Il 2024 per la Formula 1 ha segnato numeri record, frutto di una stagione in cui l’alternanza prestazionale è stata la grande protagonista. Il fatto che i titoli siano stati vinti da Max Verstappen, esponente della Red Bull, e dalla McLaren sottolinea quanto abbia prevalso l’incertezza in un contesto nel quale sono state ben quattro squadre a vincere gare e addirittura sette piloti a salire almeno una volta sul gradino più alto del podio.
Una stagione, quindi, da incorniciare, ma nella quale non sono mancate polemiche a diversi livelli. Quelle tecniche, un classico, hanno visto McLaren nell’occhio del ciclone a causa del cosiddetto “mini DRS“. Ma non solo: sempre Woking, stavolta insieme a Red Bull, è stata accusata di “giocare” troppo con la flessibilità delle ali anteriori.
Poi ci si è messa proprio la scuderia di Milton Keynes che, secondo alcuni avversari, avrebbe infranto il parco chiuso intervenendo sull’altezza della vettura tramite il meccanismo di controllo del T-Tray. Tutte vicende che, in un modo o nell’altro, si sono archiviate come da prassi.

F1: FIA vs piloti
Ciò che invece non si è chiuso è il momento di tensione che si sta vivendo tra organi federali e piloti. Il motivo del contendere è il codice etico imposto da Mohammed Ben Sulayem, che ha colpito anche figure di spicco come Max Verstappen. Poco prima della premiazione per il suo quarto titolo, il pilota olandese ha dovuto scontare lavori socialmente utili sempre in ambito FIA.
Regole che il numero uno di Place de la Concorde ha letteralmente imposto ai piloti, che le hanno dovute subire passivamente. La Grand Prix Drivers’ Association (GPDA) aveva prodotto una nota nella quale si scagliava contro il metodo Ben Sulayem e chiedeva chiarimenti sull’utilizzo dei soldi derivanti dalle multe che i piloti corrispondevano all’ente parigino.
Questo atto ha ulteriormente irrigidito i vertici federali nelle loro posizioni. Mohammed Ben Sulayem non l’ha presa bene e ha risposto in maniera piccata, sostenendo che certe questioni non riguardano i piloti, sottolineando che le dinamiche interne dell’organo che definisce, applica e sanziona dovrebbero rimanere riservate e non essere oggetto di commento e critiche.

F1: George Russell esige chiarezza dalla FIA
George Russell, esponente di spicco della GPDA, non ci sta e ha espresso grossi dubbi sul modo di procedere del dirigente emiratino, che recentemente ha riorganizzato la federazione accentrando il processo decisionale. Russell si è detto preoccupato per il fatto che le questioni di conformità siano state affidate direttamente al presidente del Senato e allo stesso Ben Sulayem, esautorando gli altri organi di controllo.
Un accentramento di poteri che allarma i piloti, desiderosi di capire quali altre mosse la federazione abbia in serbo, visto che Ben Sulayem ha parlato di ulteriori provvedimenti in arrivo. Il pilota della Mercedes ha sottolineato l’importanza di conoscere gli obiettivi concreti della FIA, criticando il silenzio del suo presidente.
Il problema sembra proprio questo: la FIA pare andare sempre più verso una riduzione della trasparenza. Un organo che dovrebbe essere una “casa di vetro” sta invece erigendo barriere opache, rendendo il processo decisionale difficilmente scrutabile.
Il 2024, quindi, si chiude con queste tensioni che potrebbero compromettere il clima e la serenità della Formula 1 nel 2025. Liberty Media, per ora, osserva in silenzio, ma non senza preoccupazione. D’altronde, i proprietari della Formula 1 sono loro e potrebbero intervenire qualora la FIA, che organizza il campionato per conto degli americani, superasse i limiti del mandato conferito.
Insomma, quello che secondo Stefano Domenicali potrebbe essere un campionato ancora più coinvolgente di quello 2024 rischia di aprirsi con una frattura profonda tra chi scende in pista e chi è chiamato a valutare e controllare il loro operato.

Nelle ultime gare del mondiale, con l’avvento di Rui Marques in sostituzione di Niels Wittich (anche in questo caso con modalità controverse), si è osservato un cambio interpretativo significativo, con episodi sanzionati in maniera pesante che hanno rotto la vecchia giurisprudenza. Anche questo tipo di decisioni non è stato ben accolto dai piloti, che si sentono pedine nelle mani di chi sta preparando la campagna elettorale per essere rieletto al comando di Place de la Concorde.
Per ora la FIA non ha replicato alle rimostranze del sindacato piloti, ma conoscendo Mohammed Ben Sulayem, la risposta arriverà. E sicuramente non sarà conciliante.
Crediti foto: Mercedes-AMG Petronas F1 Team, FIA