Quello di Singapore non è stato il miglior weekend per la Ferrari. La catena di errori del sabato ha fortemente condizionato lo slancio della SF-24, e non poteva che essere così su una pista che non tollera le manovre di sorpasso, nonostante l’introduzione di una quarta zona DRS che, alla prova della gara, non ha cambiato le dinamiche vecchie e stantie di un circuito tra i meno entusiasmanti dei 24 in calendario.
A Maranello la situazione peggiora nella classifica costruttori: la Red Bull continua a dominare nonostante le difficoltà coperte da un Max Verstappen tornato in forma smagliante. La McLaren, invece, prova a prendere il largo con un primo e un terzo posto che dimostrano quanto sia consistente, al momento, la MCL38.
Questa vettura ha dato una lezione clamorosa alla RB20, gestendo per lunghi tratti un vantaggio che poteva essere addirittura doppio rispetto a quello osservato dopo i 62 giri del Gran Premio di Singapore.
Ferrari SF-24: nuovi sviluppi con duplice funzione
Tornando alla Ferrari, la frenata è stata evidente e la batosta piuttosto forte. La delusione è acuita dal fatto che, per alcuni tratti della gara – soprattutto nel secondo stint con gomme hard – la SF-24 riusciva a registrare tempi più vicini a quelli della McLaren e sicuramente migliori rispetto alla Red Bull. Ciò aumenta il rammarico per una qualifica condotta male dai protagonisti del Cavallino Rampante, al di là di certe dichiarazioni di facciata, che hanno visto Leclerc fare forse un po’ troppo l’aziendalista.
Forse anche questo dimostra che, nonostante gli interessi personali, lo spirito di squadra prevale, un segnale di compattezza che può far ben sperare per il futuro di un’equipe che ha messo da parte le individualità per lavorare finalmente d’insieme.
Per cercare di lasciarsi alle spalle un weekend che possiamo definire sciagurato, ma anche per non lasciare nulla di intentato, la Ferrari porterà ad Austin l’ultimo pacchetto di aggiornamenti. Il Circuit of the Americas è un tracciato che potenzialmente potrebbe mettere in difficoltà la SF-24, che in questa stagione ha sempre sofferto nelle curve a lunga percorrenza a velocità medio-alta.
Lo snake presente ad Austin potrebbe generare qualche difficoltà, e anche in quest’ottica si spiegano gli aggiornamenti che mirano a migliorare ulteriormente il bilanciamento aerodinamico, già ben implementato con le modifiche al fondo e con l‘ala introdotta a Marina Bay, ma non testata a fondo perché Singapore non offre grandi possibilità di valutazione aerodinamica.
È ovvio che gli sviluppi annunciati da Fred Vasseur subito dopo la bandiera a scacchi della gara di ieri abbiano anche lo scopo di definire una traccia di sviluppo per il modello 2025 che, vista la vicinanza nelle prestazioni osservata in questo campionato, dovrà permettere a Charles Leclerc e Lewis Hamilton di competere per entrambi i titoli in palio.
In Ferrari sanno che la SF-24 non è una vettura perfetta e le qualifiche di sabato lo hanno dimostrato. Errori o problemi alle termocoperte sono stati confermati, e poco è bastato per mandare l’intero turno all’aria. Emblematica la situazione di Carlos Sainz, che a causa di una gestione non perfetta del giro di uscita ha commesso una topica fatale che, mutatis mutandis, si è ripetuto anche sulla vettura gemella, sebbene con esiti meno catastrofici.
A Maranello, quindi, si continuerà a lavorare per compensare i punti deboli di una macchina che si è dimostrata troppo altalenante nelle prestazioni per competere per entrambi i titoli. Tuttavia, nonostante ciò, non si vuole mollare del tutto e lavorare esclusivamente in chiave 2025. Finché c’è una piccola speranza matematica, la Ferrari proverà a sfruttarla, cercando almeno di mettere pressione sui rivali per indurli all’errore.
Le quattro settimane di pausa – un’anomalia in un campionato così fitto – potrebbero venire in soccorso degli uomini di Maranello, che useranno il tempo a disposizione e quel che resta del budget 2024 per dare un po’ più di spunto a una monoposto che in gara si è dimostrata consistente, ma che il giorno prima sembrava la brutta copia di quella domenicale. Questo tipo di dinamiche deve essere superato una volta per tutte se si vuole competere per il titolo già dal prossimo anno, senza attendere il cambio regolamentare del 2026.
Puntare tutto su una rivoluzione così grande può essere rischioso e la Ferrari lo sa bene. Già nel 2021 fecero all-in tutto sulle vetture a effetto suolo che avrebbero debuttato nel 2022. I risultati di quella politica li conosciamo tutti, così come la sorte dei responsabili di quelle scelte, uomini oggi lontani da Maranello e da poco accasatisi nei loro nuovi uffici svizzeri.
Crediti foto: Scuderia Ferrari HP