Da oltre due anni alla guida della Scuderia Ferrari, Fred Vasseur continua a ribadire concetti che ormai suonano come uno stanco mantra: la necessità di una “perfetta esecuzione” dei weekend di gara, la consapevolezza della pressione mediatica, la fiducia nel lavoro del gruppo. Ma dopo oltre due stagioni dal suo insediamento, la pazienza attorno al manager francese comincia a farsi più sottile. Perché ora, più che di parole, servono risultati tangibili.
In un’intervista concessa alla rivista americana The Athletic, Vasseur ha mostrato ancora una volta il suo lato pragmatico, ricordando quanto sia abituato alla pressione: “Sono in questo sport da 30 anni e sapevo perfettamente che sarei stato esposto alle critiche, che mi sarebbe piovuta addosso della me**a. Sapevo che avrei dovuto convivere con la pressione, perché fa parte del Dna della F1, ma penso che ci sia già abbastanza pressione in pista per non doverne subire anche quando siamo a casa”.
Parole forti e non filtrate, certo, ma che non bastano più a schermare un quadro che richiede concretezza. La Ferrari vive un momento in bilico: dopo progressi flebili, l’estate ha messo a nudo fragilità operative e mancanze di esecuzione. Nonché l’incapacità di sviluppare la SF-25 che ha “rigettato” la nuova sospensione. Vasseur lo ammette: “Abbiamo perso alcune buone occasioni. In un fine settimana come quello di Baku avevamo il ritmo per fare molto, molto meglio. Ma è andata così, dobbiamo però prestare molta più attenzione all’esecuzione per poter fare un buon weekend”.

Ecco il punto. L’esecuzione perfetta non può restare un principio teorico, ma deve tradursi in una realtà operativa. Gli errori strategici, i fine settimana confusi, le opportunità sprecate: tutto questo racconta una squadra che ancora fatica a trovare la propria disciplina interna. E in Formula 1, dove la precisione è la prima forma di forza, non si può continuare a vivere di alibi.
Vasseur ha anche voluto minimizzare il distacco dalla McLaren, la compagine simbolo della crescita 2024-2025: “Tutte le squadre oscillano tra alti e bassi, anche se direi che quando loro hanno dei weekend negativi sono comunque lì in lotta, mentre quando vanno bene, allora praticamente volano”. Ma la differenza, semmai, sta proprio lì: McLaren riesce a massimizzare anche le giornate difficili, mentre la Ferrari continua a disperdere il potenziale. E se nel 2024 il distacco a fine anno è stato sottile con un foglio di carta velina, nel 2025 il ritardo è imbarazzante poiché Woking ha doppiato Maranello. Tutto ciò senza che intervenissero novità regolamentari. Inaccettabile.
Il francese, insediatosi a Maranello il 9 gennaio 2023, sapeva di assumersi una delle sfide più complesse del motorsport. Dirigere la Ferrari non è soltanto un ruolo tecnico o organizzativo, è un peso simbolico, un compito da “physique du rôle”, come direbbero nella sua terra natia. Serve carisma, decisione, e la capacità di far convergere un intero ecosistema verso una direzione unica.
Oggi, più che mai, Vasseur è chiamato a dimostrare di avere quel physique du rôle che il suo incarico richiede. Perché la narrazione della “pazienza”, dell’“esecuzione da migliorare”, del “tempo per crescere” non può più bastare a una tifoseria che vive di sogni e risultati che mancano da tempo. Da troppo tempo. Il futuro, come dice lui stesso, è l’unica direzione possibile. Ma alla Ferrari il futuro vale soltanto se comincia adesso.
Crediti foto: Scuderia Ferrari HP
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A me ogni tanto viene il dubbio che Vasseur si sia reso conto che l’impresa non è alla sua portata, e da quel momento ha iniziato a tirare a vivacchiare, cercando scuse di comodo che non urtano la sensibilità del personale della Scuderia e che gli permettono di guadagnare tempo. Altrimenti non riesco veramente a spiegarmi questa litania infinita e sfiancante del “non siamo riusciti a estrarre tutto il potenziale” e del “l’esecuzione deve essere migliore”. Con l’attuale monoposto, la differenza tra una esecuzione mediocre e una perfetta consiste nel terminare un gran premio tra i primi 10, a 40-50 secondi dal vincitore, anziché ai piedi del podio a 20-30 secondi dal primo. Il podio si raggiunge solo sfruttando episodi. Non può essere solo un problema di esecuzione.
Se le cose stanno veramente così, allora forse sì, è meglio che Vasseur si faccia da parte e si provi con Horner (sempre che quest’ultimo accetti la sfida).