Franco Colapinto o Franco Colaflop per un simpatico gioco di parole. Parliamo dell’investimento di Flavio Briatore che, dopo delle lunghe trattative con Williams, era chiamato a portare – insieme a Pierre Gasly – risultati all’altezza delle ambizioni dell’imprenditore italiano. Il suo predecessore, Jack Doohan, non aveva particolarmente entusiasmato con le sue prestazioni. Forse, lo stesso Briatore non aspettava che questa occasione per promuovere a pilota titolare Colapinto.
Tuttavia, in casa Alpine la situazione è rimasta invariata. Pur avendo ottenuto qualche buon spunto in qualifica, i punti portati a Enstone dall’argentino sono ancora zero. Guardando la classifica Costruttori dopo il Gp d’Austria, ad Alpine non dispiacerebbe vedere le proprie seconde guide almeno in top 10. Gli unici due piloti ancora a quota zero, sono proprio Colapinto e Doohan.
In un precedente articolo – clicca qui – avevamo confrontato le prime gare in F1 dei due rookie di proprietà Alpine. L’argentino aveva mostrato dei risultati relativamente migliori e che avevano fatto sperare in un upgrade per il team. La compagine transalpina puntava a rivedere quel Colapinto che aveva esordito bene con Williams. Al contrario, sembra che a Enstone sia arrivata la sua ultima versione negativa.
Quando Alpine annunciò il cambio piloti, precisò che si trattava solamente di una rotazione per dare a tutti la possibilità di crescere, non di una scelta definitiva. Resta da chiederci se abbia senso continuare a schierare il nativo di Buenos Aires, visto che al netto dei vantaggi economici derivanti dagli sponsor sudamericani, non ha ancora mostrato alcun progresso tangibile in pista.
Non solo Franco Colapinto – I problemi di Alpine provengono anche dall’alto
Questa débâcle riflette lo stato di salute generale in quel di Enstone. Superata persino dalla Sauber – una macchina che fino all’anno scorso è stata spettatrice non pagante della Formula 1 – Alpine occupa attualmente l’ultimo posto dei Costruttori. Un dato preoccupante che dovrebbe spingere il “board” a intervenire: Alpine, in Francia, dovrebbe avere lo stesso peso che Ferrari ha in Italia. Ma quale board?
Oliver Oakes ha abbandonato la squadra cedendo il suo posto a Flavio Briatore che guida con incarico pro tempore. Alpine non ha nessun Team Principal stabile pronto a guidarla verso il 2026. Si era parlato di Steve Nielsen, anche se nostre fonti dicono il contrario – clicca qui -. Anche il CEO della Renault, Luca De Meo, ha abbandonato la barca dimettendosi dalla sua carica, dopo aver dismesso il programma motori F1 di Viry-Châtillon in vista della prossima stagione. Difficile immaginare un quadro più fosco per una squadra che ambisce a tornare ai vertici della categoria.

Alla luce di tutti questi fattori – risultati deludenti, scarsa consistenza dei giovani piloti, instabilità ai vertici e partenariato tecnico in bilico – Alpine si trova davanti a un bivio cruciale. Se l’obiettivo resta quello di competere stabilmente per podi e vittorie, il team francese dovrà innanzitutto ritrovare una guida forte e coesa, capace di restituire fiducia a sponsor, piloti e ingegneri.
Inoltre, sarebbe forse meglio cercare di affiancare a Gasly un driver di alto livello capace di portare a casa risultati simili a quelli del ventinovenne. Solo così, gli investimenti potranno trasformarsi in prestazioni concrete, con la speranza di poter ritornare a dare battaglia ai big della griglia.
Crediti foto: BWT Alpine F1 Team
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Fake
Colapinto e’ un ottimo pilota , in gara e’ spesso più veloce di Gasly, devo solo migliorare in qualy. Nelle 5 gare di Cola,Gasly e’ andato a punti solo a Barcellona. A Barcellona Franco nelle qualy era davanti a Pierre e poi l’auto ha avuto un problema tecnico. Partendo 18 non aveva nessuna chance , forse se poteva terminare le qualy il risultato sarebbe stato migliore. L’Alpine ora e’ l’auto peggiore, i piloti a causa del loro motore non possono superare. Anche kimi non e’ all’altezza di Russell, allora lo licenziano? Qua mi sa che c’è anche un po’ di razzismo, io sono Italo Svizzera.
Ogni opinione è lecita. Dunque la accettiamo. Meno condivisibile – e sicuramente condannabile – è l’accusa di razzismo. Una parole pesante, il cui significato è chiaro e non è assolutamente compatibile con i valori espressi da Formulacritica e dall’autore del pezzo. Si suggerisce un po’ d’attenzione prima di lanciare strali perniciosi e decentrati. Grazie.
Anche chiamare Franco Colaflop non mi sembra rispettoso. E’ un ragazzo che contrariamente a kimi, Gabriel e Bearman , non e’ figlio di milionari, e ha fatto una grande fatica ad arrivare in f1. Dopo aver dominato all’esordio la f4 spagnola ( il padre aveva venduto la casa per farlo correre), ha fatto una fatica boia a trovare un sedile in f3 per mancanza di budget. Poi ha trovato MP Motorsport che ha creduto nel suo potenziale e lo faceva correre facendogli pagare un 1/4 del solito richiesto. Colaflop e’ mancanza di rispetto , più giusto sarebbe parlare di Briatore Flop , che non ha saputo dare ai suoi piloti un auto adeguata.
È un’etichetta provocatoria che rispecchia l’andamento della sua carriera in F1. Nomignolo tra l’altro affibbiato da me che sono il direttore e non da chi ha redatto il pezzo. Ciò detto, le parole hanno un peso e vanno circostanziate. L’accusa di razzismo è eticamente inaccettable e la condanniamo con fermezza. In Formulacritica non c’è spazio per questa deriva e non tolleriamo di essere tacciati di concederci a tale pratica.
Direttore di cosa scusi?
Di questo progetto editoriale. O credi che viga l’autogestione?