A pochi giorni dal Gran Premio del Bahrain, Maranello si prepara a portare i primi upgrade sulla SF-25, nel tentativo di raddrizzare una stagione partita con più dubbi che certezze. Il pacchetto, al centro dell’attenzione per via di un nuovo fondo, ha già scatenato reazioni contrastanti, soprattutto da parte degli appassionati più tecnici (e non) che popolano il web. Ma le prime impressioni non sembrano entusiasmare.
Cosa non funziona davvero nella SF-25?
Il grande assente in queste prime gare, almeno dal punto di vista delle performance, è il carico aerodinamico generato dal fondo. Se nella stagione passata la SF-24 era riuscita, seppur con alti e bassi, a tenere testa alle rivali, la nuova SF-25 pare essere un passo indietro. E no, non è solo una sensazione da divano: Hamilton stesso ha più volte dichiarato che la monoposto è costretta a girare con un’altezza da terra maggiore del previsto, compromettendo tutta l’efficacia del pacchetto aerodinamico.
Ed è qui che comincia la giostra. Su forum, social e YouTube si rincorrono teorie: problema meccanico non meglio identificato, componenti nuove al 95% (e quindi… colpevoli), fallimento della pull-rod anteriore, crisi d’identità post-SF-24. Io, personalmente, aggiungo che il mondo ha iniziato ad andare a rotoli quando il kebab è passato di moda e non si trovano più kebabbari degni di fiducia. E questo, senza dubbio, incide parecchio sulle performance della Ferrari.
Il problema potrebbe essere (semplicemente) aerodinamico?
Pochi, pochissimi, sembrano voler ammettere l’ovvio: se il fondo non lavora come dovrebbe, è tutta la macchina a soffrire. La F1 di questa generazione si regge su un concetto chiave: l’efficienza aerodinamica del fondo vettura è il cuore del carico. Se sei costretto a sollevare la monoposto, magari per evitare che tocchi troppo a terra (上海,我爱你), il fondo diventa poco più che un pezzo di carbonio costoso e decorativo. Non è (solo) una questione di setup, ma di progetto complessivo.
Il sospetto è che il progetto 677, stia pagando un errore di valutazione in fase di sviluppo. Non perché manchi il talento, ma forse per aver dato troppa fiducia al simulatore, trovandosi in pista con una scarsa correlazione tra simulazioni e pista. Non ai livelli di Doohan che simula il giro a Suzuka su Assetto Corsa moddato, ma quasi.
Cosa cambia con gli aggiornamenti in Bahrain?
Nel paddock si parla di un nuovo fondo. Non ci sarà una rivoluzione, ma un tentativo di rendere la monoposto più “leggibile” nel comportamento, offrendo ai piloti un assetto più coerente e stabile. Tuttavia, nessuno sembra voler dire ciò che è evidente: era ovvio che servisse un nuovo fondo.
Invece, tra chi si prepara il “come avevamo anticipato” e chi pubblica disegni tecnici (tiè, metto anche io un bel disegno di Chiara Avanzo) con frecce e manine che indicano aree misteriose, il punto centrale rischia di perdersi: a volte la F1 è meno cervellotica di quanto vogliano farci credere. Se il fondo non funziona, la macchina non funziona. Punto. Meno dita, più dati.
Dove sono Leclerc e Hamilton nella lotta al titolo?
Al momento, entrambi i piloti Ferrari sembrano più lontani dalla vetta che dal centro classifica. Leclerc ha mostrato sprazzi di competitività, ma è costretto a guidare in difesa. Hamilton, alla sua prima stagione in rosso, appare frustrato dalla poca libertà di intervento sul setup. In conclusione, il Bahrain sarà un banco di prova importante ma non decisivo. Sarà l’occasione per capire se la SF-25 può essere raddrizzata o se siamo davanti a una stagione da navigare a vista.
Have a nice day. E consigliatemi un buon kebabbaro.
Crediti foto: Chiara Avanzo per Formulacritica