Il Gran Premio del Canada, è cosa nota, si è concluso con l’inattesa vittoria di George Russell. La certezza del risultato è arrivata solo nelle prime ore del mattino seguente (complice anche il fuso orario), al termine di una lunga e contestata verifica da parte della FIA tramite la direzione gara. A sollevare il polverone è stata una protesta ufficiale presentata dalla Red Bull che ha accusato il pilota della Mercedes di comportamenti scorretti durante la fase di safety car.
Secondo quanto sostenuto dalla scuderia anglo-austriaca, George avrebbe adottato una condotta “antisportiva” con una frenata improvvisa mentre seguiva la safety car, potenzialmente in violazione del regolamento. I commissari, tuttavia, dopo un’esame del materiale fornito dal team di Brackley, hanno respinto l’istanza, ritenendola infondata. La decisione è stata comunicata solo diverse ore dopo la bandiera a scacchi, generando confusione e le solite polemiche.

Toto Wolff, sentitosi sotto attacco dagli storici rivali, non ha usato mezzi termini per commentare l’accaduto. In dichiarazioni rilasciate a Sky Sports UK, ha definito la mossa della Red Bull “meschina” e “vergognosa”. “La gara era finita da due ore quando hanno presentato la protesta. Si sono aggrappati a cavilli improbabili, era chiaro fin dall’inizio che sarebbe stata respinta”, ha affermato il manager viennese.
Dal canto suo, Christian Horner ha difeso la scelta del team. “Abbiamo esercitato un nostro diritto, previsto dal regolamento. Non abbiamo nulla da rimproverarci”, ha dichiarato il team principal Red Bull, sottolineando come il costo della procedura (circa 2.000 euro, ndr) sia trascurabile per una squadra di vertice.
Il caso ha però acceso una riflessione più ampia sulla gestione delle proteste e delle verifiche post gara. L’intera procedura ha richiesto oltre cinque ore, con la risoluzione finale arrivata solo quando in Italia erano circa le 3:00 del mattino. A quell’ora, Max Verstappen aveva già lasciato il circuito di Montreal, senza attendere un esito che, teoricamente, avrebbe potuto rimettere in discussione il risultato finale. Un’attesa che ha sollevato dubbi sulla tempistica e sull’efficienza del sistema di controllo sportivo nel Circus del Gran Premi.
Va anche sottolineato che il clima di incertezza è stato aggravato da una pioggia di investigazioni scaturite da vari episodi in gara, come il contatto tra Norris e Piastri, e presunte infrazioni durante le fasi con safety car. Nessuna di queste, ad eccezione di una penalità comminata al britannico della McLaren, ha prodotto conseguenze sulla classifica finale o sulla griglia di partenza del prossimo Gp di Spielberg (leggi il programma completo). Tuttavia, la mole di dossier da esaminare ha inevitabilmente rallentato l’intero processo decisionale.
FIA: la lentezza è un problema insuperabile?
La flemma con cui è stata certificata la classifica ha lasciato un senso di insoddisfazione diffusa. Non solo tra i protagonisti in pista, ma anche tra i tifosi e gli addetti ai lavori, che si sono trovati a commentare una gara dal risultato ancora sub iudice a diverse ore dalla sua conclusione. Una situazione che, in uno sport sempre più globale e seguito in tempo reale, è sempre meno accettabile.
C’è ora chi invoca correttivi. Tra le ipotesi al vaglio c’è l’idea di aumentare i costi per presentare proteste, in modo da scoraggiare azioni strumentali. Ma anche sanzioni più severe per le richieste prive di fondamento. Altri suggeriscono di riorganizzare le competenze dei commissari, delegando decisioni minori a un livello operativo inferiore, così da snellire la gestione dei casi più gravi e delicati.
La Federazione Internazionale dell’Automobile, consapevole delle criticità emerse, sta già valutando l’ampliamento della propria struttura di steward formati e certificati. Ma la domanda di fondo resta: l’attuale sistema di gestione delle controversie è adeguato alle esigenze della Formula 1 moderna? E soprattutto, può garantire trasparenza, velocità ed equità senza intaccare la credibilità del campionato.
Il GP del Canada ha lasciato sul tavolo interrogativi di lunghissimo corso che non sono mai stati seriamente affrontati. Sarebbe anche giunto il tempo di invertire la rotta.
Crediti foto: Mercedes-AMG Petronas F1 Team, Oracle Red Bull Racing, FIA
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