I numeri sulle vetture di Formula 1 sono uno dei simboli più riconoscibili nel motorsport, ma non sono sempre stati parte integrante di questo mondo. La loro introduzione e il modo in cui vengono assegnati sono cambiati nel tempo.
Quando il Campionato Mondiale di Formula 1 prese il via, nel 1950, i numeri erano già usati in altre competizioni automobilistiche per identificare le vetture. Nelle prime stagioni, però, i numeri non erano assegnati in modo permanente. Ogni gara stabiliva la numerazione in base alle proprie regole, distribuendo i numeri spesso in ordine di iscrizione o in base alla griglia di partenza.
Il primo grande cambiamento arrivò nel 1973, quando la FIA decise di introdurre un sistema di numerazione semi-permanente. Da quel momento, gli organizzatori iniziarono ad assegnare i numeri alle squadre per l’intera stagione, anziché distribuirli gara per gara.
La regola prevedeva che i numeri fossero determinati in base alla classifica del Campionato Costruttori dell’anno precedente. La squadra vincitrice del titolo riceveva i numeri 1 e 2 per i suoi piloti, mentre le altre squadre ottenevano numeri progressivi. Questo sistema aiutava a creare una struttura più riconoscibile e professionale, aumentando la coerenza visiva e la familiarità per i fan.
Un’eccezione importante riguardava il numero 1: questo veniva sempre riservato al campione del mondo in carica, che poteva portarlo con sé anche cambiando squadra.
Negli anni successivi, ci furono alcune eccezioni curiose:
- La McLaren, dopo aver dominato la Formula 1 negli anni ’80, mantenne i numeri 1 e 2 per diverse stagioni grazie alle vittorie consecutive.
- Il team Tyrrell usò per anni il numero 3 e 4 nonostante i cambiamenti nelle prestazioni, e quindi nella classifica, grazie a una deroga concessa nel 1974.
- Il numero 13 non si utilizza mai in Formula 1 per motivi di superstizione, un’anomalia che continua ancora oggi

Un cambiamento fondamentale avvenne nel 2014, quando la FIA introdusse l’attuale sistema di numerazione personale per i piloti. Questa modifica era parte di un piano per modernizzare la Formula 1 e aumentare l’identificazione tra piloti e fan.
Ogni pilota ha avuto l’opportunità di scegliere un numero tra 2 e 99 da utilizzare per tutta la sua carriera. Il numero 1 rimane riservato al campione del mondo in carica, ma può essere utilizzato solo se il pilota decide di rinunciare al proprio numero personale.
Questa nuova regola ha dato ai piloti l’opportunità di legare il proprio numero a una storia personale o a un simbolismo particolare. Per esempio:
- Lewis Hamilton ha scelto il numero 44, che utilizzava nelle categorie giovanili.
- Fernando Alonso ha optato per il numero 14, un numero che considera fortunato.
- Max Verstappen ha scelto il numero 33, ma ha preferito utilizzare il numero 1 dopo aver vinto il titolo mondiale.
Il numero 17 è stato ritirato dalla Formula 1 in omaggio a Jules Bianchi, scomparso nel 2015 a seguito di un incidente.
I numeri non sono solo un elemento pratico; spesso portano con sé un significato personale o storico. Possono rappresentare un legame con la carriera precedente del pilota, un simbolo di buona fortuna, o una scelta estetica. Questo rafforza l’identità dei piloti e li rende più riconoscibili anche al di fuori della pista.
Crediti Foto: Formula 1