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Home Altri Mondi

Formula E: è davvero una competizione sostenibile?

La Formula E è davvero sostenibile? Analizziamo l’impatto ambientale tra emissioni zero, batterie, logistica e uso di energia rinnovabile.

Irene Romano by Irene Romano
7 Marzo 2025
in Altri Mondi, Formula E, News
Tempo di lettura: 3 minuti
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Formula E

Maximilian Gunther, Maserati MSG Racing, Maserati Tipo Folgore

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La Formula E è spesso celebrata come il campionato automobilistico del futuro, grazie alla sua filosofia di competizione completamente elettrica, che promuove una mobilità sostenibile e a zero emissioni. Tuttavia, nonostante il messaggio di eco-compatibilità che il campionato vuole trasmettere, l’impatto ambientale della Formula E è una questione complessa e ancora dibattuta. Oltre alle emissioni zero durante le gare, ci sono diverse problematiche legate alla produzione, smaltimento delle batterie, logistica e altre dinamiche che influenzano il bilancio ecologico della serie.

Uno degli aspetti più apprezzati della Formula E è la sua promessa di emissioni zero durante le gare. Le auto elettriche, al contrario delle vetture tradizionali alimentate da motori a combustione interna, non emettono gas serra mentre corrono. In teoria, questo contribuisce a ridurre l’inquinamento atmosferico nelle città, un vantaggio non indifferente, specialmente in circuiti urbani dove la qualità dell’aria può essere compromessa.

Tuttavia, la questione non si limita a ciò che avviene in pista; l’intero ciclo di vita delle vetture, inclusi i processi di produzione e smaltimento, deve essere esaminato per comprendere appieno l’impatto ambientale della serie.

Formla E monoposto
Nick Cassidy, Jaguar TCS Racing, a bordo della Jaguar I-TYPE 7

Formula E – La produzione e smaltimento delle batterie: un impatto nascosto

Uno dei maggiori impatti ecologici della Formula E riguarda le batterie utilizzate dalle vetture. Le batterie agli ioni di litio, necessarie per alimentare i motori elettrici, sono fondamentali per garantire le prestazioni delle auto da corsa, ma la loro produzione è altamente energivora e può comportare danni ambientali significativi.

La mineralizzazione necessaria per produrre queste batterie (come il litio, il cobalto e il nickel) è un processo che implica l’estrazione mineraria, con impatti negativi sull’ambiente, tra cui la distruzione degli habitat naturali, l’inquinamento delle acque e le emissioni di gas serra. Inoltre, la produzione delle batterie è associata a un consumo elevato di energia, spesso proveniente da fonti non rinnovabili.

Il fine vita delle batterie è un altro aspetto critico. Sebbene alcune batterie possano essere riciclate, i tassi di riciclo effettivi sono ancora relativamente bassi e non tutte le componenti delle batterie possono essere recuperate. Se non gestite correttamente, le batterie usate possono rappresentare un rischio per l’ambiente, con sostanze chimiche dannose che finiscono nelle discariche.

Un altro fattore che influisce sull’impronta ecologica della Formula E è la logistica delle gare. Pur essendo una competizione che promuove la sostenibilità, il campionato si svolge in circuiti urbani sparsi in tutto il mondo, con gare in città come New York, Parigi, Hong Kong e Berlino.

Il trasporto delle auto, delle attrezzature e dell’intero paddock tra i vari eventi ha un forte impatto ambientale. I camion, i voli aerei e altri mezzi di trasporto necessari per spostare la flotta e la logistica della Formula E contribuiscono alle emissioni di CO2, minando parzialmente l’immagine “verde” del campionato. Sebbene alcuni sforzi siano stati fatti per ridurre il bilancio ecologico, come l’utilizzo di mezzi di trasporto a basso impatto, il problema rimane significativo, soprattutto considerando la crescente globalizzazione del campionato.

Formula E Cupra Kiro Team
David Beckmann, Kiro Race su Porsche 99X Electric WCG3

L’energia utilizzata nelle gare: quanto è davvero sostenibile?

Le auto di Formula E sono alimentate da energia elettrica, ma la sostenibilità dipende fortemente dalla fonte di questa energia. In alcuni paesi l’elettricità è rinnovabile, in altri dipende ancora da carbone e gas. Di conseguenza, l’impatto ambientale complessivo delle gare cambia in base alla provenienza dell’elettricità utilizzata per ricaricare le batterie durante gli eventi.

In alcuni casi, le stesse location urbane delle gare possono alimentare i veicoli tramite fonti rinnovabili, ma questo non è garantito ovunque. La Formula E ha l’opportunità di sviluppare politiche più trasparenti e rigorose per garantire che l’energia utilizzata durante gli eventi provenga esclusivamente da fonti rinnovabili, aumentando così la sostenibilità complessiva del campionato.

Sebbene l’impatto ambientale della Formula E non sia privo di sfide, il campionato sta cercando attivamente soluzioni per migliorare la sua sostenibilità. Un esempio è l’introduzione di tecnologie di recupero energetico avanzate, come la rigenerazione delle batterie, che consente di riutilizzare l’energia durante le frenate. Inoltre, gli organizzatori hanno iniziato a ridurre il consumo di plastica monouso nei paddock e a promuovere pratiche ecologiche anche nelle operazioni giornaliere, come la gestione dei rifiuti.

Inoltre, la Formula E è stata una piattaforma di test per alcune delle tecnologie green più innovative. La serie ha collaborato con produttori di batterie e componenti elettrici. L’obiettivo è sviluppare soluzioni più efficienti e meno inquinanti. Alcune di queste potrebbero essere usate anche per le auto elettriche di consumo.

La Formula E rappresenta un passo importante verso un futuro automobilistico più sostenibile. Promuove la mobilità elettrica e adotta tecnologie avanzate. Tuttavia, non va idealizzata. Nonostante le corse a emissioni zero, ci sono ancora criticità. La produzione delle batterie, la logistica globale e l’origine dell’energia hanno un impatto ambientale. Questi fattori influenzano il bilancio ecologico della serie.


Crediti Foto: Formula E

Tags: Formula ENews
Irene Romano

Irene Romano

Se non mi trovi ad un concerto cercami in un autodromo.

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