Sono tempi difficili per Mohammed Ben Sulayem la cui azione unilaterale sta generando reazioni pruriginose nel mondo del motorsport. L’ultima in ordine cronologico è quella di David Richards, presidente del Motorsport britannico, una delle federazioni più potenti al mondo. Il dirigente di lungo corso ha attaccato frontalmente il n°1 della FIA minacciando azioni legali qualora le sue preoccupazioni sulla governance non vengano affrontate.
FIA, Richards – Ben Sulayem: i motivi della tensione
Al centro della controversia v’è la richiesta della Federazione Internazionale dell’Automobile di firmare un nuovo accordo di riservatezza, condizione che ha portato Richards e altri membri ad essere esclusi da una recente riunione del consiglio mondiale.
Secondo Richards, la gestione dell’organo sotto la presidenza di Mohammed Ben Sulayem ha violato gli stessi statuti della FIA, mancando di trasparenza, responsabilità e integrità, i principi che l’ex rallista diceva invece di preservare. In una lettera indirizzata ai membri di Motorsport UK, il 72enne manager ha espresso preoccupazione per la direzione intrapresa dall’organizzazione, sottolineando il deterioramento della situazione negli ultimi anni.

Richards, figura di spicco del motorsport in forza della sua esperienza come capo del team di Formula 1 e presidente della Prodrive, ha accusato la FIA di aver disatteso le promesse fatte quando Ben Sulayem portava avanti la campagna elettorale dalla quale uscì vincitore. Tra queste, l’impegno a mantenere un ruolo non esecutivo, delegando la gestione a un team di professionisti e la garanzia di trasparenza nelle decisioni.
La lettera menziona diversi punti controversi che hanno segnato il mandato di Ben Sulayem, tra cui la sua posizione sulle donne, il suo approccio alla Formula 1, le modifiche agli statuti che riducono la responsabilità del presidente e i licenziamenti di figure chiave all’interno della FIA. In particolare, Richards ha evidenziato la riduzione dell’autonomia dei comitati di revisione contabile ed etico e l’allontanamento di membri critici nei confronti della leadership.
Richards: “Ben Sulayem ha firmato un ordine di bavaglio”
La richiesta di firmare un nuovo accordo di riservatezza, descritto da Richards come un “ordine di bavaglio”, è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Egli ha sottolineato che un accordo simile era già stato firmato nel 2021 e che il nuovo documento imponeva restrizioni eccessive, come la possibilità per la FIA di determinare arbitrariamente violazioni e infliggere multe immediate di 50.000 euro.
Di fronte alla mancanza di risposte da parte della FIA, Motorsport UK ha coinvolto i propri legali, sfidando l’organo di governo con una serie di domande alle quali, secondo Richards, non è ancora stata fornita alcuna risposta. “Abbiamo chiesto chiarimenti su quale base statutaria un membro eletto possa essere escluso da una riunione. Se la FIA non affronterà le questioni sollevate, procederemo con azioni legali“, ha dichiarato Richards come riportato dalla BBC.
Pur riconoscendo la necessità di proteggere informazioni sensibili, Richards ha criticato la FIA per aver utilizzato questa esigenza come pretesto per imporre un controllo eccessivo. Ha affermato che un’organizzazione guidata dai membri non dovrebbe imporre restrizioni così rigide ai rappresentanti volontari.
In risposta alle accuse, la FIA ha ribadito la propria posizione, sottolineando che gli accordi di riservatezza sono una pratica comune nelle organizzazioni internazionali e che la divulgazione non autorizzata di informazioni potrebbe compromettere gli obiettivi della Federazione. Ha inoltre dichiarato che la maggioranza dei membri del consiglio mondiale ha sostenuto queste misure.

FIA, Mohammed Ben Sulayem rischia nella corsa elettorale?
Le risposte della FIA non hanno ovviamente soddisfatto la controparte. Questa vicenda si incunea nel rinnovo del mandato per lo scranno di Place de la Concorde. Nei giorni scorsi vi abbiamo raccontato che avanza forte il nome di Susie Stoddart (leggi qui) che pare voglia sfidare il presidente emiratino che è forte del supporto arabo ma che vede le federazioni europee e i vertici di Liberty Media sempre più lontani.
Le pubbliche esternazioni di Richard rischiano di segnare un gol a sfavore per Ben Sulayem che, nei fatti, ha esautorato alcuni organi di controllo come il Senato della FIA per accentrare a sé molti poteri. Mosse fatte per snellire le procedure e per gestire meglio le risorse finanziarie. Decisioni che, evidentemente, stanno scontentando molti. Mai come oggi la posizione del n°1 federale è traballante. Sarà in grado di sanare queste controversie e ripartire di slancio prima delle elezioni di fine mandato?
Crediti foto: FIA, F1