FIA WEC 2024: nuovo campionato, vecchi problemi

Il Campionato WEC non è nato sotto i migliori auspici a causa della controversa applicazione da parte della FIA del Bop. Urge correre ai ripari

Sabato 2 Marzo è andato in scena sul circuito internazionale di Lusail, in Qatar, il primo round del campionato del mondo WEC. La seconda stagione della nuova era Hypercar, che ha visto il debutto di 4 nuovi team nella classe regina (Lamborghini Iron Linx, Isotta Fraschini, Bmw Team Wrt ed Alpine Endurance Team), la scomparsa della classe Lmp2 e il debutto della nuova classe Gt3.

La gara in classe Hypercar ha visto come contendenti per il podio il Team Porsche, sia con la squadra ufficiale gestita dal team Penske che con la squadra clienti Hertz Team Jota, e il Team Peugeot Totalenergies al suo ultimo atto con la veste aerodinamica senza alettone posteriore (al prossimo appuntamento, ad Imola, dovrebbe debuttare il nuovo concept).

Questi ultimi hanno dovuto rinunciare al secondo gradino del podio per un problema tecnico che li ha costretti da prima al ritiro all’ultimo giro e poi alla squalifica per aver infranto il regolamento tecnico che consente di usare il motore elettrico al di sotto dei 120 km/h solo per rientrare ai box, mentre in questo caso è stato usato per tagliare il traguardo.

Il podio è stato quindi monopolizzato dal team Porsche, con il Penske che occupa il primo ed il terzo gradino del podio e da Jota che va ad occupare la piazza d’onore.

Ferrari 499P
Ferrari 499P

FIA WEC 2024: Il BoP è una aspetto problematico

E Toyota e Ferrari? Dove sono finite la squadra campione del mondo 2023 e la scuderia vincitrice della centesima edizione della 24 ore di Le Mans?

Ad esclusione di un grandissimo giro in qualifica della Toyota nr.7, con uno straordinario Nyck De Vries, ed una partenza eccezionale della Ferrari nr.50, che ha guidato la classifica per una parte del primo stint di gara, i due contender della stagione 2023 sono naufragati a centro classifica.

Al netto di problemi, sfortune ed alcune ingenuità, le due squadre non hanno mai avuto le prestazioni per poter insidiare le posizioni alte del podio. Le cause, ancora una volta, vanno ricercate nell’applicazione del Balance of Performance (BoP), un sistema usato dalla FIA e da ACO per livellare, o quanto meno avvicinare, le prestazioni dei team evitando differenze prestazionali macroscopiche.

Il BoP viene elaborato mettendo insieme una serie di dati derivati dalle prestazioni dello scorso anno, dalle simulazioni e dai dati di ogni gara del 2024 e va a modificare il peso minimo delle vetture, la quantità massima di energia elettrica erogabile ed accumulabile.

Nel caso di Toyota e Ferrari quello che ha fatto la differenza in negativo è stato l’aumento del peso minimo delle auto: 1089 kg per Toyota e 1075 kg per Ferrari, contro i 1030 kg di Peugeot e i 1048 kg di Porsche. Su su un circuito molto impegnativo per il degrado della gomma era ampiamente prevedibile che le due squadre avrebbero avuto enormi problemi sulla gestione degli pneumatici, più l’auto pesa e più la gomma scivola. Già dal prologo, svoltosi sempre sul circuito internazionale di Lusail,

Toyota aveva fatto intendere, più o meno velatamente, che avrebbe sofferto molto il degrado gomme e che non sarebbero stati competitivi. I tre giorni di test hanno evidenziato quello che poi si è verificato durante la gara. Le auto con minor peso, ovvero Porsche e Peugeot, hanno sostanzialmente dominato la scena dal primo all’ultimo giro. Anche Antonello Coletta, responsabile del programma WEC Ferrari, nel post gara, ha detto che il rapporto peso/potenza ha reso loro impossibile competere per la conquista del podio.

A questo punto una domanda nasce spontanea: com’è possibile che dopo tre giorni di test sullo stesso circuito, la Federazione non si sia accorta che l’intervento sul peso minimo avrebbe messo fuori gioco le due contendenti al titolo 2023 rendendole di fatto inermi?

Avrebbero avuto tutto il tempo per intervenire, nonostante i ritardi dovuti ad alcuni problemi logistici che hanno fatto slittare i test di due giorni. Avrebbero potuto modificare le zavorre a Toyota e Ferrari, ritoccare l’erogazione dell’energia elettrica, toccare con mano le variazioni apportate durante le sessioni di prove libere e nel caso avvallare o scartare tali modifiche.

FIA WEC – F1: sinistri parallelismi

Sarebbe stato un processo logico accettato da tutti, che non avrebbe comunque creato “precedenti pericolosi” vista e considerata la volontà della stessa Federazione di intervenire, gara per gara, sui parametri del BoP. Invece, ancora una volta, la FIA si arrocca su se stessa, rimanendo ferma sulle sue decisioni, rischiando di vanificare l’ottimo lavoro fatto per dare nuovo lustro ad una categoria che da qualche anno aveva visto l’abbandono delle case costruttrici, e che invece si dimostra avviata verso la sua epoca d’oro.

Come succede ormai da anni anche in F1, si commettono sempre gli stessi errori portando avanti con miopia politiche poco coerenti con gli obiettivi prefissati. Si desidera veramente il livellamento delle prestazioni e la possibilità concreta di allargare la competizione a più attori rendendola equa?

La speranza è quella di vedere un netto cambio di rotta già dal prossimo appuntamento del 19 Aprile ad Imola, dando la possibilità concreta alle vincitrici dello scorso anno di difendere i propri titoli.


Crediti foto: XPB Images, FIA WEC

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