelte del team, decise di lasciare la Williams alla fine del 1996 per passare alla McLaren. Il suo contributo allo sviluppo delle vetture era cruciale, e la sua partenza ebbe un impatto significativo sulla competitività della Williams negli anni successivi.

Se Hill fosse rimasto in Williams, è possibile che Newey avrebbe deciso di restare con il team, continuando a sviluppare vetture competitive anche per il 1998. La FW20, la vettura Williams del 1998, soffrì la mancanza della “penna” di Newey e la perdita del motore ufficiale Renault, che si ritirò a fine 1997. Anche se i propulsori continuarono a essere forniti da Renault sotto il nome Mecachrome, mancavano di potenza rispetto ai motori Ferrari e Mercedes, contribuendo a un netto calo delle prestazioni della squadra.
Con Newey ancora alla Williams e Hill come pilota di punta, è plausibile pensare che lo sviluppo della vettura del 1998 avrebbe potuto essere più efficace, garantendo al team maggiori possibilità di competere ad alti livelli. La McLaren, invece, avrebbe potuto ritardare il suo ritorno alla competitività, che nella realtà avvenne proprio grazie ai progetti di Newey, con Mika Häkkinen che vinse il titolo mondiale nel 1998 e 1999.
Il biennio di Frentzen in Williams
Tornando a Frentzen, il suo periodo alla Williams fu altalenante. Dopo un 1997 deludente per le aspettative, Frentzen restò con il team anche nel 1998, come da contratto. Tuttavia, la stagione fu ancora più difficile, con la FW20 molto meno competitiva rispetto alla sua precedente incarnazione. L’assenza di Newey e il ritiro ufficiale di Renault come fornitore di motori si fecero sentire, e la Williams non fu in grado di lottare per il titolo. Frentzen, pur mostrando sprazzi di talento, non riuscì mai a trovare il feeling giusto con il team e la vettura. Alla fine del 1998, decise di lasciare la squadra per unirsi alla Jordan, dove avrebbe trovato più successo, vincendo due gare e finendo terzo nel campionato piloti del 1999.
Anche Jacques Villeneuve, che vinse il titolo nel 1997, non riuscì a ripetersi nel 1998 a causa della scarsa competitività della FW20. Alla fine della stagione, anche lui lasciò la Williams per firmare con il nuovo team BAR (British American Racing), una scelta che si rivelò fallimentare, poiché la BAR non fu mai in grado di fornire a Villeneuve una vettura competitiva.
Damon Hill alla Williams nel 1997: un grande rimpianto?
L’ipotesi di un Damon Hill ancora in Williams nel 1997 apre a numerosi scenari alternativi. Con Hill al volante della FW19, la squadra avrebbe probabilmente beneficiato della sua esperienza, della sua familiarità con il team e della continuità nel processo di sviluppo. Adrian Newey, che lasciò la squadra a seguito della decisione di non rinnovare Hill, potrebbe aver deciso di rimanere, e il progetto Williams per il 1998 avrebbe potuto essere più competitivo.

D’altro canto, Frentzen, se non fosse passato in Williams, avrebbe potuto trovare prima un team che si adattava meglio alle sue caratteristiche, come la Jordan, con cui visse il momento migliore della sua carriera nel 1999. Senza la pressione di dover sostituire un campione del mondo, il tedesco avrebbe potuto sviluppare il suo talento con maggiore serenità.
Nel complesso, il 1997 e il 1998 sarebbero potuti essere anni molto diversi per la Williams e per i suoi protagonisti. Le scelte fatte all’inizio del 1996 non solo influenzarono le carriere di Hill e Frentzen, ma ebbero anche ripercussioni sull’intero panorama della Formula 1, dimostrando come, nel mondo delle corse, una singola decisione possa cambiare radicalmente il corso degli eventi.
Crediti foto: Williams Racing, Paul Lannuier