Wind of change

Flavio Briatore è in sella alla Alpine da poche settimane. Lo scafato manager italiano ha le idee ben chiare su cosa serve per riportare in alto la scuderia francese. A partire dalla line-up piloti

Cosa può aver portato Flavio Briatore all’Alpine in poche settimane di lavoro? Poco o nulla, i tempi sono troppo stretti perché la mano dello scafato dirigente piemontese possa iniziare a vedersi. Ma è certo che l’artefice dei successi della Benetton negli anno ‘90 abbia accresciuto di colpo l’ambizione di un team che si trascinava stancamente di rivoluzione in rivoluzione senza trovare il bandolo di una matassa resa sempre più inestricabile dai vari uomini che si avvicendavano alla guida. 

Nel 2026 vincerò le gare, l’Alpine sarà da podio. Poi, quanti ne riusciremo, a fare non lo so”. Questo il manifesto programmatico che Briatore ha espresso a La Politica nel pallone, trasmissione di Radio Rai. Lo sentite anche voi il vento del cambiamento che arriva sulle note della storica canzone degli Scorpions che parlava di barriere che cadono e mondi che si riuniscono? 

La Guerra Fredda è ormai un ricordo e di certo è un evento di portata imparagonabile a quello di cui dibattiamo in questa sede. Ma anche nel  microcosmo della scuderia controllata dalla Renault è necessario ricompattare le fila e ripartire di slancio per dare senso a una partecipazione in Formula Uno fallimentare che racconta di una sola vittoria (col nome Alpine) nel 2021 per mano di Esteban Ocon in un rocambolesco Gran Premio d’Ungheria. Poco. Acqua che non disseta, traguardo che non soddisfa una dirigenza affamata di trionfi e che invece banchetta con pane raffermo e acqua stantia. 

Flavio da Cuneo ha osservato il team dall’interno per un paio di mesi e, da buon medico specialista, ha fatto la sua diagnosi: “Abbiamo molti handicap, stiamo rimodellando tutto il team. Ho avuto pieni poteri da Luca de Meo e intendo utilizzarli“. E poi la promessa da annotare a futura memoria: “Garantisco che tra due stagioni parleremo di podi”.

Briatore Alpine
Flavio Briatore pronto a tornare in F1 con Alpine?

Alpine: il futuro si chiama Carlos Sainz?

Il 2026 come punto di svolta. La nuova era della Formula Uno come base di partenza. Discorso che in questi anni fanno un po’ tutti i grandi delusi: Aston Martin, Mercedes e via citando. Per arrivare a centrare questi obiettivi che oggi, bisogna ammetterlo, sembrano dolce utopia, servono anche piloti di rango. 

Il primo tassello è stato completato con il rinnovo del contratto di Pierre Gasly. Ora serve cementare la line-up. Mick Schumacher, Jack Doohan, Valtteri Bottas: chi accanto al francese? Fosse per Briatore – che nei fatti sta mettendo in ombra la figura di Bruno Famin che tra questi tre avrebbe scelto – il nome buono esula da questa lista e risponde a quello di Carlos Sainz

Non si nasconde Briatore: “C’è tanto interesse , vediamo nei prossimi giorni, anche se in questo momento per l’Alpine il pilota non fa la differenza: dobbiamo prima mettere a posto la macchina. Incredibilmente Carlos è ancora libero, siamo tutti disposti ad averlo in squadra e noi faremo il possibile”.

Parole che fanno comprendere perché Sainz non abbia ancora sciolto le riserve. Conteso da Audi (pista in raffreddamento) e Williams (James Vowles farebbe carte false per ingaggiarlo), il ferrarista ha capito che, oltre alla prospettiva Mercedes non ancora del tutto chiusa (su Andrea Kimi Antonelli proseguono le riflessioni), è salita prorompete l’opzione Alpine che, nonostante anni difficili, un progetto serio ora sembra averlo. 

Alpine F1 Team

Parliamo pur sempre di un costruttore a tutto tondo che fino a dieci anni fa forniva i migliori motori del lotto. Proprio imbrocchiti a Viry-Chatillon non devono essere diventati. Serve solo riaccendere la scintilla e il clan di del pilota madrileno ritiene che Briatore possa farlo visto che Carlos Senior, in occasione del Gp d’Austria, sia è intrattenuto a più riprese col manager italiano per discutere del futuro del figliolo. 

Dopo tanti, troppi, movimenti interni, Alpine intende mettere un punto fermo e ripartire con rinnovate ambizioni dimenticandosi di piani quinquennali (quelli che furono fatali a Laurent Rossi) ma impostando un cronoprogramma più coerente.

Briatore serve proprio a questo: rilanciare il team per rilanciare se stesso dopo essere stato ai margini della Formula 1 in conseguenza a ben note vicende. De Meo, che negli ultimi tempi ha usato un po’ troppo la tagliola, gli darà il tempo di incidere?  


Crediti foto: Fanpage (copertina), Alpine 

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