Nella Formula 1 attuale, l’obiettivo è favorire lo spettacolo attraverso l’azione in pista. Lo dimostrano le diverse iniziative intraprese da Stefano Domenicali insieme a Liberty Media, con l’introduzione di nuovi circuiti, anche cittadini e molto veloci. Ma non è tutto, in quanto si procede a continue modifiche regolamentari e tecniche, nonché lo studio di varietà strategiche ai box.
Non è un caso che a Montecarlo assisteremo a due soste obbligatorie, volte a favorire una varietà in pista per smuovere un po’ le carte. Ancora, si lavora costantemente con Pirelli, per favorire una maggiore usura della gomma in modo da giocare con le strategie ai box.
E parlando di box, si studia anche l’aumento della velocità in pit lane, alzando, ove possibile, il limite attuale di 80 km/h. Un tema che abbiamo affrontato su questi canali, che potete recuperare qui. Ma se la soluzione alla ricerca dello spettacolo, che la F1 sta cercando attivamente, si trovasse in ciò che sta lasciando pian piano?

Spettacolo in Formula 1: il valore delle piste storiche e tecniche
I nuovi circuiti presentano e presenteranno caratteristiche simili, con lunghi rettilinei e molte zone DRS. Il tutto è reso obbligatorio dalle monoposto ad effetto suolo e quelle che saranno protagoniste a partire dal 2026. Ma è pur vero che tali circuiti offrono il più delle volte delle gare tutte uguali, che si rivelano monotone e noiose.
Ma se invece di studiare casistiche ed abbandonare, oppure alternare negli anni circuiti storici, non si studiasse un qualcosa che abbia come focus lo svolgimento di gare su piste più brevi e tecniche? Cerchiamo di centrare il punto.
Nella Formula 1 moderna, oltre allo show, si cerca il fattore imprevedibilità. Ebbene, chi meglio di una pista come quella di Imola, Suzuka, Interlagos o addirittura il Red Bull Ring, potrebbe regalare uno spettacolo entusiasmante? Se solo ci fermassimo un attimo a guardare le gare offerte da tali tracciati negli anni, ci verranno in mente sicuramente rimonte incredibili, anche sotto la pioggia, sorpassi al limite nonché vittorie inaspettate.
Cosa meglio di una pista breve, tecnica, può sposare il fattore imprevedibilità? Un mix di rettilinei e curve lente/veloci, con pochi punti DRS, volto a favorire un gruppo più compatto. Inoltre, il rischio della safety car è maggiore, con l’aggiunta di strategie ai box studiate ed improvvisate (perché no) che potrebbero aiutare.
Altro aspetto da non sottovalutare, è che a fare la differenza non sarebbe la monoposto, ma il pilota. Per non parlare della qualifica al sabato, che richiede un ampio impegno per occupare la prima piazza alla domenica.
Tornando alla gara, vedere il pilota che studia la mossa, in maniera strategica, anche d’astuzia volendo, non solo ci permette di apprezzare ancor più l’azione e lo studio alla base, ma ci permetterebbe di ammirare maggiormente il carattere del driver, il suo temperamento e così via.
Così facendo, non solo valuteremo oggettivamente le prestazioni e la validità di quest’ultimo, ma soprattutto si creerebbe quel tifo, quel supporto sano, che non andrebbe oltre i motivi legati alla pista, come siamo abituati ultimamente.

Spettacolo in Formula 1: sorpassi e adrenalina nel GP di Imola
Se vogliamo concentrarci sul GP di Imola, andato in scena questa domenica, chi non ha apprezzato il sorpasso di Max Verstappen ai danni di Oscar Piastri nelle prime curve dopo la partenza? Una mossa da pelle d’oca, da lasciare tutti a bocca aperta. E non è questa forse la passione che vogliamo vivere? Non è questo forse lo spettacolo che manca a tutti e che la F1 cerca da tempo?
I punti di sorpasso in una pista come Imola sono pochi e fin qui siamo tutti d’accordo e, tolte le manovre effettuate sul rettilineo principale, dovute all’azionamento del DRS, quanto sono stati belli i sorpassi effettuati a partire dalla seconda curva?
Quanto è bello potersi godere tutta l’azione con l’adrenalina, con l’ansia, con il cuore che batte a mille? Quanto è bello poter gioire per quella mossa portata a termine, per l’esclusiva capacità del pilota?
Nella gara imolese non solo abbiamo apprezzato lo spettacolare sorpasso di Verstappen, ma anche le azioni pulite, ad esempio, dei piloti McLaren. Che dire del sorpasso di Norris nei confronti del compagno di squadra? Tra le due vetture non passava uno spillo, eppure sono riusciti a portare a casa l’azione senza un minimo danno.
E poi, Alexander Albon che prova a superare Leclerc. Certo, favorito anche da una gomma più fresca che determina maggiore prestazione, però quanto è bello poter vedere una Williams, sulla carta inferiore, provare a superare una monoposto come Ferrari?

Spettacolo in Formula 1: quando la strategia diventa protagonista
Tralasciando la pista e spostandosi al muretto box, subentra il discorso legato alle strategie. Prendiamo da esempio quella di Ferrari su Leclerc: cercare di correre in aria pulita per garantire la massima prestazione della gomma.
Come? Effettuando un mega undercut, nella speranza di ritrovarsi davanti a seguito della sosta degli altri. Strategia, quella del monegasco, rovinata dalla VSC prima e dalla safety car dopo, ma se fosse riuscita, non l’avremmo definita un’idea geniale? Forse l’aggettivo è esagerato, ma sicuramente ne staremmo ancora parlando.
Questo per dire che nel tempo, ridurremo anche il rischio di creare strategie uniformi, che non comporterebbero la continua ricerca di soluzioni innovative, alcune anche stupide e senza senso, per favorire lo show. Uno show, che il più delle volte, lascia il tempo che trova.
Crediti foto: Formula 1, Scuderia Ferrari