Lo so. Il titolo potrebbe trarre in inganno, ma è stato chiaramente pensato con un tono provocatorio. D’altronde, la McLaren è la squadra che, dopo 17 appuntamenti, ha vinto solo 12 gare e conquistato 27 podi. Tuttavia, la vittoria schiacciante di Max Verstappen e le incredibili e quasi insolite difficoltà degli inglesi, hanno messo in risalto un dato che non deve mica sfuggire: la MCL39 ha un punto debole.
Nel corso di questi anni, abbiamo conosciuto diversi domini tecnici. Ogni macchina che abbia dominato per tutta la stagione ha sempre presentato un’unica caratteristica: un perfetto funzionamento in curva dettato dall’enorme capacità di produrre carico aerodinamico. E quali sono stati, invece, i circuiti che storicamente hanno visto un capovolgimento delle forze in campo? Quelli a basso carico aerodinamico.
La necessità di produrre un articolo del genere è stata dettata dal fatto che secondo molti commentatori di questo sport la lotta al Mondiale si sia riaperta. Ovviamente, noi tutti appassionati ci augureremmo l’ingresso di un nuovo pilota all’interno della lotta fratricida papaya. Ma oggettivamente, al momento sembra impensabile che la Red Bull possa essere riuscita a risolvere tutti i problemi che l’hanno fatta soffrire durante il mese estivo.

Secondo Andrea Stella – clicca qui per le dichiarazioni di Stella– gli ingegneri di Milton Keynes sono riusciti a trovare una soluzione per far viaggiare la RB21 più bassa. Ciò spiegherebbe l’exploit degli austriaci. Tuttavia, bisogna aggiungere che la Red Bull è stata favorita dalle caratteristiche del tracciato di Monza e Baku.
La McLaren non è sempre la macchina migliore in pista
Se nei circuiti ad alto-medio carico non c’è stata storia per il resto delle vetture in griglia, in questa stagione abbiamo assistito a dei passi falsi della compagine di Woking. Un esempio è stato il Canada. In quell’occasione, infatti, per la prima volta la McLaren aveva interrotto la striscia positiva di podi.
Il Circuito Gilles Villeneuve è a tutti gli effetti un tracciato da staccate trazione. Il layout è caratterizzato da lunghi rettilinei e curve lente, dove è di fondamentale importanza un ottimo comportamento in frenata e la trazione in uscita.

Anche a Monza abbiamo assistito a qualcosa di simile. Seppur i due piloti papaya abbiano concluso la gara in seconda e in terza posizione – anche per demerito degli altri che non sono stati capaci di approfittare delle caratteristiche atipiche del tracciato – sono arrivati a una distanza siderale da Max Verstappen.
Stessa sorte è avvenuta ieri. L’unica MCL39 rimasta in griglia è stata quella di Norris, ma come confermato da quest’ultimo, non hanno mai avuto il giusto passo per attaccare le monoposto davanti e risalire in zona podio.
Max Verstappen diventa così il nuovo anti-papaya?
Con lo svantaggio in Campionato ridotto a 69 punti, molti hanno cominciato a sognare una clamorosa rimonta dell’olandese verso quel quinto titolo mondiale consecutivo che mai nessuno è stato capace di raggiungere nella storia di questo sport. Ma Verstappen è consapevole che la sensazione di egemonia potrebbe già svanire a partire dal prossimo Gp di Singapore.
“69 punti sono tanti. Non penso realmente al Campionato. Vado di gara in gara e provo a fare del mio meglio, provando a conquistare più punti possibili. Dopo Abu Dhabi vedremo”, confessa il pilota della Red Bull. “Vedremo a Singapore. Quella è una pista ad alto carico aerodinamico. Inoltre, c’è tanto degrado nelle gomme“.

Per concludere, Monza e Baku hanno semplicemente evidenziato un punto debole della McLaren, ma non per forza deve essere considerato come un campanello d’allarme destinato a ripetersi nelle prossime gare. Verstappen ha acceso le speranze di chi sogna una rimonta, ma la realtà racconta ancora di una McLaren dominante e di un Mondiale che, salvo colpi di scena, resta saldamente in mano papaya.
Crediti foto: McLaren, Oracle Red Bull Racing
Seguici sul nostro canale Youtube: clicca qui