Albert François Cevert nacque il 25 febbraio 1944, dal matrimonio del gioielliere parigino Charles Goldenberg e Hughette Cevert. Charles Goldenberg era un cittadino russo-ebreo, costretto a emigrare dalla Russia alla Francia a causa delle persecuzioni contro gli ebrei perpetrate dall’autocrazia zarista. Durante la Seconda Guerra Mondiale, Goldenberg si unì alla Resistenza francese per evitare la deportazione in Polonia.
Per non destare sospetti, Goldenberg decise di dare ai suoi quattro figli il cognome della moglie, “Cevert”. Dopo la guerra, i figli mantennero il cognome Cevert, una decisione che lasciò amareggiato il padre.
François Cevert: gli inizi
A 16 anni, il giovane Cevert iniziò il suo viaggio nel mondo dei motori, utilizzando la Vespa della madre Hughette per gareggiare con i suoi amici. A 19 anni passò a moto di cilindrata maggiore, come la Norton. Dopo aver completato il servizio militare, si dedicò all’automobilismo. A 20 anni si iscrisse alla scuola di pilotaggio di Le Mans e successivamente alla Winfield Racing School a Magny-Cours, dove vinse il prestigioso “Volant Shell” del 1966, ottenendo così l’opportunità di gareggiare in Formula 3 con un’Alpine.
Il debutto di Cevert nella Formula 3 francese nel 1967 non fu brillante, ma nel 1968, grazie al supporto di nuovi sponsor, passò alla Tecno Racing Team, con cui vinse il campionato transalpino.

François Cevert: l’esordio in F1
Nel 1969, Cevert fece il suo debutto nella Formula 2 europea con la Tecno Racing Team, classificandosi terzo nel campionato con 21 punti e un podio. Inaspettatamente, ricevette anche l’opportunità di gareggiare in Formula 1. Durante il Gran Premio di Germania, al Nürburgring, vetture di F2 furono invitate a prendere parte all’evento. Cevert si qualificò 13°, ma essendo alla guida di una vettura di F2, fu “retrocesso” alla 15ª posizione.
Nonostante si fosse ritirato al 9° giro a causa di un guasto, le sue performance impressionarono il tre volte campione del mondo di F1, Sir Jackie Stewart. Lo scozzese lo aveva già notato in una gara di F2 a Crystal Palace e consigliò a Ken Tyrrell di tenerlo d’occhio.
François Cevert: il debutto a Le Mans e l’inizio della carriera in F1
Nel giugno del 1970, Cevert partecipò sia alla 24 Ore di Le Mans, sia al suo primo Gran Premio di F1. A Le Mans, gareggiò con l’Equipe Matra Elf insieme all’australiano Jack Brabham, ma si ritirò dopo 76 giri a causa di un guasto al motore. La settimana successiva, Ken Tyrrell lo convocò per prendere il posto di Johnny Servoz-Gavin in Formula 1.
Cevert debuttò al Gran Premio d’Olanda con una March 701 motorizzata Ford V8, ma si ritirò dopo 31 giri per problemi al motore. Il suo primo anno nella massima serie non fu brillante: su nove gare disputate, ottenne solo un punto iridato al Gran Premio d’Italia, dove si classificò sesto.
François Cevert: gli anni in F1
Nel 1971, Cevert iniziò a esprimere il suo vero potenziale. La Tyrrell, abbandonata la March, introdusse la 002 con motore Ford V8, sponsorizzata dalla compagnia petrolifera Elf. Dopo un inizio difficile, la prima grande soddisfazione arrivò nel Gran Premio di casa, in Francia. Partito settimo, Cevert compì una straordinaria rimonta, concludendo al secondo posto dietro Stewart.
Al Gran Premio di Germania, Cevert conquistò il suo secondo podio in carriera, chiudendo nuovamente al secondo posto dietro Stewart. Dopo un ritiro in Austria, conquistò un terzo posto, a Monza, contribuendo al primo e unico titolo costruttori della Tyrrell.
Nel Gran Premio degli Stati Uniti a Watkins Glen, Cevert ottenne la sua prima e unica vittoria nel Circus, diventando il secondo pilota francese a vincere un Gran Premio, dopo Maurice Trintignant nel 1958. Questo trionfo gli valse il terzo posto nella classifica piloti e un premio in denaro di 50.000 dollari, che dedicò al suo mentore Jackie Stewart.
Il campionato mondiale del 1972 sarà un anno da dimenticare per il pilota francese. Su 12 appuntamenti stagionali, salirà sul podio solo due volte, con due secondi posti: al Gran Premio del Belgio, a Nivelles, e nell’ultimo Gran Premio, negli Stati Uniti, a Watkins Glen. Otterrà anche un quarto posto al Gran Premio di casa, sul circuito di Clermont-Ferrand. Per il resto, si registrano numerosi ritiri e mancate qualificazioni nella zona punti. Totalizzerà appena 15 punti, classificandosi 6° nella classifica piloti.
Nel campionato mondiale di F1 del 1973, la Tyrrell 006, equipaggiata con il motore Ford V8, troverà nuovo vigore, opponendosi alle Lotus di Emerson Fittipaldi e Ronnie Peterson (leggi la sua storia). Per Cevert sarà una stagione ricca di podi: ben 7, e in 9 occasioni su 14 gare arriverà nella zona punti, contribuendo così alla lotta di Stewart per il titolo piloti contro Fittipaldi. Le prestazioni di Cevert aiuteranno Stewart a vincere con due Gran Premi d’anticipo il suo terzo ed ultimo titolo piloti, il secondo per la Tyrrell.
Al Gran Premio del Canada fu proprio il pilota francese a causare la prima Safety Car nella storia della F1 (leggi l’approfondimento), a seguito di un contatto con Jody Scheckter.

François Cevert: la tragica fine
Dopo la vittoria del terzo titolo mondiale da parte di Stewart al Gran Premio d’Italia, a Monza, ci si preparava per l’ultima tappa stagionale, quella degli Stati Uniti, a Watkins Glen. Sarebbe stato il 100° Gran Premio per il tri-campione scozzese e l’ultimo della sua carriera. Il team Tyrrell aveva pianificato di affidare la prima guida a Cevert a partire dal 1974.
Tuttavia, tutto questo non fu possibile. Durante le prove del sabato, il 6 ottobre del 1973, negli USA, dove due anni prima Cevert aveva vinto la sua unica gara in F1, il pilota francese trovò la morte.
Cevert, fiducioso del nuovo telaio portato dalla Tyrrell, stava battagliando per la pole contro Peterson, ma nelle “S”, le curve tra la 2 e la 4, perse il controllo della vettura a oltre 200 km/h. Andò a collidere contro entrambi i guardrail ai lati della pista, e il suo corpo fu tragicamente tranciato in due. Jody Scheckter fu il primo a giungere sulla scena dell’incidente, descrivendo il luogo dell’impatto come simile a un disastro aereo.
Cevert morì sul colpo. Aveva solo 29 anni. La sua carriera in F1 si concluse con 48 Gran Premi disputati, 1 vittoria, 13 podi e 89 punti complessivi. È oggi sepolto al cimitero di Vaudelnay.
Numerose teorie furono avanzate per spiegare la causa di quell’incidente fatale, dall’errore del pilota alle irregolarità del fondo stradale. Jackie Stewart decise di non correre nel weekend, ritirandosi dalla F1 con 99 Gran Premi disputati, 3 titoli mondiali, 27 vittorie, 43 podi, 17 pole position e 15 giri veloci. Da quel momento, Stewart si dedicò alla sua battaglia per migliorare la sicurezza in Formula 1, dalle monoposto ai circuiti.
François Cevert era un pilota talentuoso e, con grande umiltà, accettò il suo ruolo di seconda guida dietro Stewart, che lo aveva designato come suo erede. Fu anche il primo “sex-symbol” della F1: alto, con una chioma folta e tipico look degli anni ’70, i suoi occhi azzurri ipnotizzavano le donne che lo guardavano attraverso il casco. Era l’”Alain Delon” della Formula Uno.
Se non avesse intrapreso la carriera di pilota, avrebbe potuto fare l’attore cinematografico o il modello per grandi case di moda, ma scelse le corse. Sebbene abbia corso prevalentemente in F1, non disdegnava le altre categorie, soprattutto quelle a ruote coperte.
Non sapremo mai come sarebbe proseguita la sua carriera, ma oggi Cevert è un’icona del motorsport francese e molti sono stati gli omaggi a lui dedicati. François Cevert rimane uno dei più grandi rimpianti che la Formula 1 possa ricordare.