Il tema delle ali flessibili continua a essere sotto la lente d’ingrandimento della Federazione Internazionale dell’Automobile (FIA), che sta ora esplorando la possibilità di introdurre misurazioni dinamiche per rafforzare i controlli su uno degli ambiti più controversi dell’aerodinamica attuale. L’obiettivo? Rendere sempre più difficile per le squadre sfruttare le deformazioni elastiche delle ali anteriori senza violare il regolamento.
FIA pronta al giro di vita sulla flessibilità
Nikolas Tombazis, direttore tecnico delle monoposto presso la FIA, ha confermato che l’ipotesi è allo studio, pur precisando che l’adozione di questi nuovi criteri di verifica non sarà immediata. “È fondamentale prima comprendere con precisione quanto siano affidabili le misurazioni dinamiche”, ha dichiarato lasciando intendere che si tratterà eventualmente di un passaggio graduale.
Ricordiamo, in tal senso, che l’ente regolatore ha avvitato sin dall’anno scorso una misurazione dinamica tramite microcamere installate sulle parti fisse delle vetture che inquadrano sticker di controllo applicati alle aree sensibili, come gli alettoni posteriori.

Nonostante l’introduzione di controlli statici più severi (l’ormai famigerata Direttiva Tecnica 018), i team sono riusciti a reagire rapidamente, come si è potuto apprezzare al Montmelò. Le nuove specifiche hanno infatti portato a soluzioni aerodinamiche in grado di aggirare – almeno in parte – i limiti imposti, mantenendo una certa flessibilità funzionale. Secondo Tombazis, le squadre si sono presentate con configurazioni più rigide ma comunque efficaci, tanto che le telecamere e gli strumenti di monitoraggio installati dalla FIA continuano a registrare movimenti superiori a quanto ritenuto accettabile.
Attualmente, le misurazioni dinamiche vengono utilizzate solo come riferimento per calibrare le prove statiche, ma la loro precisione crescente potrebbe aprire la strada a una loro integrazione nei controlli ufficiali. Resta tuttavia un’incognita importante: il vento. La variabilità di forza e direzione rappresenta un fattore esterno che può influenzare i risultati, introducendo margini di incertezza difficilmente eliminabili.

Sul tema si è espresso con tono polemico anche Lewis Hamilton, criticando i costi associati alle nuove restrizioni estetiche sulle misure delle ali, entrate in vigore al Gran Premio di Spagna. “È stato uno spreco di denaro”, ha detto il sette volte campione del mondo. “Non è cambiato nulla, ma tutte le squadre hanno dovuto investire per adattarsi. Sarebbe stato meglio devolvere quei soldi in beneficenza”.
Va però ricordato che, in un contesto regolato dal tetto di spesa, le risorse investite in un ambito sarebbero comunque state utilizzate altrove: che si tratti di sviluppi per la stagione in corso o per la monoposto del 2026.
Crediti foto: Chiara Avanzo per Formulacritica
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