Certe frasi, ormai, suonano come il rumore di fondo di un disco rigato. John Elkann e Benedetto Vigna sono tornati a parlare in occasione della presentazione del progetto “M-Tech Alfredo Ferrari” (qui i dettagli) e anche stavolta la sceneggiatura è rimasta immutata: entusiasmo calibrato, parole chiave ben lucidate, e l’immancabile promessa riscatto per un futuro radioso.
Vigna, nel suo intervento, ha persino sfiorato il tema più spinoso di tutti: la Formula 1. “L’ultima volta ci siamo presi l’impegno di vincere nelle corse. Ci siamo riusciti con la 499P nell’Endurance, ma in Formula 1 dobbiamo migliorare. Dobbiamo vincere perché lo dobbiamo ai nostri fedeli tifosi in tutto il mondo”.

Parole giuste, anzi perfette. Peccato che siano le stesse che sentiamo da anni. Ogni volta con una sfumatura diversa, ma sempre con il medesimo sottotesto: dobbiamo migliorare. È la formula più abusata di Maranello, un eterno presente che non si traduce mai in azione.
Vigna parla di vittorie dovute ai tifosi, ma in realtà i fedeli rossi vorrebbero qualcosa di più semplice: un piano chiaro, una direzione visibile, una Ferrari che smetta di promettere e inizi finalmente a mantenere. La 499P ha vinto a Le Mans, potrebbe portare a casa il titolo Endurance 2025. Sì, ma queste vittoria rischia di diventare il paravento perfetto per giustificare la sterilità del reparto corse più importante, quello che conta davvero nel DNA Ferrari: la Formula 1.
E mentre Elkann ripete il mantra sull’eccellenza e la “nuova era di conoscenza tecnica”, la realtà in pista racconta una storia diversa. Una Ferrari incerta, incapace di gestire un ciclo vincente, sempre in bilico tra dichiarazioni di intenti e rassegnazione cronica.
L’M-Tech è, sulla carta, un progetto ambizioso: un polo formativo per le nuove generazioni, una culla di talento e tecnologia. Ma a cosa serve formare nuovi ingegneri se, poi, il sistema che li accoglie è lo stesso che da anni produce solo promesse? Finché la cultura aziendale non cambierà davvero – quella che preferisce il comunicato stampa alla prestazione cronometrata – ogni “nuova era” resterà un’espressione di marketing.
I tifosi non vogliono più essere “ispirati”. Vogliono credere che la Ferrari sia ancora capace di dominare la Formula 1, non solo di raccontarsi come se lo fosse. E finché da Maranello continueranno a uscire frasi di circostanza come “dobbiamo migliorare”, la sensazione resterà una sola: che la Rossa, oggi, sia un’azienda che parla come se vincesse, ma vive come se si fosse rassegnata a non farlo più.
25 anni fa Il Cavallino Rampante si imponeva al mondo aprendo un ciclo che è stato superato solo dalla Mercedes della prima era turbo-ibrida. Le affermazioni di Elkann e Vigna, due giorni dopo l’anniversario di quella vittoria che tenne sveglia l’Italia intera, assumono il peso di un macigno verbale. Ogni promessa è debito e ora i plenipotenziari rossi devono mettere in pratica, altrimenti sarà il solito ciarlare al vento.
Crediti foto: Scuderia Ferrari HP
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