Ferrari: l’interim del caos

Fred Vasseur, come un politico della Prima Repubblica, dopo l’addio di Cardile, si prende l'interim di una posizione che non ha mai ricoperto. La Ferrari gestita in maniera molto discutibile in un momento delicato e con sviluppi che non hanno sviluppato se non delusione e frustrazioni

Questo articolo potrebbe essere molto lungo, ma così non sarà. Forse. Questo scritto, in realtà, intende porre un solo, pesante, quesito al quale non c’è una risposta: come valutate una scuderia che, nel bel mezzo di una stagione sportiva, vede partire il responsabile tecnico principale senza aver designato un sostituto?

Quella fatta sopra è la fotografia pulita e senza arzigogoli del momento che sta attraversando la Ferrari. Enrico Cardile si è dimesso. Così come fece David Sanchez all’alba del mondiale 2023. Così come fece ancor prima Mattia Binotto, sul finire del 2022, con un provvedimento prima respinto dalla dirigenza e poi accolto un paio di mesi dopo.

Dimissioni di facciata che nascondono (male) licenziamenti per direttissima. Ho prove di ciò? No, ma è la sensazione che mi resta perché il modus operandi tagliateste è sempre quello. Lo scrivevo l’altro giorno in un tweet (li chiamo ancora così): in Ferrari molte cose non funzionano, ma se c’è una cosa che va alla grande è la ghigliottina. La spaventosa tagliola non si inceppa mai, è sempre ben oleata e ha costantemente carne da separare. 

enrico cardile lascia ferrari

Riposta la macabra metafora, i fatti dicono che a Maranello le porte girevoli sono fin troppo attive. Cardile va via, forse verso Aston Martin dopo un necessario periodo di gardening, e il suo sostituto non può operare ancora. Fermi, non sto parlando di Adrian Newey (le speculazioni riportate dagli “uccellini” hanno gonfiato le palle, diciamolo), bensì di Loic Serra che non potrà prendere possesso dei suoi uffici prima di ottobre.  

Allora in Ferrari cosa fanno? Colpo di genio: danno l’interim da capo-telaista a Frédéric Vasseur. Vero è che il nostro buon Fred – che sta capendo cosa vuol dire vivere una Ferrari che va male – è titolato presso la École supérieure des techniques aéronautiques et de construction automobile (ESTACA), una scuola privata che forma ingegneri specializzati nei settori dei trasporti e che patrocina la ricerca applicata nei settori aeronautico, automobilistico, spaziale, dei trasporti guidati, navale, ecc, ecc, ma il mestiere dell’ingegnere non lo fa da mai visto che la sua carriera si è brillantemente sviluppata nella gestione delle squadre.

Ferrari: il caos regna sovrano e indisturbato

Fred è l’ideal-tipo del team manager e piazzarlo al vertice della struttura tecnica è solo una mossa politica, un interim appunto, che serve per colmare una casella rimasta vacante.

La Ferrari è alle prese con la ponderazione di un pacchetto, quello introdotto in Spagna, che finora ha fatto diverse cose: sicuramente ridere gli avversari e piangere i rossi, ma di certo non è stato capace di produrre ciò per cui era stato programmato. Ossia chiudere il gap con le vetture di testa che invece si sono allontanate. La SF-24, superata anche dalla Mercedes (che onta) zompetta qua e là a suon di prestazioni oscene. 

Lo sguardo severo di Frérdéric Vasseur, team principal della Scuderia Ferrari HP

In questo marasma generale chi è che è deputato a fare scelte tecniche decisive? Un  manager sportivo come Vasseur? Uno che non può ancora operare come Serra? Un ectoplasma che si aggira sulla GeS come Newey? O un’equipe senza una guida vera che dovrà fare il meglio possibile in un contesto senza punti di riferimento? Bravi, la risposta corretta è proprio questa.

La Ferrari è in piena ristrutturazione ma i segnali emersi in queste ultime giornate non sono affatto confortanti. Di scrivere cose sgradevoli alla nazionale del motorsport italica me ne frego abbastanza (guai a leggere questa espressione in chiave storico-politica, quella marmaglia da ventennio mi fa ribrezzo), mi interessa sottolineare che questo modo di procedere è assurdo e non confacente a un team che si vuole porre come soggetto forte. 

La sensazione di ennesimo anno di passaggio è netta. Questi movimenti, oggi goffi e maldestri, andranno pesati alla luce di quanto accadrà nei prossimi mesi. Il piano Vasseur, fino a qualche tempo fa leggibile, si è trasformato in una serie di provvedimenti schizofrenici a-schematici.

Magari una linea esiste, ma non si riesce a scorgerla. L’importante è che Fred sappia cosa sta facendo. Perchè lo sa, no? Ho paura di conoscere la risposta e per questo chiudo questo scritto che s’è oltremisura dilungato. 


Crediti foto: Scuderia Ferrari HP

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