FOCUS – FIA WEC, 6 ore Fuji: ecco come Porsche sta per vincere i titoli su una concorrenza incostante

La Porsche numero 6 vince la 6 ore del Fuji mettendo una seria ipoteca su entrambe le classifiche mondiali

FIA WEC, 6 Ore Fuji – La Porsche del team Penske numero 6, vince la 6 ore del Fuji, con una gara impeccabile. L’equipaggio formato da Andre Lotterer, Kevin Estre e Laurens Vanthoor mette a segno una gara senza sbavature, gestendo nel migliore dei modi le Safety Car che hanno condizionato le strategie, rendendo la gara meno regolare e prevedibile. Hanno saputo contenere alla grande il consumo gomma conducendo una gara per larghi tratti in testa, imponendo il ritmo su un’agguerrita Bmw ed un arrembante Alpine.

Alla fine ancora una volta, la loro esperienza e la loro capacità di condurre nel migliore dei modi anche le gare più complicate, gli ha permesso di conquistare la loro seconda vittoria stagionale. Unica squadra nel campionato 2024 ad ottenere questo traguardo, in questo momento si trova al comando solitario delle classifiche mondiali, ad un passo dalla conquista di entrambe le iridi. 

Si perchè ormai rimane soltanto l’ultima tappa del Bahrain da disputare a fine Ottobre, e la situazione in classifica è molto positiva. Con questa vittoria riconquistano la testa del mondiale costruttori, riuscendo anche a creare un discreto gap con la Toyota di 10 punti. Margine che non gli consente di dormire sonni tranquilli, ma sicuramente gli permetterà di affrontare la prossima tappa con una dose di serenità in più, potendo sfoderare la loro migliore arma, la costanza di rendimento.

Per quanto riguarda invece la classifica piloti, la situazione sembra essere meno complicata, possono infatti contare su un vantaggio di ben 35 punti sulla Ferrari 50 e di 37 punti sulla Toyota numero 7 con 39 punti ancora da assegnare. Si prospetta quindi, un finale di stagione potenzialmente pieno di soddisfazioni per la squadra che nei campionati endurance sta comandando le classifiche mondiali in classe Hypercar, GTP, LMGT3.

24h Le Mans

FIA WEC: 6 ore del Fuji – Bmw e Alpine festeggiano il primo podio stagionale

Dietro la squadra di Stoccarda, conquistano il podio per la prima volta in stagione, la Bmw numero 15 del team Wrt, al secondo posto a 16 secondi dalla vincitrice, ed al terzo l’Alpine numero 36 con un distacco di 42 secondi dai leader. Per la squadra francese va poi aggiunto l’ottimo settimo posto in rimonta della numero 35 che fa segnare anche il giro più veloce della gara. Per le due squadre arriva la prestazione migliore dell’anno, dimostrando ancora una volta che i loro progressi non sono stati soltanto frutto di adattamenti occasionali a piste diverse, o al tanto discusso BoP.

Questo podio è il risultato degli enormi progressi che entrambi i team sono riusciti a mettere in pista, partendo dalla disastrosa tappa della 24 Ore di Le Mans che ha segnato il loro punto più basso in stagione. Il tanto lavoro alla fine paga sempre in questo sport, e se Bmw ha potuto contare su quattro auto dislocate in due campionati, una menzione particolare la farei per Alpine, perchè con due sole auto nella stagione d’esordio e dopo il sopracitato disastro nella classicissima francese, hanno saputo rimboccarsi le maniche e progredire costantemente dal Brasile fino al podio del Fuji.

Ormai queste due realtà, come già si diceva dopo la tappa di Austin, sono da prendere in seria considerazione, e sono da ritenere come ospiti fissi nella lotta al podio e degli avversari insidiosi per tutti, e per alcune squadre come Porsche degli alleati capaci di togliere punti ai loro diretti avversari.

In foto le due francesi Alpine e Peugeot

FIA WEC, 6 ore del Fuji – Disastro Toyota e Ferrari. La squadra italiana e la squadra di casa, alle prese con errori, tamponamenti, penalità finiscono lontane dal podio

Passiamo ora a dare uno sguardo alla gara delle altre due contendenti al titolo: Toyota e Ferrari. La squadra di casa, forte di ben nove successi su dieci partecipazioni, partiva da favorita d’obbligo sul circuito di proprietà. Arrivati in vantaggio in classifica costruttori e in recupero in quella piloti, si aspettavano una gara molto diversa da quella di Domenica. La realtà è stata purtroppo ben diversa dalle aspettative della vigilia.

La gara della Toyota numero 7 è stata “messa a tacere” dal contatto con la Porsche numero 5 che le ha causato un danno alla sospensione posteriore, costringendola ad una riparazione lunghissima ai box, e di fatto ha messo fine alla loro gara.

La numero 8 invece ha dovuto lottare per il podio con Alpine, Bmw e Ferrari, dovendosi destreggiare con difficoltà tra le Safety Car, che ne hanno condizionato la strategia e soprattutto ha visto sfumare la possibilità di lottare per il podio con Alpine a causa di un drive through rimediato per aver ignorato una bandiera blu.

Episodi sfortunati, come la gestione delle SC, certo, errori dei piloti, sia nel contatto con la Porsche che nella situazione della penalità, ma quello che è sembrato chiaro al di là di questi frangenti è che la squadra nipponica era ben lontana dalle prestazioni delle auto di testa

Stesso discorso vale per la squadra di Maranello. Partite indietro la 50, la 51 e la numero 83 di AF Corse, riescono a mettere a segno una buona partenza, guadagnando posizioni, ma l’erroraccio di Robert Kubica alla staccata di curva uno al secondo giro mentre era ingaggiato con diverse auto, costringe la numero 51, toccata pesantemente sul lato destro, ad una gara difficile senza ritmo e costantemente nelle retrovie, fino al momento del ritiro.

L’auto vincitrice di Austin invece a causa della collisione provocata, subisce una penalità di 30 secondi di stop and go, che mette fine prima del previsto alla loro gara. L’unica Ferrari rimasta nell’evento, la numero 50 con Nielsen, Fuoco e Molina, riesce comunque a condurre fino all’ultima Safety Car, una discreta gara.

Riescono ad incrociare le strategie, durante la Safety Car e grazie a questa gestione diversa Nielsen riesce anche a correre alcuni giri in testa alla gara, proiettando la Rossa a una 6 Ore che le avrebbe potuto regalare un quarto posto essenziale per la lotta mondiale. Ma le difficoltà nella gestione del passo gara alla fine sono emerse senza freni con l’ultima Safety Car nel finale. Con la Ferrari 50 ormai nelle stesse condizioni strategiche delle altre squadre, le lacune prestazionali l’hanno progressivamente relegata sempre più indietro, fino al nono posto finale.

Nell’analisi del Venerdì avevamo piazzato la Ferrari vicina alla Toyota come passo, la realtà ha confermato questo dato, con la sola differenza che si pensava potessero essere entrambe molto più vicine alla Porsche ed invece le loro possibilità di lottare per la vittoria erano pressoché vicine allo zero; cosa che le ha relegate ad una gara di difesa, che poi si è trasformata in un incubo ora dopo ora.

Le due Toyota all’inseguimento degli avversari

Fia Wec: 6 ore del Fuji – La piattaforma LMDh diventa il nuovo punto di riferimento per la categoria Hypercar? 

Il quadro che esce fuori da questa 6 ore del Fuji è molto amaro per le due squadre LMH che si sono contese il campionato mondiale dello scorso anno. Prendendo in esame la stagione con una visione più ampia, possiamo tirare le prime conclusioni. Per Ferrari e Toyota, il bilancio è agrodolce. Entrambe dotate della tecnologia di costruzione più complessa della categoria Hypercar e sulla carta anche la più performante, quest’anno hanno visto un andamento discontinuo e poco lineare delle loro prestazioni, spesso condizionate dal Bop.

Non si vuole assolutamente condannare lo strumento, come detto e ripetuto più volte su queste pagine, ma si vuole fare il focus sulla gestione dello stesso. In questo frangente specifico la domanda che si vuole porre all’attenzione del lettore è la seguente: la Federazione ha posto le auto LMDh come riferimento per la definizione del Bop?

A quanto pare sembrerebbe di sì. Ad oggi se si osservano le tabelle del Bop, si nota che ormai tutte le squadre LMDh stanno piano piano convergendo. Le prestazioni in pista lo stanno confermando, Porsche, Bmw, Alpine ed a sprazzi anche Lamborghini ormai viaggiano con poche differenze prestazionali tra loro, segno evidente che la Federazione è riuscita a trovare un giusto equilibrio di applicazione del Balance of Performance per quanto riguarda la loro piattaforma.

Anche Peugeot, se si guarda il BoP applicato alla sua vettura, è più una LMDh che una LMH, in questa tappa giapponese è riuscita ad essere più competitiva rispetto a Ferrari e Toyota, rimanendo abbastanza in linea con le squadre LMDh, ottenendo un sorprendente quarto e un ottavo posto. 

La 499P in azione ad Austin

Chi invece in questa stagione ha visto le prestazioni andare su e giù da circuito a circuito, come su una montagna russa, sono state sicuramente Toyota e Ferrari. La tendenza vista è quella di un adattamento molto più forzato tappa dopo tappa del loro BoP rispetto alle altre auto, soprattutto per quanto riguarda i KW che le due squadre hanno a disposizione.

Sono infatti i team con i valori più bassi, compresi tra i 493 KW di Toyota ai 500 KW di Ferrari e mettendoli a confronto con la media degli altri team, la differenza inizia ad essere imbarazzante. I team LMDh vanno dai 512 KW di Porsche ai 520 KW di Lamborghini con una differenza molto marcata con le LMH.

La paura di chi scrive è la seguente: la FIA per equiparare le prestazioni delle LMDh alla Toyota e alla Ferrari che nel 2023 hanno dettato il passo in quasi tutte le gare del mondiale, ha dovuto forzare la mano, segnando questa grande differenza in termini di potenza espressa tra le due categorie (con Peugeot come unica eccezione)?

Probabilmente questa grande forbice è anche la causa di alcune prestazioni poco performanti, come molto spesso i tecnici ed i piloti della Ferrari hanno evidenziato. Sicuramente, come già detto altre volte, la Federazione Internazionale a ha avuto la grande necessità di dimostrare al mondo esterno che le LMDh potessero essere in grado di competere ad armi pari con le più sofisticate LMH, riuscendo ad assolvere a pieno a questa esigenza.

Ma a questo punto, è realmente convenuto a Ferrari e Toyota abbracciare la filosofia delle LMH, piuttosto che percorrere una strada con meno costi di produzione e magari una limitazione prestazionale meno marcata, consentendo loro una competizione più lineare durante l’arco della stagione?


Crediti foto: Ferrari Hypercar, Toyota, Alpine, Porsche

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